Le voci sono centinaia, per raccontare la narrativa di genere
e le sue contaminazioni, il cinema e i festival.
Quello che conta nel Dag, il Dizionario Atipico del Giallo 2010, è la sua leggibilità. Grazie alle decine di interviste ad autori italiani e stranieri, questa opera enciclopedica e ricca di curiosità, si legge facendo zapping tra le pagine, scorrendole fino a bloccarsi sulla voce che attira l'attenzione, sullo scrittore che piace o sul titolo che ci siamo persi, anche solo per essere un po' più convinti che non fa per noi. Sono i libri nei quali mi abbandono, sfogliando e rileggendo. Cercando qualcosa che non sapevo. Curato da Maurizio Testa, il Dag è stato realizzato anche con il corposo contributo di Alessandra Buccheri e Claudia Catalli (Cooper editore, 389 pagg., 18 euro), oltre ad una serie di collaboratori.
Come inseguite e selezionate le centinaia di voci del Dag?
Alessandra: Secondo un criterio puramente discrezionale. Noi tre, Maurizio Testa, Claudia Catalli e io, scegliamo ciò che ci è piaciuto, che ci ha colpito in positivo o in negativo, ciò di cui si è parlato molto o troppo poco nell'anno. Concordiamo il numero di pezzi e le battute, e ovviamente ci coordiniamo su "chi-fa-cosa", ma la scelta è rimessa alla nostra valutazione. Claudia: Fondamentalmente in base alla nostra esperienza professionale, cioè recensendo/criticando/commentando solo ciò che abbiamo personalmente letto, visto... Forse il dizionario è atipico anche per questo, perché invece di badare alle voci, alle mode e al sentito dire, parliamo solo di ciò che in prima persona abbiamo potuto visionare e verificare più o meno valido per l'inserimento.
Qual è l’aspetto più divertente nel realizzare quest’opera così articolata?
Alessandra: Quello della libertà, appunto. Poter scegliere di segnalare grandi nomi ma anche autori semisconosciuti. Prendere i contatti, intervistare, cercare di fare emergere qualcosa di non scontato e piacevole da leggere. E poi la promozione. Perché diciamolo, la parte più rilassante è quando vai in giro a parlare della tua "creatura" e a raccogliere il frutto delle fatiche. Claudia: Lavorare in una squadra di professionisti e amici, due qualità rare da combinare, e avere la libertà di sparare a zero o incensare autori e opere secondo "l'insindacabile giudizio" di chi scrive. Argomentando le motivazioni, ovvio!
Chi sono i lettori del Dag?
Alessandra: Mi piacerebbe saperlo... Tanti tra gli appassionati del genere, immagino. Ma in realtà non lo so e sarei molto curiosa di conoscerli e sapere cosa pensano. Claudia: Dovrei dire gli appassionati del genere giallo, thriller, noir, ecc... ma io spero chiunque, basta un pizzico di curiosità. Il resto - contenuto, stile e compagnia - ce lo mettiamo noi, speriamo!
Dal blog di Paola Pioppi