Una recensione a quattro della prima compilation digitale e gratuita made in MB
Avevamo già annunciato l'uscita della raccolta Fatti in brianza, ed ora che l'abbiamo scaricata (gratis e legalmente da qui), ascoltata e riascoltata, eccoci pronti a raccontarvi il nostro parere. Buon ascolto. Ah! i video non sono dei brani inclusi nel pacchetto, sono quelli disponibili online...
Grenouille Saltando dentro al fuoco
Lele Cattaneo says
La Brianza è la nuova patria del rock? Si, assolutamente si.
Dai luoghi comuni che la vogliono terra un po’ snob del perbenismo, del bigottismo moderato, dell’agiatismo targato piccole medie e imprese , del consenso quasi unanime al berlusconismo, alla Brianza luogo comune di aggregazione musicale , territorio con un’identità poliedrica, di sperimentazione innovative, luogo in primis dei giovani, che forse trovano nella musica il loro veicolo migliore per sfatare i tabù del disimpegno e del bamboccismo.
Un disco a cinque stelle, dal quale partono gli echi di una Rock Revolution. Nulla, assolutamente nulla da invidiare alla scena underground di Milano City. Dalle sperimentazioni, ai richiami al passato, passando per le contaminazioni di generi, la poesia intimista, le urla rabbiose, gli scritti d’autore e le performance strumentali.
Vicini e irraggiungibili, l’ossimoro degli E-VAN ci rimanda a “Pablo Honey” dei Radiohead.; “Prima di lasciarmi uccidimi, non sentirò il dolore”, la canzone si conclude con il tema della tragicità dell’amore accompagnate dagli struggenti riff di chitarra elettrica degni di un Riccardo Tesio, che alimentano un’ atmosfera straziante alla Creep.
..A la prochaine dei CANTI DAI MOBILIFICI. Immaginatevi una base strumentale alla Sigur Ros e spruzzateci sopra le voci dei poeti esteti del legno. “Lontano, pensare è sbagliato”, maleficio rivolto all’eccesso di introspezione che ci imbriglia.
Dimensione eterea e trasognante, in perfetto stile shoegaze (Slowdive) per Doran degli AIM, un dream pop che tocca le tue corde più interne.
“Oggi ho deciso di farmi male. La terza guerra Mondiale”. Il pezzo dei GRENOUILLE sembra fuoriuscito direttamente da “Frogstomp” dei Silverchair.
HERMANO AND THE MARINES hanno raccolto in pieno le lezioni Capovilliane, (Teatro degli Orrori), Membro è un pezzo di chiara derivazione sludge, melvinsniana.
Altro che onedeadmanband, “THE BIG SOUND OF COUNTRY MUSIC”, ci fa vivere del sano e pregiato country-blues, (Johhny Cash) e distanzia in termini di qualità JOHN SBRANZA, forse troppo simile, nello stile e nel lessico al Vasco Brondi (le luci della centrale elettrica), e GIANLUCA GRASSO, che a differenza di John ci offre un cantautorato più romantico e rilassato.
Scusate il gioco di parole, ma più che Monkey for Breakfast, i KEIBE, nel loro progetto elettronico sembrano essersi cannibalizzati i Gorillaz, da cui è assai arduo trovare delle discordanze.
STEFANO VERGANI E ORCHESTRINA ACAPULCO? Dai, non scherziamo, questo è Paolo Conte con l’Orchestrina Acapulco. Chapeu.
Indice su anche per i VEDA, che, abbandonate le influenze dei Timoria si lasciano andare ad un crescendo grunge con ritornello rabbioso e aggresivo ( ottima il risuono della batteria), per gli ARANCIONI MECCANICI , con un pezzo indie allegro e scalzonato, alla Franz Ferdinand,e per rimanere nel mondo Brit, Erika dei DEAR ci riporta alla mente “Common people” dei Pulp.
Non manca l’esibizione al piano da lacrimoni di SARA DE NOVA, “da bianca cenere”, ottima tecnica (qui il richiamo è a Ludovico Einaudi).
And You dei NEVER TRUST è un concentrato di hard-rock abbinato ad una grintosa female voice (una Courtney Love, per intenderci).
Infine chiudiamo con la band anagraficamente più giovane, i WAITING FOR MEMORIES, che presentano un veloce brano post-hardcore punk. I ragazzi hanno un gran potenziale.
Stefano Vergani Pesci e poltrone
Sofia Marelli says
È difficile immaginare che la Brianza sia davvero così bella. Le 23 canzoni di Fatti in Brianza sono delle vere e proprie perle, con una originalità e una sperimentazione sorprendenti per la pavida sonnolenza tipica della nostra zona. Queste gemme musicali, pur avendo ciascuna una propria peculiarità, sono ascrivibili in due generi: da un lato il rock caustico e perverso, dall’altro il cantautorato alternativo e d’avanguardia. Alla prima categoria appartengono brani incazzosi come La terza guerra mondiale dei Grenouille, oscuri e morbosi come Doran degli Aim, marci come Jennifer dei The Nuv. Ma forse le sorprese più gradite sono le canzoni della seconda categoria, quelle più introspettive,. Sotto questo punto di vista, Fatti in Brianza contiene brani di ottimo livello: Bellosguardo di Stefano Vergani & Orchestrina Acapulco, una canzonetta sgangherata che sa di vino e osteria, che potrebbe essere stata scritta da Vinicio Capossela; Da Bianca Cenere di Sara Denova, una straziante suonata di piano; e, forse, la canzone più bella del lotto, Path Traced In The Snow di Iree, un delicato brano art-pop giocato su note di piano increspate da suoni elettronici e da una voce commossa. Insomma, Fatti in Brianza raccoglie tutto ciò che di bello e di creativo la scena artistica brianzola ha seminato in questi anni. E se son rose, fioriranno.
Keibe Promo
Carlo Motta Says
La prima cosa positiva di Fatti In Brianza è senza dubbio il fatto di essere un prodotto fatto in Brianza, per l’appunto. Il territorio Brianteo, seppur pieno zeppo di realtà musicali assolutamente interessanti e di artisti dalle grandi doti, è sempre stato alquanto privo di mezzi per valorizzare questa sua ricchezza, di iniziative per mettere in luce i suoi “gioielli”.
C’è poi da dire che questa mancanza non ha penalizzato solamente gli artisti, bensì anche gli ascoltatori. E con questo aspetto della “questione brianzola” si introduce da solo il secondo lato positivo di questo lavoro di Via Audio Records, la sua qualità.
Il cd è sicuramente ben fatto, la chiarezza e la pulizia dei suoni lasciano intendere che il lavoro di mixaggio sia stato lungo e preciso, e che lo studio (o gli studi) dove i vari artisti hanno inciso le tracce siano professionistici.
La qualità della musica è anch’essa molto buona. Le tracce, numerose, sono molto differenti l’una dall’altra e questa diversità, nel complesso, riesce a trasmettere all’ascoltatore la sensazione di un lavoro variopinto, di un bouquet sonoro molto ampio, che rimanda all’ampia gamma di artisti presenti sul territorio. In questa raccolta si passa dall’indie rock della miglior tradizione italiana, con gruppi come i The NUV, i Paradisi Noir, i Grenouille, che riescono a spaziare daigli Afterhours ai Bluvertigo, ai Deasonika senza troppa fatica, a sonorità electro/post punk che più British non si può, come nel caso di Keibe con “Monkey for Breakfast”, di Aim, Xela, Never Trust.
Rappresentata degnamente anche la tradizione cantautorale con artisti come Stefano Vergani, già molto apprezzato anche ben al di fuori dei confini brianzoli, Arturo Fiesta Circo, Gianluca Grasso.
Un lavoro di buona fattura, insomma, un album che si ascolta davvero volentieri, e un’iniziativa che serve anche a far immaginare all’ascoltatore quanta qualità c’è sul territorio, quanto il sottobosco musicale brianzolo sia più vivo, e profumato, che mai.
Voto: 7,5
Arturo Fiesta Circo T'en fais pas
Alfio Sironi says
Questo Fatti in Brianza mi pare un progetto riuscito. Vetrina condivisa, rappresentativa e non malvagia del substrato sonoro brianzolo.
Si presenta bene, si scarica meglio (perché è gratis) e fa da volano a tutta una serie di produzioni, nomi e personalità diverse, disperse. Pare un modo efficace di fare rete, in un universo, quello dei musici, che sviluppa il concetto in modo molto involontario. O almeno questo è ciò che appare.
Da geografo di formazione, alla vista della tag “Brianza”, riportata nel titolo, non ho potuto esimermi dal tentativo di rintracciare nel prodotto - seguendo quel sottile, a volte evanescente, filo di lettura e comprensione che accomuna vino e musica - radici culturali, fisiche e locali che hanno nutrito queste composizioni.
Ne risulta un’immagine abbastanza verosimile della Brianza di oggi, ventre della globalizzazione, territorio in forte stato di avanzamento, verso non si sa quale direzione. Brianza percorsa da flussi, attraversata da forze, moduli e aggressioni globali, svuotata di senso, qualche volta, in cerca di redenzione, quasi sempre. Ognuno alla redenzione ci arriva a suo modo, in questa raccolta, e non senza qualche passo falso.
Si lasciano ascoltare piacevoli deja vu come quelli di Vergani, dei NUV o de I deserti di Sara, cattura l’anomia dipinta dai Grenouille, la satira automatica degli Arancioni Meccanici. Sorprendono il sound dei Keibe, la vena finanche eccessiva di Arturo Fiesta Circo, il piano di Sara Denova. Altri brani hanno meno forza.
Mi pare manchi totalmente, a questa terra, una continuità, un filo di collegamento, col il proprio passato, quello di cui abbiamo perso ogni traccia. In questo disco ne sentite gli echi? Io no. La brianzolitudine, narrata altrove, qui mi pare non trovi albergo, nemmeno come sentimento di distanza, distacco o superamento. Il risultato è la sensazione di un apparente sradicamento. Tuttavia abbiamo un’immagine abbastanza nitida, veritiera, di un panorama sonoro intessuto, corroborato, da stili e codici che vengono da lontano, ma da pochi punti, sempre gli stessi, che da qualche decennio continuano a imperversare.
Ecco, a voler trovare una linea di fondo, che ci confermi un tratto brianzolo medio, troverei questo: un prodotto buono e consigliabile, lontano dal recente passato, ma in cui non è facile scovare idee nuove, nuove davvero.
AIM Too wild
Dal sito: www.viaaudio.it
FATTI IN BRIANZA COMPILATION
Catalogo VAR 004 - Marzo 2009
Più di 20 progetti per Via Audio Records e per una nuova compilation che celebra il meglio di una scena musicale ultimamente infuocata. Dalla canzone d'autore di Stefano Vergani al sapore jazzato dell' Arturo Fiesta Circo, dalle sfumature eteree degli Aim alla rabbia metropolitana dei Grenouille, dal sapore d'oltreoceano di TheBigSoundOfCountryMusic all'elettronica dei Keibe, passando per la sperimentazione rock poetry dei Paradisi Noir e il pianoforte di Sara Denova. E molto, molto altro ancora.