Annullata la stagione concertistica del Rondò, per il Comune di Monza costa troppo e ha pochi spettatori.
Il comunicato dell'organizzatore Divertimento Ensemble
Riceviamo e pubblichiamo
Dal 2011 Monza non ospiterà più la rassegna concertistica Rondò. Tra il 2004 e il 2010 la stagione organizzata dal Divertimento Ensemble ha realizzato al Teatrino della Villa Reale circa 50 concerti di musica classica e contemporanea di altissimo livello, offrendo ai cittadini monzesi – tra l’altro - la possibilità di incontrare alcune personalità di spicco della scena musicale colta italiana ed europea. Se Monza ha conosciuto Maurizio Pollini, Salvatore Sciarrino, György Kurtág, Mauricio Kagel, Helmut Lachenmann, Hugues Dufourt e Pascal Dusapin, per citarne solo alcuni, lo si deve a Rondò, al suo impegno a favore della musica contemporanea e alla capacità di accogliere nel suo ambito molteplici attività innovative. Parallelamente alla collaborazione con i più grandi compositori, direttori d’orchestra, filosofi della musica e musicologi dei nostri giorni, Rondò ha condotto una politica culturale a sostegno della creatività musicale giovanile, portando sul palco del Teatrino numerose prime esecuzioni assolute di opere commissionate dal Divertimento Ensemble ai migliori giovani compositori italiani, o selezionate tramite concorsi internazionali di composizione. Inoltre giovani direttori di tutti i continenti si sono riuniti a Monza per partecipare al Corso di Direzione d’Orchestra organizzato ogni anno al Teatrino dal Divertimento Ensemble e dedicato al repertorio dal primo Novecento ad oggi. I migliori di loro hanno poi diretto alcuni concerti della stagione, facendosi conoscere dal pubblico del Teatrino e portando a Monza storie diverse, ambizioni, speranze, una cultura internazionale con un comune denominatore di serietà e impegno.
Monza è stata con Rondò un punto d’incontro per musicisti di tutto il mondo, un luogo di sperimentazione, una fucina di idee di livello internazionale.
Insieme al nuovo, che non può prescindere dal passato, i concerti della stagione hanno sempre offerto l’esecuzione di grandi opere dei secoli scorsi, dal ‘700 in poi. L’ascolto di Schumann e quello di Sciarrino si alimentano e si nutrono a vicenda, l’alternanza di Beethoven e Kurtág getta una nuova luce sulla percezione della loro musica.
Il pubblico si è affinato, consolidato e affezionato negli anni. E’ un pubblico aperto al nuovo, attento, pronto a imparare, desideroso di riflettere sui quesiti che il linguaggio contemporaneo pone. Un pubblico abituato a conversare con i compositori, con gli esecutori e i direttori d’orchestra durante i momenti conviviali che Rondò ha offerto sin dalla prima edizione: degustando un buon calice di vino e ottimi assaggi gastronomici si chiacchiera, si pongono domande, si scambiano idee, in un rapporto diretto e spontaneo oltre la barriera del palcoscenico.
Rimarrà molto deluso questo pubblico nel prossimo anno, apprendendo che Rondò è stato cancellato dalla programmazione culturale di Monza. L’Assessorato alla Cultura del Comune, sulla base di un criterio di valutazione puramente quantitativo, ha giudicato troppo costosi i concerti in rapporto al pubblico presente in platea, e li ha indicati come non sostenibili dal bilancio comunale. E’ vero, i concerti per ensemble con repertorio misto classico e contemporaneo costano: molto studio, molte prove, la scelta dei migliori cantanti, i viaggi dei compositori, il noleggio degli strumenti e delle partiture, la SIAE… E’ tutto più dispendioso di un concerto per pianoforte solo, magari eseguito da un neodiplomato e dedicato ai popolari valzer di Chopin, o di una trasferta d’orchestra con musiche di repertorio. E sicuramente i valzer di Chopin o una sinfonia di Mozart incontrano i favori di un pubblico più numeroso.
Resta da domandarsi se per una città come Monza siano sufficienti manifestazioni culturali “sicure” e popolari, facili e gradite ai più, o se sarebbe valsa la pena di continuare a coltivare un’attività di ampio respiro come Rondò, di impegno artistico, di “fatica” per chi la produce e per chi ne fruisce, che alimenta la voglia d’imparare e di capire ciò che non è immediato. Proseguire stagioni come Rondò presuppone un investimento in cultura al di là dell’immediato ritorno dei numeri, nella convinzione che il livello di cultura, di crescita e di consapevolezza dei singoli cittadini sono proporzionali alla qualità dell’offerta che le istituzioni scelgono per loro.
Divertimento Ensemble
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