Ecco qui tre nuovi titoli arrivati da poco nella mia biblioteca,
che parlano ancora di questione femminile.
Il primo, di Alice Ceresa, Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile, è uscito nel febbraio 2007, ma io l'ho trovato alla Fiera del Libro nello stand di Nottetempo (127 pagg. 12 euro). Il contenuto, prodotto di una estrema sintesi dei concetti, rispetta quanto promesso dal titolo: si tratta infatti di un dizionario che elenca una serie di voci, da "anima" a "vita", rivelando le insidie che ognuna di queste parole rivela nei confronti della donna. Letterario, per esempio: "Curiosamente le opere letterarie, benché da lontanissimi tempi preponderantemente stese da penne o macchine da scrivere maschili, abbondano di personaggi letterari femminili che parlano, pensano e agiscono pertanto per bocche e menti maschili". Vero. Altra verità alla voce Legge, intesa in senso giuridico e non verbale: "Nella nostra società la donna non emana leggi... Chi emana leggi è pur sempre umano, per cui difficilmente si può pretendere che emani leggi a proprio svantaggio...". Infine Bellezza: "A prima vista sembrerebbe che sia per così dire indispensabile alle donne, mentre gli uomini non soltanto possano farne a meno, ma addirittura di ciò si compiacciano. Sono tuttavia impressioni superficiali, derivate dal falso concetto che la bellezza sia un attributo. In realtà è una merce e ubbidisce alle correnti leggi di mercato".
Un attacco morbido ma efficace agli stereotipi femminili arriva da Nicla Vassallo, docente di Filosofia Teoretica, che in Donna m'apparve (Codice edizioni, 163 pagg., 18 euro) raccoglie i contributi e le riflessioni di altre otto filosofe e giuriste che ragionano sulle presunte attitudini delle donne, quelle su cui sono stati costruiti stereotipi evoluti poi in situazioni oggettive, che sulla distanza hanno marcato una diversità e addirittura una penalizzazione. Così, la domanda fondamentale da porsi, e alla quale cercare di rispondere, diventa una sola: è possibile oggi definire un concetto di femminilità? Per cercare di rispondere, occorre prima di tutto sgombrare il campo da ipocrisie e luoghi comuni, per calare la donna su un piano di realtà: quello dell'io (Essere diverse e Essere madri), dell'io e l'altro (L'empatia, Il bene e La parola) e quello dell'io e il mondo esterno (Oggettività e Scienza).
Alain Touraine tenta invece un'analisi sociologica per collocare l'evoluzione odierna del femminismo all'interno della globalizzazione, ovvero di una omologazione di ruoli e concetti deprivati di una vera riflessione. Il mondo delle donne (Il Saggiatore, 242 pagg, 20 euro) raccoglie i risultati di una ricerca portata avanti all'interno di un gruppo di donne di diversa estrazione sociale e religione. Il risultato sostiene che l'identità femminile e la costruzione del sé, passano fortemente attraverso la specificità sessuale. Perché, confinata in uno spazio a margine, la donna ha creato modelli di conciliazione degli opposti, tali da poter ceare spazi propri all'interno dello scontro tra poteri sociali e rincorsa dei diritti. I risultati sono le ascese professionali che non escludono l'adozione del velo, o il credo religioso che non impedisce di aderire a costumi laici, all'interno di ambivalenze solo apparenti.
Dal blog di Paola Pioppi