Da pochi mesi è on-line pickwicki.com una community del buon leggere che unisce la comodità del web 2.0 alla passione per la lettura e al piacere di condividere recensioni e scambiare pareri. Il progetto innovativo, che si connette a una rete scelta di librerie, vorrebbe offrire ai lettori uno spazio di confronto e un servizio aggiuntivo per le diverse librerie che aderiscono al progetto.
“Si tratta di unire due mondi – spiega Chiara De Caro, ideatrice e promotrice dell’iniziativa, durante la nostra conversazione - creando una piattaforma con strumenti di social networking dedicata al lettore, che gli dia la possibilità di accedere più facilmente alle librerie tradizionali. Per l’utente si tratta di una community, per la libreria è la possibilità di avvicinare nuovo pubblico”.
Marchigiana, laureata nel 2006 alla Bocconi di Milano in scienze economiche, Chiara è cresciuta tra l’Italia e gli USA dove ho studiato. Oggi lavora come consulente in Italia seguendo alcuni progetti Europei, in veste di consulente. Nell’autunno del 2007 ha intrapreso con determinazione questo nuovo “viaggio”, investendo molte energie, tempo e risorse. Già nella primavera del 2008 il sito era on-line. Ad oggi, lo spazio sul web pare non mancare e, dopo pochi mesi, si contano già 12.000-15.000 ingressi/mese. Ma gli obiettivi di Chiara sono altri, e più ambiziosi.
Chiara, innanzitutto, ci spieghi un po’ meglio cos’è Pickwicki? Da dove nasce?
Pickwicki.com, nasce dalla mia passione per la letteratura e per il mondo del web. In sostanza, la community che permette ai lettori di aggregarsi, fornendogli la possibilità di recensire libri, pubblicare propri scritti e confrontarsi. Al contempo, l’utente può facilmente mettersi in contatto con una rete capillare di librerie collegate al sito e richiedere, ad esempio, i titoli che trova recensiti e commentati sul portale. Per gli appassionati c’è il piacere di condividere in modo veloce opinioni e suggerimenti, per le librerie, un servizio aggiuntivo che le aiuterà a fronteggiare un difficile mercato del libro, ma sempre più difficile per via della concorrenza delle catene, delle edicole, dei supermercati e di internet.
Il nome del progetto è di dickensiana memoria.
Sì, non è casuale, si rifà a “Il Circolo Pickwick”: in quelle pagine di Dickens i personaggi si raccontavano storie e le commentavano, un po’ come in questo progetto. L’aspetto relazionale - i rapporti che si creeranno tra lettori, recensori e librerie - riveste un ruolo chiave.
A che punto è, oggi, il sito?
Oggi ci aggiriamo attorno ai 12.000-15.000 visitatori/mese, ma l’obiettivo è quello di incrementare decisamente gli accessi. Il sito del resto è ancora in beta e vede sviluppi di giorno in giorno; in questo momento, il mio lavoro si focalizza in particolare sulla creazione del network di librerie partner, per poter offrire, poi, un sito veramente completo. I partecipanti alla community, a regime, saranno premiati, per le loro attività di recensione, segnalazione e, soprattutto, acquisto presso le librerie, con dei punti
Come sono state selezionate le librerie convenzionate?
Le librerie sono punti vendita sparsi per tutto il territorio nazionale, con caratteristiche variabili: piccole o grandi, la dimensione comune è quella della qualità del servizio e dell’efficienza. Ovviamente, abbiamo fatto scelte diverse a seconda del contesto in cui siamo andati ad inserirci: nelle realtà piccole - paesi e cittadine - abbiamo appoggiato una sola libreria, in alcune grandi città abbiamo più di una libreria convenzionata.
Nella homepage si legge che “Pickwicki è una community che vuole radunare i lettori di buoni libri” come si concilia la qualità con l’approccio web 2.0: c’è una moderazione, una selezione dei recensori, una valutazione del grado di attendibilità delle segnalazioni?
Il web 2.0 prevede la massima apertura: sarà il medesimo meccanismo che, nel tempo, selezionerà recensori e pubblico, senza bisogno di interventi esterni. I buoni libri sono valutazione soggettiva, ognuno avrà modo di crearsi una reputazione e condividere idee, pareri e suggestioni con gli utenti a lui più affini.
A metà del percorso ti puoi ritenere soddisfatta?
Sì, è un progetto in cui credo molto e, mentre cresce, crescono anche le mie soddisfazioni. Sono molto contenta soprattutto dell’attenzione che i media hanno dedicato all’iniziativa, ne hanno parlato molti, quotidiani, siti, riviste di settore e tv: siamo passati prima su Rai News 24 e poi su diversi canali nazionali (TG1).