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Christian Boltanski inaugura gli spazi rinnovati dell'Hangar Bicocca a Sesto San Giovanni. Con lui si torna a visitare i palazzi di Kiefer

L'Hangar Bicocca è da oggi ufficialmente riaperto e punta dritto a diventare lo spazio per l'arte contemporanea più importante di Milano. Non è un museo e non è una struttura pubblica, ma il gigantesco capannone diretto da Chiara Bertola con una sistemazione finalmente degna (e non più quell'aria da rave party illegale che aveva fino a qualche mese fa) può vantare spazi enormi e scelte spesso coraggiose. I primi mancano, per esempio, al PAC, alla stessa Triennale e alle fondazioni Prada e Trussardi, le seconde un po' a tutti perché non è semplice allestire opere mostruose come le torri di Kiefer – una delle più imponenti al mondo – o come il cubo zeppo di vestiti che Christian Boltanski propone proprio per la riapertura.

 

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L'artista francese presenta due lavori, entrambi legati alla volontà si segnare, registrare, immortalare, salvare dall'oblio le esistenze di migliaia di esseri umani. In “Personnes” (una rielaborazione di quella presentata a Monumenta) raggiungiamo tonnellate e tonnellate di vecchi vestiti accumulati sotto il braccio incosciente di una gru dopo aver attraversato un lungo corridoio, in cui il ritmo dei nostri passi è dato dal suono dei battiti del cuore di altre migliaia di persone, registrati per l'altra opera - “Archives du coeur” - per la quale ha già immagazzinato le impronte cardiache di decine di migliaia di esseri umani. Quella della catalogazione è una prassi consolidata per l'autore che alla presentazione ha voluto sottolineare la natura allo stesso tempo occidentale ed orientale del proprio lavoro, materiale nell'accumulo che esaspera l'oggetto eppure spirituale, perché va incontro alla dissoluzione fisica e alla casualità.

 

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Ma è un Melotti inatteso quello che accoglie all'esterno i visitatori. “La sequenza” è una quinta che si impone all'ingresso, arriva dal Parco di Villa Arconate di Bollate dopo essere stata presentata la prima volta al Forte Belvedere di Firenze nel 1981. Difficile riconoscerci lo stesso autore delle gabbie o dei Savi, eppure – nonostante la scala ancora una volta gigantesca che sembra essere il marchio di fabbrica dell'Hangar - risuona armonica come le sorelle da tavolo. Superpoteri dell'arte, capace di stupire a prescindere da estensioni e durate.

 

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Oltre agli ovvi eppure sempre sconvolgenti 7 palazzi celesti di Kiefer, per tutto luglio è possibile godere dei ciclo di video di Carlos Casas «End è un’opera dedicata ai luoghi remoti del pianeta, un requiem visivo per le terre estreme, un percorso nelle periferie più distanti dalla civilizzazione là dove persone e ambiente si fondono fra loro. End è una ricerca sull’immagine e l’immaginario della fine».

Non c'è solo l'arte visiva contemporanea nel futuro dell'Hangar. Già negli ultimi mesi aveva ospitato i Demoni di Peter Stein e l'Antigone dei Motus, ma la presenza di un vero e proprio pool multidisciplinare ( Susanne Franco e Roberto Casarotto per la Danza Contemporanea e Andrea Lissoni per il New Media, il Cinema e la Musica) testimonia l'intenzione di infittire l'attività complementare a quella espositiva.

Seppure in una condizione precaria di pavimenti polverosi e toilette da campo profughi, lo spazio in Bicocca ha presentato mostre fra le più interessanti degli ultimi anni in Italia (a parere di chi scrive, su tutte la collettiva “Not afraid of the dark” del 2007 e “Balkan epic” di Marina Abramovich nel 2006) in cui a far la differenza era un senso addirittura politico, un'eresia in un'epoca di arti dall'acre sapore di supermercato. L'arrivo di una vera libreria, di un caffé e del riscaldamento non può che rendere più confortevole l'esperienza in un luogo così suggestivo. Lì dove era la fatica operaia ora è attraversamento artistico. Con l'auspicio che non venga smarrito il senso e non si abdichi al glamour insopportabile sotto cui prosperano le tante mostre impalpabili che a Milano certo non mancano.

 

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www.hangarbicocca.it

info@hangarbicocca.it

 

Orari
da martedì a domenica 11.00 - 19.00
giovedì 14.30 - 22.00
lunedì chiuso

Ingresso
Intero 8 €
Ridotto 6 €

Foto
COURTESY Fondazione Hangar Bicocca
COPYRIGHT Agostino Osio

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
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