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Una rivelazione. Scrittura, trama, ambientazione: tutto quello che non ci si aspetta di trovare, a questi livelli, in un romanzo di esordio.

Invece La maledetta di Marc Pastor (Giano, pagg. 234, 16 euro) è stato un'ottima sorpresa, da ogni punto di vista. Primo titolo tradotto in Italia dello scrittore barcellonese, criminologo e collaboratore della polizia scientifica, il romanzo indaga su Enriqueta Martì: figura inquietante, mai tratteggiata fino in fondo ma solo quanto basta per trasmettere il disagio generato da una donna realmente esistita, che si lasciò alle spalle una leggenda di angoscia e timore. Enriqueta la vampiressa, la guaritrice, la donna che si prende i bambini. Ne sono già spariti otto, figli di disperate di cui tutti mettono in discussione l'affidabilità, come le prostitute delle case chiuse. Basterebbe questo a costruire una trama solida, questa donna gelida e repellente ma capace di scatenare la passione di alcuni uomini, la sua cattiveria, il suo essere antitetica a ogni forma di maternità o di pietà. Invece nel romanzo di Pastor c'è la Barcellona più nera di inizio secolo, c'è l'investigatore Moisès Corvo che all'inizio forse ci appare eccessivo ma che poi ci piace molto, ci sono personaggi di contorno costruiti su misura. C'è molta amarezza, quel genere di amarezza che attraversa la storia e i luoghi, e di cui non ci si libera mai. In quest'ultimo aspetto sta forse la forte attualità di questo romanzo, dove la durezza estrema di certi passaggi (dei quali il lettore è preventivamente avvisato) riesce a non eccedere nell'economia dei contenuti, e dove la disillusione si aggrappa al vivere, al voler andare fino in fondo alle cose per dare un senso alle proprie esistenze, per dimostrare l'amicizia e la stima di chi ci vive accanto, la ricchezza di alcune forme di marginalità.

20090718-la_maledettaLa scrittura, nella bella traduzione di Beatrice Parisi, ha bisogno di qualche pagina per prendere il ritmo, ma poi non si fa più sentire, diventa la robusta spina dorsale di una storia che mescola lucidamente intelligenza e cialtroneria di uno spaccato sociale tanto simile al nostro, e che alla fine lascia un senso di torbidume incompreso di ciò che sta nelle retrovie. Come accade anche oggi, leggendo un qualsiasi quotidiano.

Marc Pastor sarà in Italia a settembre, e in quell'occasione lo conoscerò:  mi aspetto molto... mi aspetto che il suo essere persona sia alla pari del suo essere scrittore.

Intanto qui il blog che parla della "mala mujer", qui sotto il booktrailer del libro nell'edizione spagnola.

 

Dal blog di Paola Pioppi

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