La Villa e il suo parco possono essere cornice ideale per eventi di altissima caratura e di grande richiamo, ma...
Si è conclusa con l’intenso concerto di Roberto Vecchioni “Musicomedians”, la rassegna in bilico tra teatro e canzone organizzata da Flavio Oreglio che, anche quest’anno, ha riempito splendidamente Villa Greppi per il secondo week-end di giugno.
Chi era presente domenica sera, ed eravamo in tanti, credo abbia assistito a una serata d’alto profilo. Prima le bravissime e giovani Erica Mu e Veronica Marietti, poi il sanguigno Stefano Tessadri, infine, Vecchioni, che non ha risparmiato la storia, infilando una di seguito all’altra, e ne dirò solo quattro, Luci a San Siro, Viola d’inverno, Blumùn e Milady.
Una riflessione, standomene lì raggomitolato nell’aere serale, sulla splendida terrazza sotto le stelle di Villa Greppi, era rivolta all’attività e al futuro di quel luogo e del Consorzio Brianteo (l’ente che gestisce la villa, la sua programmazione, i suoi spazi, su mandato delle due Provincie – Lecco e Monza – e dei quindici Comuni che ne fanno formalmente parte).
L’affluenza registrata in questo week-end impone qualche necessaria considerazione rispetto al grado di utilizzo (o sotto-utilizzo) e il genere di programmazione che un soggetto del genere potrebbe fornire e fornisce. Potrebbero davvero, quella Villa e il suo parco, essere cornice ideale per eventi di altissima caratura e di grande richiamo.
Invece, invece constato e temo che quegli spazi siano ancora troppo chiusi e la programmazione eventi troppo flebile. E, detto tra noi, credo anche che gli ultimi esiti elettorali – con la perdita delle Provincie e di diversi tra i Comuni consorziati da parte del centrosinistra – non aiuteranno un percorso di rilancio e valorizzazione del Consorzio, nelle mani di un CdA di altra ispirazione (ora potremmo definitivamente dire in controtendenza).
Non sono in grado di esprimere una analisi delle cause di un eventuale sotto-utilizzo, ne di proporre vie alterative percorribili (soprattutto sul piano economico). Mi pare però doveroso da parte di tutti i soggetti che ne fanno parte, e visti i risultati egregi del week – end appena trascorso, una riflessione in merito all’importanza del Consorzio e dello strumento culturale che rappresenta.
Insomma, per farla breve, è un’opportunità colta in parte, questo consorzio, e non del tutto. Ora più di prima, un percorso di riorganizzazione e rifinanziamento a me pare decisivo, in un’ottica aperta, nuova, finalmente, realmente, sovra-comunale. Molti dei soldi che i Comuni utilizzano per offrire spettacolini ai loro tremila abitanti potrebbero essere convogliati in progetti più seri, duraturi, con un’offerta che raggiunga un bacino potenziale di utenti molto più ampio. Lo so, è difficile. Ma importante.
Al Consorzio, i rinnovati fiducia e appoggio, imporrebbero d’altro canto un vero rilancio direttivo e amministrativo: un più di idee e un più di funzionalità rispetto a quanto fatto fin qui.
E’ questione dirimente, una scommessa che in cuor mio spero si possa giocare. Se si fa, ha senso proseguire, se non si fa, prelude a una traccia di sentiero che va spegnendo.