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Gianni Vattimo, un grande pensatore speculativo straordinariamente vitale, curioso. Nel mondo

Ho sempre amato il pensiero debole di Gianni Vattimo per la sua forza nell'interpretare la contemporaneità. Per la capacità di proporre un sistema interpretativo complessivo che restituisce pienezza alla vita nel suo darsi ricco di emozioni, passioni, errori. Nel suo essere antirazionalista verso una razionalità che pretende asetticità e purezza e rigetta l'essere nella sua concreta dimensione vitale, sporca, contaminata e per questo viva. La sua carica antifondamentalista, antifanatista e democratica in senso pieno, di apertura alle diverse culture e alle contaminazioni. In progetto ontologico che dà alla complessità, alla secolarizzazione, alla finitezza un valore positivo di liberazione dal dogma, dall'assoluto, dalla violenza della verità, dal peso mortifero della certezza. Alla base di tutto il ragionamento sta il valore filosofico dell'incarnazione del divino come unicum di una scelta di assunzione di limitatezza e imperfezione come modello, principio orientativo. Il cristianesimo si basa su un indebolimento. Rompe il principio che meglio è il più forte, il più potente, e introduce una diversa scala di valore. Il linguaggio che è il modo di darsi dell'essere nel mondo è al centro di questo ragionamento, e contribuisce alla dimensione plurale e multinterpretativa del mondo. È solo una piccola parte di quanto ho ritrovato nel Vattimo di oggi a Cesano Maderno. Un pensiero utile, di un'utilità concreta e fondativa. Una filosofia della vita incarnata in un grande pensatore speculativo straordinariamente vitale, curioso, nel mondo. Vattimo dice che più c'è verità e meno c'è l'essere. Per questo amo la contraddizione, il compromesso, le sfumature e le ombre. Credo che lì alberghi la vita, l'incremento di conoscenza, il migliorarsi possibile. Per questo credo che il cerchio si possa anche quadrare. È l'impossibile di oggi che abita il nostro domani. Le nostre aperture di senso sono ponti gettati in ogni direzione sopra abissi di ignoto dalla forza della curiosità, dell'incontro, della contaminazione.

Da robertorampi.ilcannocchiale.it con il titolo Perché il cerchio si può quadrare