Ottimo concerto del chitarrista dei Calexico al Tambourine di Seregno
Nell’intervista che ci hanno concesso poche settimane fa i curatori della programmazione del Tambourine avevano sottolineato l’importanza e la bravura dei gruppi stranieri in calendario presso il club seregnese, rammaricandosi al tempo stesso per la scarsa affluenza di pubblico e per la mancanza di curiosità nei confronti delle proposte musicali provenienti dall’estero.
Il concerto di Depedro ne è stata la conferma: un musicista del genere meriterebbe infatti di esibirsi davanti a un numero di persone assai superiore rispetto a quelle presenti mercoledì sera a Seregno. Certo, in altre occasioni l’affluenza è stata ancora minore e in più non si può pretendere che tutti escano in una serata di metà settimana; resta però il fatto che un concerto come quello del chitarrista dei Calexico (gruppo che definire di culto è riduttivo) dovrebbe richiamare molta più gente.
Anche e soprattutto perché la sua esibizione è stata una delle migliori in assoluto tra quelle a cui è stato possibile assistere in questi anni in Brianza, un concerto di livello musicale veramente eccelso, con tutti gli elementi al posto giusto: ottime canzoni, eseguite perfettamente, con in più una buona capacità di coinvolgere il pubblico, rendendolo partecipe e trascinandolo in cori in spagnolo senza che nessuno si chiedesse il reale significato delle parole.
Gli ingredienti della musica di Depedro sono semplici, ma al tempo stesso difficili da trattare senza scadere nell’ovvio: riuscire a raggiungere il perfetto equilibrio tra influenze provenienti dalla tradizione messicana e spagnola, il folk acustico (con uno sguardo verso i grandi songwriter degli scorsi decenni) e un’anima rock desertica tipica del gruppo a cui presta la sua chitarra da ormai quattro anni, oltre a qualche inserto elettronico (tra il ludico e il futuristico), è infatti un’impresa che solo un grande musicista può compiere con naturalezza.
Canzoni come Nubes de papel (che dà il titolo al suo nuovo album), Como el viento o Don’t Leave Me Now (per portare esempi sia in spagnolo che in inglese, le due lingue adottate dal cantante) sono infatti ballate piene di grazia e capacità di emozionare, grazie anche alla calda voce di Depedro; La brisa e la già citata Comanche sono invece brani più veloci, che giocano con il flamenco e col pop riuscendo a trascinare il pubblico, tutto il pubblico. Alla fine non poteva che essere un trionfo, e così è stato, con Jairo Zavala (il suo vero nome) richiamato per ben due volte sul palco. E non era ancora abbastanza…