In mostra ARTURO VERMI / WILLY VERGINER / CHRISTIAN VERGINER / LAURA ZUCCHERI a Monza dal 28 novembre al 24 dicembre 2013
Riceviamo e pubblichiamo
Leo Galleries prosegue la sua proposta di confronto tra artisti di diverse generazioni e tra diversi linguaggi espressivi con una mostra che affianca opere di Arturo Vermi (Bergamo, 1928), Willy Verginer (Bressanone, BZ, 1957), Christian Verginer (Bressanone, BZ, 1982) e Laura Zuccheri (Budrio, BO, 1971). Oltre ad attraversare svariati decenni, le opere esposte spaziano anche in materia di tecniche e supporti: l'allestimento prevede alcuni “Paesaggi” a tecnica mista di Arturo Vermi, alcune sculture in legno (tiglio e cirmolo) e in bronzo di Willy Verginer e del figlio Christian, e due grandi acquerelli e tempere su carta e un olio di Laura Zuccheri. Dalle tele di Vermi agli acquarelli iper-dettagliati della Zuccheri trascorre quasi mezzo secolo, e si snodano molteplici riflessioni sui modi della rappresentazione pittorica, che dalla sintesi estrema e concettuale degli anni '60 approda a una figurazione realistica e simbolica. Se Vermi traduce le fronde degli alberi del parco di Monza in pochi segni vibranti che campeggiano su grande superficie vuota, la Zuccheri solletica l'immaginazione dell'osservatore con una quantità opposta di segni e una spettacolare sovrabbondanza di pennellate e sfumature. I due scultori invece si concentrano sulla figura umana rendendola essenziale, universale ed evocativa. Le donne di Willy Verginer e i bambini di Christian non sono ritratti, ma icone di uno stato d'animo, di una condizione esistenziale, di un legame simbiotico tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda.I quattro autori dialogano tutti con la natura, e il paesaggio diventa interlocutore misterioso, al limite del magico. Rinunciando alla riproduzione fotografica della realtà, gli artisti in mostra si appropriano della natura come mezzo espressivo, come figura retorica per comunicare oltre la descrizione. Arturo Vermi materializza nelle sue tele il paesaggio ridotto ai minimi termini dello stimolo visivo, da completare con lo sforzo sensoriale e interpretativo di ciascun osservatore, mentre Willy e Christian Verginer sono esempi di come il paesaggio possa essere metabolizzato da una figura umana mutante, se incorporato in scultura. Laura Zuccheri, invece, forte anche della sua fortunata carriera come disegnatrice, utilizza le forme della natura disabitata per suggerire tensione emotiva, attesa, sospensione immaginifica.
LEOGALLERIES
MONZA via De Gradi, 10 / LUGANO via Losanna, 4
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