Alcune poesie di Massimilano Testa, un poeta nato in Sardegna dove vive.

 

 


Collezione di Poesia

 

 

La loro concezione dell'eguaglianza

 

Non è la fede di quelle infilate al dito

o nell'alto dei cieli. Piantati nelle masse

i piedi corre con la coscienza di classe

verso l'alba radiosa futura del Partito!

 

Ignorante e mediocre, privo di vista e udito,

con sentimentalismo da Piccolo borghese

specula sulla gente, quella senza pretese,

accedendo alle cariche più alte del Partito!

 

A organizzare un gruppo giovanile domanda

il militante impegnato a mo' di propaganda,

che si possa vedere in alto il risultato,

 

ma casca dalle nuvole, si proclama pulito

e nel nuovo lavoro si è davvero applicato.

Per premiarlo lo han fatto segretario al Partito!

 

 

 

 

La posta

 

                                                                                                … accadere silente del niente...

                                                                                                                                               F. Tezzi

 

 

Bello far la posta alla cassetta della posta.

Appostato sto in attesa del postino.

Bevo un sorso di mosto in questo posto in sosta.

Aspettare mi costa. Cosa nostra il destino.

 

 

 

 

Mai più!

 

Quanto astio in quella piccola creatura,

che cela dentro un gigante di guai.

Irruente nella sua architettura

dalle curve eleganti di un bonsai!

 

E che delizia vederla sicura

piantare gli occhi addosso al traditore.

Queste son cose da donna matura

ma sottovoce si parla d'amore!

 

Giustizia è fatta! Il viso è sollevato!

Negli occhi il temporale si allontana.

C'è tempo per un lampo che va giù

 

quando lui tenta un gesto disperato:

ritorna, si china, si riallontana

sferzante come una frusta: mai più!

 

 

 

 

Non è mai la fine

 

Il tentativo illusorio di eludermi

è stato un gesto, fra tanti vano.

Non sei riuscita in fondo a deludermi,

indifferente a te mi allontano.

 

E' strano e nuovo trovarsi cambiato,

amare la vita anche nel dolore.

Ho davanti il futuro illuminato

che si spiana oltre i vincoli del cuore.

 

 

 

 

Ha avuto troppa pazienza

 

Per la metà mancanti e per l'altra cariati

la tua bocca mi sembra un rudere romano,

in sintonia perfetta con i modi da maschi

e l'andatura da scimpanzè africano.

Le gran botte di sole e quelle di tuo padre

ti hanno dato la grazia di splendido animale.

 

Uno sguardi d'intesa con la tua compagnia,

afferri la bottiglia, salti sul muricciolo,

dove domini tutti, che guardi fiera e...via!

La porti alla bocca e bevi d'un fiato solo!

Un soddisfatto ”Ah!”, un rutto, un grido di sfida: “Eh”!,

ti tergi con la manica; “Chi vuol bere con me?”.

 

 

 

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Massimilano Testa

 

PALLIDI SCIACALLI

Edizioni Scettro del Re

 

Ha pubblicato nel 1989 "Primi versi".