Martedì 14 settembre lo scrittore ospite del primo incontro della rassegna letteraria di Brugherio.
Nella sala conferenze della biblioteca un angolo di riflessioni

Personaggio interessante, Dazieri, di quelli che hanno “molto da raccontare”. Perciò lo racconta, indirettamente, nella saga del Gorilla. Una raccolta di romanzi noir dove il protagonista (omonimo dello scrittore) detto appunto Gorilla, si cimenta di volta in volta in indagini volte a scoprire la verità. Questa è la parola chiave che attraversa le opere di Dazieri, il quale punta a descrivere la realtà che lo circonda, quella di una Milano dalle molte facce, non solo quella di grandezza. Una Milano che è anche quella dei “diversi” e degli “alternativi”, realtà che Sandrone (reale e personaggio) conosce bene, avendo un passato da attivista del Centro Sociale Leoncavallo. Infatti non ci troviamo davanti a un eroe, bensì a un uomo comune, animato da sentimenti ormai non più comuni, come il senso di giustizia. Che non per forza deve corrispondere alla legge. Inconsueto è anche il Socio del Gorilla che è…lui stesso! All’addormentarsi dell’uno si sveglia l’altro, un particolare caso di sdoppiamento della personalità dove le due coscienze condividono lo stesso corpo, ma non entrano mai in contatto diretto l’una con l’altra. Eppure entrambe sono animate dagli stessi intenti, portate sempre avanti dalla “forza del destino”, unite dalla collaborazione nel risolvere i delitti, anche se non sempre pacifica.

Il secondo episodio della saga “La cura del Gorilla” è diventato nel 2005 anche un film, dove il protagonista è impersonato da Claudio Bisio. Dalla trasposizione da carta a schermo Dazieri ha ammesso di esserne uscito confuso. Il personaggio irrimediabilmente si modifica e di conseguenza anche l’idea che ne rimane. Influenzato da questo nuovo Gorilla, l’autore dovrà aspettare di riprendere confidenza con la propria immagine del personaggio, per poterne scrivere di nuovo.

 

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I noir di Dazieri si discostano dalle serie classiche in cui il personaggio è sempre uguale a se stesso, cristallizzato in un adesso senza evoluzione. Al contrario il Gorilla matura con il proprio autore, in quanto suo alter ego. Cresce, cambia, invecchia. Perciò “La bellezza è un malinteso”, opera pubblicata nel 2010, è stata concepita come l’ultimo capitolo della lunga storia di Sandrone, che ormai non vive più di espedienti tirando la giornata, ma gode di una stabile quotidianità.

I suoi romanzi si discostano, poi, da quelli all’inglese anche per il concetto di scioglimento della trama: il noir classico, sostiene Dazieri, parte dal presupposto che la società sia perfetta, funzioni a meraviglia. Nel momento in cui c’è un singolo caso di devianza va posto rimedio. Risolto quello, l’ordine torna a regnare. La realtà però non è così, ci racconta lo scrittore, la società ha le proprie pecche e malfunzionamenti sempre e il criminale non è altri se non qualcuno uguale a noi.

“Io sono anarchico, non voto.” svela Dazieri. E coerentemente con la propria ideologia è “dal basso” che parte, mostrando le realtà scomode che “dall’alto” vengono nascoste; mettendo in scena le avventure di quelli che sono semplicemente uomini; auspicando un’azione sul territorio per migliorare il paese. Si tratta dell’unica soluzione possibile secondo l’autore, perché anche la letteratura non è in grado di convertire le coscienze, al punto di portare a un mutamento. E dimostrando che anche uno che “dal basso” deriva, può raggiungere le vette.