20160218 ANELANTE rezzamastrella foto Giulio Mazzi IMG 8498

 Anelante, il nuovo lavoro in scena all'Elfo: fra il personaggio che non sa se la colpa dei suoi problemi sia del padre o della madre, quello che non riesce mai a star zitto neppure quando dorme e quell’altro che copula grammaticamente, io non ci ho capito nulla. Per fortuna.

 

Anelante è in scena al Teatro dell’Elfo di Milano fino al 28 febbraio. Lo spettacolo firmato da Flavia Mastrella e Antonio Rezza vede sul palco lo stesso Rezza, Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini e Enzo Di Norscia. Chi conosce i lavori dei due autori ha più o meno in testa a cosa si va incontro: un performer straordinario che usa e abusa tutti gli strumenti a disposizione (corpo, voce, movimento); un testo fluviale che sembra sgorgare improvviso e improvvisato ma che non può che essere scritto e riscritto millecentoventitre volte per quadrare a quel modo; una scenografia che è un automezzo, una protesi, un attrezzo ginnico, un altro attore in scena, mai un fondale solamente.

Anelante non tradisce. È il teatro di Rezza e Mastrella esattamente come ce lo si immagina con in più le coreografie, perché contiene tanta danza. Una danza alla loro maniera, ovvio, ma rigorosissima anch’essa. Perché se dovessi usare un aggettivo per descrivere i loro lavori userei “matematico”. Tutto è al proprio posto: le addizioni e le sottrazioni, gli sproloqui e i silenzi; le moltiplicazioni e le divisioni, quattro voci sovrapposte e il monologo interiore. Anche i culi sono al loro posto, quando prendono la parola così come quando prendono bastonate.

Nulla è lasciato al caso nei quadri che si susseguono e in cui tutto, tutto, viene messo in croce: dio, Freud, la scienza, il sesso… E il bello è — almeno per me — che alla fine non si ha la sensazione che si sia parlato di troppe cose. E quindi di nulla, come spesso accade quando si vuol fare gli impegnati.

Come con il cubo di Rubik, Rezza e Mastrella fanno turbinare i pezzi di qua e di là a grande velocità, non si capisce seguendo quale logica, ma alla fine — tramortiti dal ridere — ci ritroveremo davanti al cubo ineluttabilmente, perfettamente composto. Su un lato le vocine un po’ cartoon e un po’ dialetto, su un lato l’iperbolico frullato di parole, su un altro le maschere che il viso di Rezza compone da sé, su un altro ancora l’inarrestabile movimento del corpo e dei corpi e così via.

Si compiacciono Rezza e Mastrella di questa abilità? No. C’è troppo sudore su quel palco, le furbate ci scivolerebbero sopra.

Ma di che parla questo Anelante? Non lo so esattamente. Perché fra il personaggio che non sa se la colpa dei suoi problemi sia del padre o della madre, quello che non riesce mai a star zitto neppure quando dorme e quell’altro che copula grammaticamente, io non ci ho capito nulla. Per fortuna.

 

20160218 ANELANTE REZZA MASTRELLA FOTO UFFICIALE

 

ANELANTE
di Flavia Mastrella Antonio Rezza 
con Antonio Rezza 
e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini, Enzo Di Norscia
(mai) scritto da Antonio Rezza  
habitat di Flavia Mastrella
disegno luci Mattia Vigo
una produzione RezzaMastrella – Fondazione TPE – TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello

16 - 28 febbraio 2016
ELFO PUCCINI, SALA SHAKESPEARE corso Buenos Aires, 33, Milano - Mart/Sab ore 21.00, DOMENICA ORE 16.00 - Intero 30.50 € - Ridotto 16 € - Martedì 20 € - Info e prenotazioni: tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org 

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.