Intervista con i ragazzi di Apnea Records, "l'ultima arrivata" nel panorama musicale brianzolo,
tra rock, poesia e una critica allo status quo italiano

 

Da qualche mese a questa parte un nuovo nome si è aggiunto alla mappa musicale brianzola, quello dell'Apnea Records, etichetta ed agenzia di booking con un roster tra i più vari ed agguerriti del territorio, con una proposta musicale che spazia dal garage al connubio con la poesia. Abbiamo parlato con i ragazzi dell'etichetta per capire cosa spinge qualcuno a investire energie nella musica oggi.

Prima domanda abbastanza scontata: come e perché nasce Apnea Records?

Apnea records nasce un po' per gioco e un po' per sfida, da un'accesa amichevole discussione tra John Sbranza (cantautore di “Scusami amore ma mi sono dovuto fermare al bar”) e Cristian D'Oria (Front-man dei “Paradisi Noir” e “Hotel Inferno”), discussione improntata su una difficile, se ben consapevole realtà musicale italiana che non fa di certo onore ed elogio a  interessanti gruppi emergenti. Da quì si decise di creare una realtà indipendente, un unione tra alcuni gruppi della Brianza e di Milano che avessero come primo scopo quello di divulgare la loro musica e la loro mera esigenza di suonare dal vivo. Come si suol dire....”L'unione fa la forza!”.

Sulla vostra pagina Facebook c’è una frase, che credo spieghi il nome dell’Apnea Records. Cito: “apnea è immergersi con la testa nella musica, finchè l'aria sembra venga a mancare...quando poi ci si accorge che proprio qui viene bene respirare...” da dove arriva?

Innanzi tutto vorrei ben specificare che Apnea records oltre ad essere una piccola realtà indipendente creata da musicisti, fa anche da ufficio booking, naturalmente solo ai gruppi legati al progetto. Il nome Apnea nasce quasi per caso (in realtà suonava bene), diciamo che la frase che hai citato dal nostro Facebook è solo una parte di una lunga spiegazione sul significato che abbiamo attribuito a questo nome. La verità è importante anche se sporca, in definitiva per cui la realtà è questa : “Viviamo immersi in un mondo di piscio e di merda da esserne ormai assuefatti che non ce ne rendiamo più conto..........”. Un concetto cinico, troppo pessimista quanto scatologico da mettere su un profilo facebook, credo dunque che sia stato più appropriato e delicato scrivere di mettere la testa immersa nella musica che da un'altra parte.

 

Avete iniziato le vostre attività con una festa a Barlassina, nel parco delle Groane, una serata con più di 500 partecipanti. Avete intenzione di replicare serate simili, magari per il vostro compleanno?

Senz'altro a Luglio come tu stesso dici ripeteremo l'evento per il nostro compleanno, faremo una grande festa sempre all'Osteria Garibaldi dentro il parco delle Groane (Barlassina), non mancheranno le sorprese.

Siete attivi da poco più di sei mesi; qual è il bilancio di questo primo periodo? Che obiettivi vi siete posti invece per il futuro?

Sì! Sono esattamente 7 mesi e il bilancio di questo primo periodo è stato abbastanza positivo, ma dobbiamo comunque lavorare parecchio per avere risultati più soddisfacenti, diciamo che questo non ci basta! Questa è la mentalità che ci serve per fare sempre qualcosa di innovativo e di serio. Il primo cd uscito sotto Apnea records è  dei Paradisi Noir, un album davvero interessante e singolare, nel suo aspetto davvero unico, un connubio tra musica rock e poesia allo stato puro, un genere definito da loro stessi Rock Poetry. Le recensioni uscite per questo gruppo sono state tutte meritatamente positive, adesso stiamo attendendo con ansia l'uscita del secondo parto Apnea, l'album degli Hotel Inferno che uscirà tra Marzo e Aprile.

 

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Quali gruppi o artisti avete in scuderia? E c’è qualche caratteristica che vi porta a scegliere di lavorare con una band?

I gruppi Apnea in attivo hanno più o meno generi e caratteristiche difformi tra loro, nascono da realtà completamente differenti e hanno una concezione di vita, oltre ad un modo di vedere le cose,dissimili. Ciò che li unisce è la passione per quello che fanno, per quello che amano veramente, la musica e la poesia, il resto non conta davvero niente. Questo per  dire che non seguiamo nessuno standard.

I gruppi sono :

-Paradisi Noir (Rock Poetry dalle atmosfere deliranti e oniriche)

-Scusami amore ma mi sono dovuto fermare al bar (un duo teatrale e cantautorale Bukowskiano ma più elegante)

-Ninfeanera (Gruppo Alternative Rock dalle ballate morbide e a tratti aggressive)

-MJLD (Gruppo Rock Indie dalle sonorità d'oltre oceano)

-Yuri Mannella (Cantautore ironico e pungente)

-Les Fleurs des maladives (Band Rock alternativo D'autore)

-Hotel Inferno (Garage Alternative Rock tagliente e velenoso)

 

 

La vostra particolarità è di non lavorare solo con classici progetti musicali, ma anche con artisti che mescolano poesia, letteratura e musica. Come mai la scelta di aprirsi anche a queste esperienze?

Beh, come accennavo alla prima domanda, il progetto Apnea records nasce per l'appunto da Marco Riva in arte John Sbranza e da Cristian D'Oria, entrambi musicisti e cantanti dei due gruppi più caratterizzati dalla poesia (forma d'arte che hai nostri giorni a volte, viene oscurata da una pusillanime acuta ignoranza). Per cui era inevitabile il loro insediamento in questo progetto, e poi è un qualcosa di diverso che incuriosisce tutte le fasce d'età.

La domanda fatidica: come vedete la situazione culturale, e in particolar modo musicale, della Brianza dal vostro punto di vista di addetti ai lavori, a livello di strutture, locali, ma anche di qualità?

Prima di arrivare a parlare della situazione culturale brianzola, terrei a precisare o meglio sputtanare la situazione culturale nazionale Italiana. L'Italia è un paese tradizionalista ma con poca cultura soprattutto musicale, questa arretratezza culturale è principalmente dovuta a quei falsi stereotipi creati e divinizzati adesso come non mai dalla televisione. Prendiamo ad esempio i talent show, i più seguiti dai ragazzini, dove il loro cervello assorbe tutto come una spugna, per cui plasmabile e modellabile a piacimento altrui. Tutti questi ragazzini di 18 e 20 anni che vanno in televisione per cercare la fortuna, con queste belle voci, con i loro movimenti graziosi, e a nessuno importa se poi alla fine non riescono nemmeno a coniugare un verbo, se alimentano gelosie e piangono come bimbi capricciosi davanti alle telecamere... La domanda è: questi sono i futuri cantanti? Questi saranno i futuri artisti che daranno un contributo importante alla musica italiana? Tutto questo è vergognoso, tutto questo è irrispettoso nei confronti di chi l'arte la fa davvero. E pensate che tutte le major di Italia fanno la lotta per accapararsi il vincitore di Amici, perchè il loro interesse non è quello di proclamare un bravo artista che sia, ma bensì quello di fare i soldi su una persona già famosa, seguita già da tutta Italia, e non hanno bisogno di fare pubblicità, perchè la pubblicità è già stata fatta. Questo è il meccanismo che vige in Italia. Non esistono più i produttori o i manager o i talent scout delle major che vanno nei locali ad ascoltare gruppi emergenti per trovare qualcosa di interessante; si possono trovare nel resto d'Europa ma non in Italia, e questo perchè lo vogliamo noi, perchè i ragazzi di oggi preferiscono  andare in discoteca, o stare a casa a guardare il grande fratello o amici, piuttosto preferiscono andare a vedere una cover band che ascoltare qualcosa di nuovo, anche se sconosciuto. Scusate ma mi sono fatto un po' prendere, ritornando a noi e alla domanda, in Brianza i ragazzi sono molto più presenti e coinvolti, ci sono locali dove promuovono ed esaltano la musica indipendente. Locali come il Tambourine e l'Honky Tonky di Seregno, come molti altri locali e soprattutto circoli arci della Brianza, danno la possibilità di esprimersi con la musica. La musica è la voce di tutti i pianeti in movimento, e fortunatamente c'è qualcuno che tutto questo riesce a comprenderlo dando la possibilità di comunicare.

 

 

 

Avete a che fare anche con la realtà milanese e dell’immediato hinterland, per esempio con il Club Giallo di Cusano Milanino. Vedete differenze tra la città e la Brianza? O la situazione è simile?

Per alcuni versi è simile, per altri no, solitamente i circoli Arci hanno tutti lo stesso modo di concepire gli eventi, ed invitare a suonare sui loro palchi gruppi indipendenti, credo che questo sia dovuto al semplice fatto che chi solitamente sta dietro al bancone di un circolo Arci spesso è anche un musicista, per cui inconsciamente sviluppa un certo rispetto per chi di fronte a lui si presenta con un cd o una demo. Il Club Giallo è un tipico esempio di un circolo Arci nella periferia milanese che sa come organizzare gli eventi e sa come comportarsi nei riguardi di un gruppo indipendente. Per i locali live la situazione è un po' diversa rispetto ai circoli Arci; generalmente il proprietario di un locale segue più l'interesse economico, per cui è più facile cadere nella trappola del tipo :”quante persone mi porti? Fai cover?" E via dicendo. Naturalmente non bisogna fare di tutta l'erba un fascio; ci sono locali a Milano come Le Trottoir, le Scimmie, il Nidaba, dove i gestori o i proprietari sono veri appassionati di musica e arrivano a capire la passione reciproca e la serietà di un gruppo che oltre a suonare sta lavorando.

Gli autori di Vorrei
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi

Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con un paio di siti (Indie-Eye e Black Milk Mag) fino ad arrivare a Vorrei. Del domani non v'è certezza.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.