Per la stagione di Poesia Presente, a Lissone
ospiti Jean Flaminien, Rosella Scarabelli e Renato Ornaghi
Marica Larocchi e Jean Flaminien
La poesia è un ponte che unisce lingue diverse. Un modo tanto geniale quanto naturale di istituire un legame tra soggetti lontani tra loro per spazio e cultura. La serata di PoesiaPresente che ha avuto luogo ieri a Lissone l’ha dimostrato in pieno, portando in Brianza uno dei più importanti poeti francesi contemporanei. Accompagnato da Marica Larocchi, che traduce le sue opere dal 2000, Jean Flaminien ha presentato la sua più recente silloge: “Acqua promessa”, pubblicata da Book Editore. Un libro immaginifico, ricco di simboli e metafore che parlano di un’infanzia vista come «l’eterno altrove, una terra che è sempre straniera», per usare le parole della sua traduttrice. È il tentativo da parte del poeta di raccontare il sacrificio del tempo, necessario perché la parola poetica si potesse spiegare in tutta la sua pienezza, come egli stesso ha illustrato rispondendo ad una domanda di Dome Bulfaro. In un francese molto spesso comprensibile anche senza bisogno della traduzione, Flaminien ha poi letto alcune sue poesie tratte dalla raccolta. A parere di chi scrive, è stato un momento chiave della serata il fatto che la lingua di Flaminien risultasse accessibile persino a chi di francese non sa nulla, come il sottoscritto. È stata davvero la dimostrazione del valore comunicativo intrinseco che la vera poesia manifesta, al di là di effettive distanze linguistiche. Del resto, anche Marica Larocchi ha precisato che il suo lavoro «non è stato tanto quello di tradurre da un idioma di partenza ad uno d’arrivo, bensì di traghettare la lingua poetica di Jean dentro il mio personale universo poetico».
Rosella Scarabelli e Marco Bin
Rosella Scarabelli, giovane poetessa brianzola introdotta da Marco Bin, ha letto invece alcuni passi inediti di un poemetto a cui sta ancora lavorando, assieme ad altri pezzi tratti da “Una pronuncia”, poemetto incluso nell’antologia di PoesiaPresente “Mappa Giovane”, edito da Edizioni le Ricerche di Losone, Canton Ticino.
A conclusione della serata, Renato Ornaghi, scrittore e blogger, ha inaugurato la mostra fotografica “Brianzolitudine”, omonima del blog da lui curato. L’esposizione, curata da Eleonora Matarrese, si protrarrà fino al 21 di marzo. Si tratta di una raccolta in divenire di fotografie di Marsala Florio e testi poetico-descrittivi scritti da Ornaghi stesso, dedicati alla storia, ai personaggi e ai luoghi più tipici del territorio, alcuni dei quali sono stati letti dall’autore. Da Carlo Bianconi, brianzolo che impianta in Irlanda la prima vera società di trasporti dell’isola, alla Monaca di Monza, i personaggi storici ed emblematici di un territorio che spesso se ne dimentica vengono riproposti con verve energica e mai pedante. L’operazione di riscoperta di Ornaghi non intende chiudere la Brianza in un una difesa oltranzista della propria identità, ma al contrario offrirla liberamente a brianzoli e non brianzoli, nella convinzione che «tutto il mondo, alla fine somiglia sempre un po’ a se stesso». L’ambizione dichiarata di “Brianzolitudine” è dunque quella di «diventare la Guida Baedeker della Brianza, raccontando non solo notizie eclatanti, ma anche aneddoti di piccola umanità, per cogliere lo spirito più vero del territorio brianzolo restando fedele a quel motto in esergo a ogni libretto: Brianza come stato d’animo».
Renato Ornaghi e Dome Bulfaro