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Dal 12 al 9 luglio: la fotografa monzese espone presso Hair Couture di via Missori. Le sue fotografie concettuali ripercorrono i temi umani della passione, dell'amore, della solitudine, della sofferenza e del distacco

 

Abbiamo incontrato Elizabeth all'inaugurazione della sua mostra personale presso l'atelier Hair Couture, in via Missori 3 a Monza. Nata nel 1979 da padre giornalista e madre pittrice ed arteterapeuta, qui la sua biografia, fin dall'infanzia si cimenta alla fotografia all'autodromo di Monza, sfidando la velocità dei bolidi di F1 con l'uso di una semplice Kodak compatta.

 

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Elizabeth Gaeta - foto di Pino Timpani

Elizabeth, quando hai iniziato fotografare?
Si può dire che fotografo da sempre. Perché mio padre è un professionista dell'informazione. Ha iniziato a fotografare da prima che nascessi. Inizialmente per passione e poi per lavoro. E' lui che mi ha insegnato a usare la macchina fotografica. Fin da bambina. E poi mia madre, figura fondamentale per la mia vita passata e presente. Prima di ogni altro mi ha avvicinato fin da piccolissima ad ogni forma d’arte, dal teatro alla musica, e più in generale alla bellezza della vita in ogni forma e colore, ed ha sempre creduto in me, perfino quando faticavo a farlo io. Ha sempre fatto arte, dipingendo e creando dal nulla vere e proprie opere, che ha anche diverse volte esposto in mostre personali e collettive.

A che età hai cominciato esattamente?
Avrò avuto otto anni. La prima macchina personale me la sono procurata acquistando una busta regalo di Topolino. Era una fotocamera essenziale, praticamente un giocattolo. Ho iniziato così e con il tempo la fotografia è diventata la più grande passione della mia vita.

La fotografia resta per me un'arte importantissima e insuperabile

Una passione che hai coltivato anche a scuola?
In effetti si: ho frequentato l'Istituto d'Arte (ora Liceo Artistico ndr.). All'Isa, oltre a studiare diverse materie, ho imparato a stampare in camera oscura. A utilizzare alcune basilari tecniche della fotografia. Purtroppo, con l'avvento del digitale, alcune di queste attività un poco si sono perse. Tuttavia la fotografia resta per me un'arte importantissima e insuperabile. Oltre alla scuola d'arte ho fatto anche una serie di corsi. Mi sono iscritta al Circolo Fotografico Monzese: è un grande supporto emotivo per chi ha passione e dà moltissimi e preziosi stimoli. Questi mi hanno spinta ad approfondire sempre di più, a invogliarmi alla partecipazione in numerosi workshop di fotografia.

 

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Inaugarazione della mostra - Foto di Pino Timpani

 

Hai predilezioni particolari nel campo della fotografia?
Mi piace molto la fotografia artistica. Tuttavia non disdegno il lavoro fotografico di carattere commerciale che ho fatto in passato e che mi viene proposto ancora oggi.

Che lavori hai fatto?
Diversi: da servizi per aziende di abiti, a un book per una modella. Tuttavia è più preminente in me l'intenzione di dedicarmi principalmente all'arte. A realizzare arte concettuale attraverso le immagini.

E questa idea, realizzare una mostra presso un parrucchiere, come arriva?
Mi è stata proposta. Hanno aperto qualche tempo fa. Ora hanno pensato di proporre, contestualmente all'attività, una serie di eventi. La mostra delle mie foto è il primo. Ma ne seguiranno altri.

Prediligo in maniera assoluta il bianco e nero

Perché le foto esposte sono in bianco e nero?
Prediligo in maniera assoluta il bianco e nero.

Non realizzi foto a colori?
Raramente. Quando le faccio, tendenzialmente sono con colori freddi. La pelle molto chiara e tendente al bianco.

Ti cimenti su temi particolari?
Innanzi tutto prediligo la figura umana. Quindi per conseguenza tutti i temi che riguardano l'uomo e la sua vita: la passione, l'amore, la solitudine, la sofferenza, il distacco ecc. 

Nelle persone che fotografo mi piace cogliere quella voglia di volersi manifestare per quello che sono davvero, con la loro identità genuina che faticano a esprimere in pieno

Nelle tue foto si vedono prevalentemente soggetti solitari. Il tema della solitudine per te è importante?
Probabilmente perché c'è in me un approccio un poco individualista. Mi è difficile la pratica di mescolarmi nella società. Esiste un individualismo che tuttavia non riesce ad avere sopravvento. Perché, pur persistendo molte imposizioni, molte catene, noi individui non possiamo rischiare di rinchiuderci del tutto nei nostri mondi interni. Nelle persone che fotografo mi piace cogliere quella voglia di volersi manifestare per quello che sono davvero, con la loro identità genuina che faticano a esprimere in pieno.

 

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Una foto in esposizione di Elizabeth Gaeta  - Foto di Pino Timpani

 

Un altro tema ricorrente nelle tue foto è la sensualità che si esprime in alcune posture particolari delle persone.
Si e non solo. C'è la ricerca a interpretare alcuni sentimenti. Per esempio la propensione alla libertà totale che si può vedere nel salto di questa foto (Ne indica una ndr.). Oppure in quell'altra foto, dove si vede un ragazzo che fugge ma che in realtà non vorrebbe essere una fuga, quanto piuttosto una liberazione. Magari anche da se stessi. Spesso siamo noi a legarci, a incatenarci al ruolo che “dobbiamo” ricoprire per forza.

 

20160614 elyzabeth 03Esposizione di Elizabeth Gaeta - Foto di Pino Timpani

 

Sono forme di auto costrizione?
A volte sono funzionali per sopravvivere in un determinato contesto. Oppure sono una reazione alla paura di non piacere, di non essere adeguati. Altre volte perché semplicemente si sta meglio in uno stato di chiusura. Salvo poi rendersi conto quanto sia pericoloso l'isolamento. Quanto possa essere difficile uscirne, una volta entrati e non scadere nell'eccesso, oltre quella linea sottile che può portare come estrema conseguenza alla follia.

Mi piace anche la musica, suonare il pianoforte e cantare. Scrivere. Utilizzare tante forme dell'espressività

Cosa aspira a raggiungere con la fotografia Elizabeth Gaeta?
Spero di riuscire a realizzarmi. Non dico di vivere esclusivamente con solo questa attività artistica. Mi piace anche la musica, suonare il pianoforte e cantare. Scrivere. Utilizzare tante forme dell'espressività.

La mostra è fruibile da tutti. Non è necessario dover eseguire uno shampoo o il taglio dei capelli per potere accedere?
Non è assolutamente necessario. Ovviamente. Sara possibile a chiunque entrare liberamente e vedere le foto. Per due settimane.

Qui il sito di Elizabeth Gaeta

 

Gli orari del locale Hair Couture di via Missori:

Lunedì: chiuso
Martedì/Mercoledì 9.00 - 19.00
Giovedì 9.00 - 20.00
Venerdì 9.00 - 19.00
Sabato 9.00 - 18.00
Domenica chiuso

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.