Al convegno “Turismo sostenibile come leva di sviluppo locale” in corso all'Urban Center di Monza, nella giornata di venerdì 7 è stato presentato un interessante progetto di cammino mariano in Brianza, del tipo di quello che porta a Santiago di Compostela per intenderci. Dedicato ad Agostino, il santo delle Confessioni, che in uno dei paesini brianzoli visse parte della sua vita, a Cassago.
L'idea (che nelle slide qui in basso viene illustrata in dettaglio) è interessante perchè in una discussione pubblica si avanza finalmente un'ipotesi di sviluppo turistico del territorio, e quindi anche economico, che non parte col presupposto di costruire nuove strade, autostrade, grandi hotel, ma dalla valorizzazione dell'esistente, e soprattutto dal rispetto per esso.
L'ideatore è Renato Ornaghi, già noto ai frequentatori della poesia e dei blog come Brian, il curatore di Brianzolitudine. In collaborazione con la rivista e associazione Brianze ha disegnato un cammino circolare che parte e si chiude a Monza e include, per circa 350 km, 25 tappe segnate da altrettanti santuari dedicati alla Madonna. È un pellegrinaggio, certo, ma la componente religiosa si sposa con quella storica ed artistica dell'alto medioevo, del romanico che in questo territorio ha lasciato meravigliose testimonianze architettoniche, la basilica di Agliate, per dirne una (foto in alto).
Il cammino coprirebbe un'arco temporale di due settimane, rifuggendo quindi la logica mordi e fuggi che sta, sino ad oggi, alla base di manifestazioni come il Gran Premio. Non richiederebbe la costruzione di nuove dorsali stradali ma, semplicemente, l'attivazione di dinamiche di collaborazione e coordinamento fra enti pubblici, privati e religiosi.
Oltre alla sinergia fra i “proprietari” si dovrebbe attivare poi il processo di informazione e accoglienza, dove la formula del Bed-and-Breakfast sembra quella più congeniale ad un turismo “dolce”, non invasivo.
Certo, non è sul Cammino di Agostino che poggerà il futuro industriale ed economico della Brianza futura, ma potrebbe essere il santo algerino a porre la prima pietra miliare di un altro lungo cammino, la cui meta è quella di un territorio poco inquinato, vivibile, sano.