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Ottava edizione di Art Action Monza: Nicola Frangione ci ha parlato del suo festival sulle arti visive e sonore, ma soprattutto incentrato sulla performance come azione materiale dell'artista

Performance. «Un termine che è sempre più usato in diversi campi – spiega Nicola Frangione, artista performer, monzese d'adozione – ma che per me rappresenta l'essenza del festival Art Action, per la sua capacità di saltare non solo da un'arte ad un'altra, ma anche di adattarsi a tematiche diverse. Se l'anno scorso – continua – il filo conduttore è stata la voce, quest'anno sarà invece la danza, intesa come espressività del corpo, il tema principale del festival». L'evento si terrà nel Teatrino della Villa Reale di Monza dal 13 al 15 maggio, a ingresso libero. Si tratta di uno dei pochi eventi europei di questo genere (insieme ad "Interazioni" di Cagliari) che non sono patrocinati dall'ambiente universitario.

Ma cos'è la performance per chi coltiva l'action art? «Io la definisco come azione-monologo – risponde Frangione – nella quale tu non sei solo l'autore dell'opera o dell'azione in sé, ma ne sei la materia».

Il festival presenterà per la maggior parte artisti che non sono mai stati a Monza: la filosofia di Art Action privilegia la novità rispetto alla riproposizione di performer e performance già intervenuti. Con alcune eccezioni, come il poeta sonoro Giovanni Fontana, o l'ungherese Endre Szkarosi, che peraltro non parteciperanno come performer, ma presenzieranno a questa edizione. L'introduzione di quest'anno è affidata a Roberto Rossini, che l'anno scorso figurava come performer. Gli artisti coinvolti sono stati scelti proprio perché nella loro ricerca trova un ruolo fecondo l'espressione artistica tramite il corpo. «Anche se alcuni proporranno ovviamente qualcosa di diverso – precisa Frangione – per variare un po'. Tutti gli artisti che abbiamo chiamato – sottolinea – in patria sono insegnanti in scuole, accademie o università», persone quindi di grande serietà artistica e di alta qualità nella ricerca.

«L'identità del festival è l'interdisciplinarietà – spiega l'organizzatore – che è il cordone ombelicale della creatività. Più che di avanguardia, ormai – prosegue – ha più senso parlare di un recupero dell'esperienza dell'essere. L'obiettivo principale è offrire al pubblico un mazzo di chiavi, cosa che è sempre meno di moda, per così dire, sia nell'arte ufficiale (vedi i festival cinematografici, dove i critici spesso si portano dietro i loro pupilli) – fa notare – sia nell'ambito della stessa interdisciplinarietà». Un pensiero è rivolto già alla prossima edizione, come confessa lo stesso Frangione: «Non è detto che le edizioni future non consistano in una sorta di happening nel centro storico – dice – un po' come era una volta l'action art, una disciplina "on the road"».

Quanto è stato seguito il festival negli anni, e quanto pubblico ci si aspetta per quest'edizione? «Lo spazio di solito è modesto – spiega – perciò già cinquanta o settanta persone a serata sarebbero un successo. Non si parla di teatro o di un concerto rock – sottolinea – i numeri sono molto diversi. Diciamo che generalmente ci sono dieci o venti persone che assistono a tutte e tre le serate, mentre il massimo del pubblico si concentra, come è ovvio, di venerdì e di sabato. Finora posso dire di non aver avuto delusioni nelle mie aspettative – conclude – e trattandosi di un pubblico sempre abbastanza variegato mi ritengo più che soddisfatto».

 

Di seguito, il programma del festival e le schede degli artisti partecipanti:

 

Giovedi 13 Maggio

Ore 21 intervento teorico di

Roberto Rossini

dalle ore 21,30 alle 24 performances di:

Angela Belmondo (italia), - Bálint Szombathy (Ungheria)

Cristina Negro (italia) - Marie Bosque (Francia)

 

Venerdi 14 Maggio

dalle ore 21 alle 24 performances di:

József R. Juhász (Slovakia) - Marianela León Ruiz (Spagna)

Zuzana Žabková ( Slovakia) - Monica Klingler (Svizzera)

 

Sabato 15 Maggio

dalle ore 21 alle 24 performances di:

Tino Schepis (italia) - Adrian Shephard (Inghilterra)

Ariella Vidach (italia) - Michael Northam ( U.S.A.)

 

 

Tino Schepis (italia)

Si forma allo Steps di New York con il maestro Daniel C.Tinazzi. Continua con Roberto Zappalà, Virgilio Sieni, Ivan Wolfe Stephen Petronio e Maguy Marin. Lavora nel 1998 con Ariella Vidach, Monica Farné ed Enzo Procopio. Entra nella compagnia di Eugenio De Mello con cui lavorerà sia in Italia che all'estero. Nel 2000, crea un assolo intitolato "Spettri". Da questa produzione scaturisce MPR 2020, evoluzione di "Spettri". Nel 2003 crea INTRO>SPECTIVE, in coproduzione con Mosaico Danza e nel 2005 realizza AQUARIUS che debutta al Teatro Fondamente Nuove di Venezia. Nel 2007 produce e mette in scena ZERO, partecipa ai festival: Festa del Teatro (Milano 08),Giornata Internazionale della Danza (Mi 08), Solo in Azione (Milano 07), Apriti Scena (Crema 06),La Danza del III Millennio Teatro Due (Parma 04),Festival Adda Danza (Milano 03-05), Contrappunti (Torino 02-03 ), Drodesera Festival Dro (Trento 03), Danza Estate (Bergamo 03), Danza Urbana (Bologna 01 ), Lavori in Pelle e Ammutinamenti (Ravenna 01-02), Greenwich+Docklands (Londra 02), AND Visioni di Danza (Ferrara 02).

Presenta la performance: “UNO” Coreografo e interprete: Tino Schepis, Suono dal vivo: Attila Faravelli.

Il corpo è anche il contenitore che gli impedisce di trovare nel movimento naturale la propria purezza. Ridisegnando gli spazi interni e i luoghi dello spazio, crea immagini che alterna ad una danza liquida e sospesa nel vuoto ricercando nel punto di rottura l’apertura.

Marianela León Ruiz (Spagna)

Dall’Art Action alla Danza Butoh. La sua attività è uno stile di vita, lavora per aiutare la percezione e far riapparire l'esperienza. Alla fine degli anni 90', si inspirò all'arte di Joseph Beuys, Yves Klein, John Cage e Marina Abramovic e si definì come un artista di azione. Nell'Art Action ha trovato un modo di agire nella vita, così che, bevendo il nettare del movimento Fluxus, concepì ogni momento come un'occasione per piantare un fiore di nonsense in mezzo al corso meccanico della vita quotidiana. Nel 2000 la ballerina spagnola Sua Urana la introdusse alla danza butoh. Dal 2003 lavora intensamente con alcuni ballerini di butoh. Ancora oggi Masaki Iwana rimane il suo principale referente. Butoh come danza di affresco, una dissoluzione chimica del corpo, tempo e spazio. Aprire un tempo dove qualche cosa può emergere, un campo per generare un fenomeno reale, qualche cosa di imprevedibile di fronte agli occhi del pubblico, proprio grazie allo sguardo degli spettatori: questo è quello che lei apprezza di più di una performance di danza: La verità dell'istante. Nel 2007 crea la compagnia di danza Baba de Plata..

Presenta la performance di Butoh: -Aglio di agonizzante argento- “E quando io guardai il cielo, tutte le stelle che si vedono e non si vedono caddero su di me e trafissero con pugnali di luce la carne e l'anima, e mi incendiarono di follia questo cuore che era di fuoco, lasciandomi la carne fredda e dura come la neve delle cime.” –Lorca-

Marie Bosque (Francia)

Nata a Parigi nel 1956, ballerina, coreografa, improvisatrice, Dall'infanzia e fino all'adolescenza Marie segue i corsi di Danza Ritmica Irène Popard. Al suo arrivo in Provence nel 1978, studia danza contemporanea ed improvvisazione con Josiane Rivoire, Claire Saoul e Geneviève Sorin. ad Arles e Marsiglia. Completa la sua formazione partecipando a numerosi stage. Inizia il lavoro di coreografa dove unisce l'intimo, il religioso ed il politico in solo e duo, ma anche in un altro registro, dalla sua posizione e postura di artista abborda a una riflessione dolce amara sul quotidiano, la relazione con l'altro ed il rapporto con la creazione artistica. Col gruppo d’improvvisazione di danzatori e musicisti danseurs/ses e improvisateurs " Les improbables jardiniers de vague ". Scrive la danza nel rischio dell'incontro dove non bisogna credere a tutto quello che non si vede. Presenta la performance: “ l'elogio della lentezza" Proposta di danza improvvisata sull'assurdo e confusa memoria ed attenzione di un caryatide, dove il tempo, come un lavoro sempre in azione, s’ accompagna sulla sua strada.

Cristina Negro (italia)

(Milano, 1963) Danzatrice, coreografa, formatrice. Laureata in lettere Moderne. Studia a Parigi conseguendo il Diplome d’Etat per la Danza Contemporanea. I suoi maestri sono Dominique e Françoise Dupuy, Carolyn Carlson, Masaki Iwana, Julyen Hamilton Teri Weikel.  Approfondisce la pratica dello yoga, del Feldenkrais, dell’uso della voce, del Butoh Giapponese, della Danza Sensibile integrandole alla sua ricerca artistica. Realizza progetti cercando l’apporto di altri linguaggi  artistici quali la musica, il teatro, la fotografia, architettura, la pittura e il video. Negli ultimi dieci anni si dedica esclusivamente all’improvvisazione tra corpo e suono collaborando con numerosi musicisti tra i quali Barre Phillips, Peter Kowald, Filippo Monico, Giancarlo Locatelli, Alberto Braida, Wilbert de Joode. Dal 1999 insegna alla Facoltà di Scienze della Formazione presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. E’ Vicepresidente dell’Associazione culturale Takla Improvising Group. E’ Presidente del Coordinamento c-DAP Lombardia Danza e Arti Performative.

Presenta la performance: ETERNITY n°1 Improvvisazione per corpo e suono. Uno studio sulla trasformazione. Per esplorare l’ infinito.

Angela Belmondo (italia)

Angellore - Performer la cui ricerca attraversa teatro, danza, musica e fotografia. Nel 2002 incotra le arti performative attraverso le discipline del terzo teatro e segue numerosi workshop con attori dell’Odin Teatret e del panorama del teatro di ricerca tra cui Roberta Carreri, Julia Varley, Danio Manfredini. Nel 2007 affronta un lavoro intensivo con Ivan Tanteri ( Teatro Potlach) e inizia un’esperienza di teatro in strada nel sud italia, con l’incontro di realtà culturali differenti nelle quali il teatro diventa vero momento di conoscenza e scambio tra le persone. Continua nel corso degli anni la sua sperimentazione del corpo e la ricerca di un linguaggio personale per esprimere la sua complessa interiorità. Tra i suoi lavori: Beyond The Veil of Sleep, Border of Insanity, Dark Kabarett. Nel 2009 ha partecipato a: Sogni A Spazi Aperti - festival internazionale di teatro di strada (Oristano). Le Arti del Gesto - festival internazionale di Arti Performative (Crotone). Sconfinando - VI Rassegna danza di confine - Sarzana Festival (Spezia).

Presenta la performance: “Fa'tal”- a requiem dance for the uneasy-unknow Time.

La prima fase di questo lavoro nasce nell'estate del 2009 dopo l'incontro significativo con la danza Butoh ed il lavoro intensivo svolto con Atsushi Takenouchi. Fa'tal è un viaggio dentro sè, in continuo divenire.

Zuzana Žabková ( Slovakia)

Studia comunicazione in Metz 2003-2004. Liceo bilingue Franco-Slovacco sezione scientifica a Košice 2001-2006. Accademia di Bratislava di belle arti e disegno, dipartimento intermedia e multimedia Atelierr In / Ilona Németh 2006-2009. Ha seguito Workshops organizzati da VŠVU in Martin su Performance, scenografia e video performance con Barbara Laurec, Sabrina Procop, Christina Della Giustina. Da 2005 partecipa a esposizioni e performances: Madrid, Kosice 2005. Absolut elements Bratislava 2007. Multimadial Performance “Quelquechose est rouge” in cooperazione con La Hors di Lyone 2008. “Città per la pace” Gallery Hit, Bratislava. Scenografia per spettacolo Good Woody Allen (Mala scéna Bratislava). Performance “Wedding” in Stanica-Zilina, Bratislava.

Presenta la performance: “Nine cup for Terpszikhoré” in collaborazione con József R. Juhász.

József R. Juhász (Slovakia)

Nato nel 1963 a Kamenin, SK. Artista e poeta. Nel 1987 membro fondatore di Erté Studio (www.studio-erte.com) Dal 1988 organizzatore di molte manifestazioni internazionali . 1989 Redattore di Mu^hely Magiaro, Parigi. 1990 Cofondatore della Casa editrice di Kalligram, Bratislava. 1998-2000 insieme con Jozef Cseres, le attività di K-49 Galleria in Nové Zámky. Nel 2000 insieme con Jozef Cseres, Fonda il Kassák's Centre of Intermedial Creativity. Le sue publlicazioni: Korszeru Madách, Bratislava 1989. / (Gastronomia multimediale.) Magiaro, Kalligram, Parigi-Bratislava, 1992 / Vizuális költemények 1986-2006 (Poemi visuali 1986-2006.), / Nap editrice House, Dunajská Streda 2008.Tra le sue varie mostre e performances in tutto il mondo: 1991 Art di Azione - Mánes, Praga. Povaská Gallery of Art, Zilina 2000 20th Century SNG, Bratislava. 2001 Art of Action 1965-1989- SNG, Bratislava, Art of Action 1989-2000 Electric Power Plant, Tatranská Gallery, Poprad, Art of Action 1989-2000 Nitrianska State Gallery, Nitra.

Ha ricevuto Premi: nel 1992 Award dell'Associazione di Scrittori Slovacchi. 1993 Kassák Premio dell'Ufficio Editoriale del Muhely’s Magiaro. 2007 Ricompensa dell'Associazione Scrittori Slovacchi. 2007 Posonium. 2007 pro Urbe Nové Zámky. 2009 Forbáth premio per /Szedd szét/ libro di poemi.

Presenta la performance: ” Nine cup for Terpszikhoré” in collaborazione con Zuzana Žabková.

Bálint Szombathy (Ungheria)

Nato nel 1950 in ex-Yugoslavia. Membro fondatore del Bosch+Bosch Art Gruppo (Subotica, 1969.1976). Uno dei pionieri della pratica di arte nuova negli anni 60 e 70 in ex-Iugoslavia. Artista multimediale, scrittore di arte e redattore. Opera in varie attività e generi artistici: installazione, performance art, electrographics, Network, post-concettualismo, poesia visuale, critica d’arte. Ha Vinto i seguenti riconoscimenti: Premio Ludwig Kassák, Parigi, Francia, 1989. Premio Forum Art di Novi Sad, Iugoslavia, 1993. Premio European Middle Post Card di Kaposvár, Ungheria, 1995. Premio Sava Sumanovic, di Novi Sad, Serbia, 2007. Premio Mihály Munkácsy, di Budapest, Ungheria 2008. I suoi lavori visivi e performativi sono stati presentati in varie esposizioni e festival Internazionali di arte in Austria, Polonia, Germania, Spagna, Italia, Ungheria, Canada, Stati Uniti ecc. Ha partecipato in centinaia di show collettivi e feste di arte tutti su Nord e Sud America, Europa, Asia ed Australia.

Presenta la performance: “ROCKIN’DEMONIA 2010” Performance con la partecipazione del pubblico per: musica, improvvisazione e autoespressione dinamica. - il ballo come rituale tribale.

Adrian Shephard ( Inghilterra )

Nato nella Sheffield industriale in England da parenti Maltesi. Vive e opera in Berlino, Il suo interesse primario è l’esplorazione del fenomeno del corpo e della mente con la danza butoh. Ciò si è sviluppato attraveso il lavoro con Masaki Iwana, un ex studente del fondatore Tatsumi Hijikata. Per lui noi siamo sempre un alito, un battito cardiaco via dal mistero dell’assoluto ignoto, è questa la realizzazione che alimenta la sua ricerca. Un artista miscostruzionista che usa il corpo, arte digitale, film, suono, disegno, poesia, fotografia e tarocchi. Nel 1993 ha formato Testcard, un gruppo per confronti progetti e prestazioni performative. Queste variano da trasmissioni del Ouija agli esperimenti di frequenza del cervello che cercano le verità nascoste, di risposte con metodi intuitivi presentati e effettuati in Russia, Berlino, Parigi, Kiev, Londra e Brighton. Testcard trasmette regolarmente sulla radio di “Staalplaat” attualmente con base a Berlino. Per contatti: www.adrianshephard.com www.testcard.org e-mail  testcard@rocketmail.com

Presenta la performance: “life of the fly” danza butoh senza accompagnamento per mettere in mostra lo stato naturale della vita e la bellezza nell’ ombra del mondo.

Monica Klingler (Svizzera)

Nata nel 1958 e vive in Bergen, Svizzera. Si addestra come ballerina al Centro Laban per Movimento e Danza in Spettacoli e performance in London fin da 1984.Fra gli altri: al Kunsthallen Basel, Berna, Winterthur, Innsbruck, Münster, Musei di Zurigo. Winterthur, Aarau, Lucerna, Düsseldorf, Bonn, Innsbruck. Alla Städelschule Francoforte, Galleria Nazionale e Accademia di Belle Arti Praga. Accademia d’Arte Künstlerhaus Bethanien e Gianozzo Berlino, Moltkereiwerkstatt Köln. Santarcangelo dei teatri, Centro di ricerca teatrale Modena e Pontedera, Les Halles, L’L, Théâtre Océan Nord, Théâtre de la vie e Botanique Brussels, Cirque Divers Liège, Vieille Charité Marseille, Kunsthaus, Rote Fabrik, Theaterhaus Gessnerallee and Tanzhaus Wasserwerk Zürigo,Schlachthaus Berna, Haus der Künste Willisau, La Mama and Tribecca New York.Teatro Nazionale Avana. Nel 1987 rappresenta la Svizzera a Documenta di Kassel. Nel 1990 Residenza in programma Arte DAAD Berlino. Nel 1998 Premio Arte Svizzera. Nel 2006 Premio per performance Kunstkredit Basilea.

Presenta una Action performance: La sua arte gira sempre intorno all'avventura stupefacente di essere e dell'avere un corpo. Nel suo metodo realizza l’immagine del movimento e l’immagine come un’energia caricata, linguaggio immensamente espressivo che riempie e raggiunge fuori lo spazio. Introduce strati di movimenti nell'associazione dei corpi, rivelando con ciò una lingua di grande profondità. Non c'è nessun corpo che non contiene la mente e il mondo.

Ariella Vidach (italia)

Vissuta per anni negli Stati Uniti, Ariella Vidach si forma artisticamente con Trisha Brown, Twyla Tharp, Dana Reitz, Steven Petronio, Steve Paxton, Bill T. Jones. Negli anni Ottanta inizia l’attività coreografica con la realizzazione di spettacoli che vengono presentati in tutto il mondo, sino alla creazione nel 1996 dell’Associazione e compagnia di danza Ariella Vidach - A.i.E.P., con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Tra le sue produzioni vanta diverse collaborazioni con importanti artisti, come Emil Hrvatin per la coreografia dello spettacolo Camillo Memo 1.0: costruzione del teatro per il Festival Teatri d’Europa del 1998 del Piccolo Teatro di Milano e per la versione drive-in dello stesso spettacolo presentata nel 2000 a Ljubljana nell’ambito del Festival Manifesta 3. Nel 2002 viene invitata in residenza al Theater am Gleis di Winterthur per la creazione di JOLLY, coreografia commissionata dall’associazione Tanz in Winterthur e nello stesso anno BUFFERS, progetto di ricerca sulla figura del clown e del saltimbanco, è selezionato per partecipare alla prestigiosa vetrina internazionale “Monaco Dance Forum”. Momento fondamentale nell’attività della coreografa è il 2005, quando la compagnia inaugura la propria dimora stabile all’interno della Fabbrica del Vapore di Milano: nasce il DiDstudio (Danza Interattiva Digitale), centro di formazione, promozione e ricerca sulla danza contemporanea e atelier di sperimentazione e produzione artistica della compagnia.

Michael Northam ( U.S.A.)

Nato 1970, Fin dai suoi primi ricordi di viaggi di famiglia attraverso lo stato di deserto di Utah. Michael Northam fin dalla sue prime esperienze è stato ispirato intimamente, direttamente e artisticamente da differenti e grandi geografie sonore. Il suo lavoro è la continuazione di più di 15 anni di attiva arte-vita-viaggi che l'ha portato a visitare, lavori con più di 90 artisti in più di 50 ubicazioni in 25 paesi. Attraverso queste varie esperienze lui ha tessuto una tappezzeria complessa delle influenze in un processo intuitivo e molto personale della creazione. Lui continua a riscoprire relazioni tra strutture visuali / fisiche e soniche. Le sue costruzioni musicali sono il tempo e l’ambiente come luogo di impressionistici eventi naturali. Questa ricerca di ambient-sound sono il suo fascino, come fenomeni di percezione sono affrontati anche con scale d’intimidazioni grandi o piccole. Su queste basi il suo lavoro sonoro esplora la terra tra improvvisazione e composizione, un flusso morfologico mai evasivo dove il suono e l’azione si fondono insieme, dove il suono, come materiale puro, oltrepassa 'giocando' nel territorio un ' composto sonico’ per innescare visioni interne e alimentare la nostra necessità di ascoltare il più profondo. Il suo lavoro continua da più di quindici anni di ricerca, dando luogo a molti spettacoli e pubblicazioni in molti paesi in tutto il mondo. Info:  http://oro.preg.org/

Presenta il suo lavoro in sinergia con la performance di Adrian Shephard

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.