Il live della giovane promessa della musica d'autore al Tambourine di Seregno
Fotografie di Francesca Pontiggia
A volte è facile appellarsi ai grandi nomi, alle band note da anni e ormai dotate di un loro pubblico e di una certa notorietà, per tratteggiare un ritratto della musica indipendente italiana, sul suo stallo o meno, sui temi e sulle traiettorie che la caratterizzano.
Ben più difficile è fare lo stesso discorso guardando il mondo musicale da un’altra prospettiva, dal basso, soprattutto in questo periodo, in cui praticamente chiunque ha la possibilità di far uscire un disco e di avere visibilità, grazie alla rete e alle nuove tecnologie.
Il Tambourine ha tra i suoi pregi quello di riuscire spesso in questa impresa, proponendo in cartellone, oltre a serate con nomi di certo ed assoluto richiamo, anche concerti di volti e nomi nuovi, al primo disco o ancora legati a una dimensione “di zona”.
Un esempio è stato venerdì scorso, quando sul palco del club seregnese si sono alternati gli Eco98 e Micol Martinez.
I primi sono un quartetto monzese con alle spalle già alcuni anni di gavetta, costellati da concerti, concorsi e demo, come è normale per ogni gruppo che tenti di emergere. Nel tempo la loro proposta si è fatta via via più personale, come dimostrato appieno nel breve set al Tambourine. A musiche che si rifanno più che altro al post-punk e al pop anni ’80 si accompagnano testi mai banali con riferimenti alla tradizione cantautorale, primo fra tutti Battiato, e al rock italiano di più nobile lignaggio, per esempio C.S.I. e La Crus. Il risultato è convincente anche in sede live, come hanno potuto constatare i presenti a Seregno, che si sono lasciati ammaliare dalle sonorità eleganti della band e dalla particolare voce di Fabio Galvagno, in particolare su “Strato Urbano”, probabilmente il miglior brano proposto. Per i monzesi è ora in arrivo il primo vero disco, una chance assolutamente meritata.
Micol Martinez è invece già uscita con il suo debutto, “Copenhagen”, un disco che ha ricevuto ottime recensioni più o meno ovunque. Anche il giudizio sul suo concerto seregnese non può che essere positivo. Micol è infatti dotata di una personalità fortissima e magnetica, che solitamente si trova in artisti con molti più anni di carriera alle spalle. Forse in questo è aiutata dalla sua esperienza come attrice e DJ in molti locali milanesi, ma c’è sicuramente qualcosa di innato nella sua capacità di tenere il palco e di trasmettere emozioni a chi ascolta. Emozioni che arrivano sia dai suoi brani, contraddistinti da testi assolutamente personali e da una dirompente forza femminile, sia dalle cover in scaletta, tra le quali spiccano i nomi di Ani DiFranco e dei Violent Femmes. L’ora di concerto scorre così tra momenti più raccolti, come in occasione di “Testamento Biologico” o “Il cielo”, ed altri più elettrici, come “Copenhagen” o “L’ultima notte”, che fanno tornare in mente la rabbia e la visceralità di PJ Harvey e di altre grandi donne del rock di oggi e di ieri.
In definitiva, una gran bella scoperta quella di Micol Martinez, un nome nuovo su cui scommettere per il futuro del rock italiano declinato al femminile, ma non solo.