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Monza e la sua provincia dispongono di un modello di diffusione della cultura validissimo e ammirato nel resto d'Italia come all'estero: frutto del volontariato di tanti appassionati, e coltivato con pazienza

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e si vuole indagare meglio sullo stato dell'arte in Brianza, inevitabilmente uno degli interlocutori più utili è l'associazione Millegru, che con la stagione PoesiaPresente ormai da più di tre anni fa del nostro territorio un centro di punta della poesia. Con oltre quattromila fruitori e valide collaborazioni internazionali nell'edizione 2009, il progetto sembra riuscire nel difficile compito di portare un po' di Brianza nel Mondo e un po' di mondo in Brianza. Nel marzo di quest'anno una delegazione di PoesiaPresente è stata ospitata dall’Università di St. Andrews, in Scozia, per esporre il progetto, valutato come il più innovativo per la promozione di poesia contemporanea italiana. Con Dome Bulfaro, da sempre spina dorsale dell'evento, abbiamo parlato dell'approccio alla cultura della nuova provincia.

Dopo tre anni di attività con PoesiaPresente, si sente di poter dire che la poesia, ma anche la cultura in generale, sia radicata in Brianza?

Posso rispondere citando quello che mi ha detto una persona che lavora alla libreria "Libri e Libri" di Monza: negli ultimi anni, la loro sezione di poesia contemporanea ha dovuto ingrandirsi per via della maggiore richiesta. A suo parere, questo fenomeno è collegato all'attività di PoesiaPresente. Io non posso esserne sicuro, ma effettivamente una relazione potrebbe esserci.

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Daniela Orlando, "Fra le mura", Oreno di Vimercate, 17 aprile (in collaborazione con Poesia teXtura festival)

 

Da questo punto di vista, quanto ha inciso sul territorio il lavoro svolto da Millegru?

Il progetto ha messo radici profonde: il numero di persone che spediscono materiale da visionare aumenta ogni anno. E poi, un'altro elemento incoraggiante è che le amministrazioni cambiano, ma le collaborazioni e le attività proseguono. In nessun comune in cui abbiamo lavorato almeno una volta, il nostro lavoro è stato abbandonato. Quelle attività sono come dei semi che negli anni fruttificano.

La Brianza crede in se stessa? Il pubblico brianzolo è consapevole che alcuni propri conterranei sono artisti di punta in svariati ambiti?

È difficile rispondere. Dal punto di vista degli artisti, c'è una Biennale di Monza che funziona piuttosto bene. Un'altra manifestazione di punta è proprio la nostra, senza dimenticare le attività artistiche di Area Odeon. Per quanto riguarda il pubblico, in linea di massima, mi sento semplicemente di poter dire che gli eventi sono seguiti. Un ruolo centrale in questo è svolto dal teatro Binario 7 di Monza, vero cuore pulsante della cultura Brianzola.

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Rati Saxena (India), Teatro Binario 7, Monza 23 maggio

 

Come ci si trova lavorare con le istituzioni brianzole nella preparazione di eventi della portata di PoesiaPresente?

In generale, si tratta di interlocutori abbastanza reattivi, disposti all'ascolto, anche se difficilmente competenti. Se non altro, però, cercano di capire l'utilità del progetto per tutta la comunità, quindi posso definirlo un rapporto positivo. In ambito culturale, in provincia, è innegabile che si sia fatto molto, e spesso bene. Ora è necessario fare rete affinché si punti ad una qualità più alta e ad una continuità più assidua. Secondo me le singole amministrazioni e le provincia sono pronte per fare un ulteriore salto di qualità in termini di ecocultura: non bisognerebbe mai dimenticare che chi coltiva l’ignoranza lascerà in eredità ai propri figli o concittadini un luogo arido di valori e un giardino assediato da erbacce.

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Dome Bulfaro

 

Per la sua esperienza, queste istituzioni credono nella cultura? Ci "investono", per usare un termine economico? Viene incentivato seriamente l'approccio agli eventi culturali?

Nel nostro caso, posso rispondere di sì, anche se le prime persone ad investire nel progetto siamo noi stessi, con il nostro impegno. È impossibile però dare una risposta per tutte le amministrazioni, bisognerebbe andare davvero caso per caso, e in più avere il polso della situazione a livello nazionale. La vera riflessione interessante, per un'area come la nostra che è tra le più ricche d'Italia, sarebbe piuttosto analizzare non quanto si investe nella cultura in termini assoluti, ma quanto si investe in proporzione alla ricchezza del territorio. Bisogna poi fare attenzione a non abusare degli eventi culturali di massa. Ennio Morricone nel 2007 e Giovanni Allevi quest’anno, in questa fase di formazione e caratterizzazione della provincia MB, mi sembrano prestigiosi e strategici perché attirano l’attenzione dei mass media. Ma non devono essere totalizzanti perché la cultura non è un’azione che vive a spot, il territorio va arato bene tutti i giorni, in profondità, altrimenti a forza di spot con grandi nomi e grandi fratelli si finisce per restare ciechi. Sempre parlando della nostra provincia, mi piacerebbe far capire anche alle industrie quale ruolo di importanza possano giocare nell'attività culturale. Industria e cultura non sono nemiche. Non sto parlando di industria culturale, ed è bene specificarlo nel periodo in cui a Monza c'è il Forum dell'Unesco proprio su questo tema, ma della cultura stessa del nostro territorio che è una cultura industriale, legata alla lavorazione di materiali, cioè un'arte applicata.

Come è composto il pubblico che segue la stagione di PoesiaPresente? È possibile tracciare un "profilo medio" del fruitore culturale brianzolo?

Il nostro pubblico è eterogeneo, che varia molto da una serata all'altra: chi viene al Poetry Slam quasi mai è la stessa persona che viene al convegno. Si tratta di un pubblico che ha imparato a scegliere, dunque più libero. Credo che da questo punto di vista la libertà sia sempre legata ad un'offerta culturale che sia la più ampia possibile.

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Qian Xi Teng (Singapore), Lissone 21 marzo Giornata Mondiale  
della Poesia (in collaborazione con Torino Poesia)

 

Da sempre, PoesiaPresente si configura come un servizio gratuito per la comunità. È un modello che si può trasmettere anche ad altri eventi che diffondono la cultura?

Se hai i fondi per farlo, sì. Per noi la poesia è un dono. Se sto offrendo un dono, di solito è perché posso farlo, perché mi trovo in una condizione favorevole; e soprattutto, non mi aspetto nulla in cambio. Il modello si potrebbe applicare, ma prima ancora che economico, il problema è culturale: chi promuove cultura deve pensare che il beneficiario del suo dono diventi più presente a se stesso e al mondo circostante.

Quanto è importante l'accessibilità alla cultura e agli eventi culturali?

È fondamentale. Se non ho l'opportunità di ascoltare un bravo insegnante e devo accontentarmi di uno mediocre, la mia formazione ne risentirà. A maggior ragione ciò vale per una comunità intera. Il dovere di chi promuove la cultura è alzare sempre più il livello qualitativo, ma senza divenire elitari. La poesia non è per pochi, ma per chi ha in mano le chiavi di lettura. Il nostro compito è dare queste chiavi a più persone possibile. Per questo è importante il recupero della poesia orale, perché permette anche ad un analfabeta di fruire dell'arte. E spesso un analfabeta capisce la poesia meglio di un letterato.

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Nii Parkes (UK), Teatro Binario 7, Monza 5 febbraio

 

Ci può anticipare quali novità caratterizzeranno la quarta edizione di PoesiaPresente?

"La cura del debole sia della nostra forza la misura": in questo verso c'è tutta la tensione di PoesiaPresente, che vuole essere sempre più internazionale ed interculturale, con un forte credo umanitario, e soprattutto "glocal". Ai poeti monzesi, si affiancano poeti di tutto il mondo. Il nostro modello culturale si arricchisce, perché diventeremo casa editrice, pubblicando autori italiani e stranieri, giovani e classici. Si chiameranno Edizioni a briglia sciolta – Millegru, e la collana si chiamerà, com'è ovvio, PoesiaPresente. Ogni edizione sarà abbinata a un dvd o ad un cd, con particolare cura per la videopoesia. Prenderanno forza, inoltre, altre iniziative che avevamo iniziato a sviluppare già negli anni scorsi. Uno dei più importanti è "Leggere con cura", ideata e applicata da me e da Ivan Sirtori quest'estate nell’Ospedale “A. Manzoni” di Lecco. Per sei giorni, attraverso il personale dell’AVO, è stata somministrate una poesia al giorno, sul tema della cura e della riconciliazione. L’ultimo giorno, nella hall dell’ospedale, abbiamo realizzato un reading poetico non invasivo di tre ore, in linea con i temi proposti nei giorni precedenti. Le poesie sono state distribuite su fogli A4; gli autori delle poesie distribuite sono stati selezionati evitando grandi nomi per privilegiare giovani poeti contemporanei o autori poco noti che vivono o hanno operato nel lecchese e più in generale in Brianza. L’ultimo A4 distribuito in realtà chiedeva ai degenti di comporre versi o scrivere frasi affinché le loro parole fossero curative per altri degenti dell’ospedale. L'esito felice del progetto pilota ci ha spinto ad estendere la nostra azione ad altri tre ospedali: Ivan sirtori continuerà anche quest'anno a lavorare a Lecco; Fabiano Alborghetti sarà all'Ospedale Italiano di Lugano; io alla Clinica pediatrica del San Gerardo di Monza, e Patrizia Gioia all'Ospedale maggiore Policlinico di Milano. Giovedì 19 aprile 2010, è poi prevista una serata al Teatro dei Filodrammatici di Milano in cui saranno lette alcune di queste poesie, per esportarle fuori dalle mura dell'ospedale.

Lavoreremo poi anche a "Poesia in LIS", traducendo le nostre poesie nel linguaggio dei sordomuti. Un altro progetto importante sarà "Poesia buona come il pane": si tratta di attivare laboratori poetici che sappiano coinvolgere diversi protagonisti (bambini, studenti, insegnanti, commercianti, fino alla cittadinanza tutta) affinché la cultura, e in particolare la poesia, diventi veicolo per trasportare idee e relazioni interpersonali. Il fine è di consolidare e far crescere il tessuto sociale cittadino per una convivenza civile interculturale, per questo i primi quartieri di Milano in cui abbiamo attivato quiest'iniziative sono quelli in cui questo tipo di convivenza è messo maggiormente alla prova, come Corvetto, Rogoredo e San Siro. Le migliori poesie nate da questi incontri saranno stampate su sacchetti del pane. I sacchetti poetici saranno distribuiti dai panettieri della città.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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