Ancora un concerto d'eccezione per il locale di Mezzago. Il grande vecchio della musica indie mondiale con un set solo chitarra e voce
Foto di Francesca Pontiggia
La grande stagione 2010-2011 del Bloom ha portato in Brianza una serie di artisti di livello eccezionale, da Sharon Jones, la più credibile interprete moderna del soul, a Steve Wynn, uno dei pochi rimasti a scrivere grandi canzoni rock, dai Massimo Volume, tornati alla grande lo scorso anno, agli Acid King, uno dei gruppi che ha trainato il metal verso il nuovo millennio.
A questo elenco si è aggiunto la scorsa domenica anche J. Mascis, vera e propria leggenda dell’indie, genere, se si può definire tale, che ha contribuito ad edificare con i suoi Dinosaur Jr a partire dalla metà degli anni ’80. Dopo il pregevole ritorno con la sua band, in questo 2011 è uscito con il primo disco a suo nome, il bellissimo “Several Shades Of Why”, in cui “ritorna a casa”, alle sue influenze musicali primarie, cioè i più classici folk e rock (specialmente Neil Young), che con i Dinosaur vengono solitamente seppelliti sotto una considerevole quantità di feedback e rumore. Nella sua prova solista trovano invece spazio dieci dolenti ballate che non sfigurerebbero all’interno della discografia dei maggiori songwriter, con atmosfere prevalentemente acustiche e, in più di un brano, inserti di violino a dare ancor più eleganza ed emozioni.
In un Bloom quasi completamente pieno Mascis non ha deluso le attese dei molti fan di lunga data della sua band, regalando un grande concerto, basato sulla semplicità (solo chitarra e voce, null’altro) e una serie di canzoni tratte sia dalla sua nuova fatica, sia dai vari dischi incisi con i Dinosaur Jr dal 1985 in poi; in questo modo si è avuta la conferma, una volta di più, dell’eccelso livello di scrittura che lo ha da sempre contraddistinto, in questo caso espressa in modo chiaro ed intelligibile per chiunque. Certo, in un paio di occasioni l’anima del chitarrista elettrico è tornata a farsi sentire con assoli torrenziali, carichi di elettricità ed acidità, ma il mood imperante durante l’ora e mezza della sua esibizione è stato quello acustico, più intimo e diretto a creare emozione senza per questo strafare. Missione riuscita, visto il silenzio religioso con cui tutti hanno seguito il concerto e i lunghi e caldi applausi al termine di ogni brano, nuovo o vecchio che fosse. A colpire maggiormente sono stati “Several Shades Of Why”, che non per caso dà il titolo al nuovo disco, “Not The Same”, tratta da “Where You Been”, e il gran finale con “Little Fury Things”, uno dei tanti capolavori presenti in “You’re Living All Over Me”, l’album che consacrò i Dinosaur Jr. come uno dei nomi migliori della scena indie di fine anni ’80. Una storia che continua ancor oggi, grazie a J. Mascis.