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Sette extra-artisti in mostra a Milano allo Spazio Mercury

Sabato 28 maggio in zona Isola, a Milano, si è svolto l'evento “Arte migrante in mostra”, organizzato da Insieme nelle Terre di Mezzo Onlus presso lo Spazio Mercury.

Nel suggestivo contesto di archeologia industriale della Fonderia Napoleonica, che oggi ospita un museo dedicato alla storia dell’arte fusoria e spazi destinati a manifestazioni culturali, abbiamo incontrato gli artisti e le loro opere, scoprendo così un lato poco conosciuto dell’immigrazione nel nostro Paese.

Dopo una breve introduzione delle organizzatrici, i sette artisti partecipanti alla mostra hanno presentato se stessi e le loro opere interagendo con un pubblico curioso e attento.

 

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A dare inizio al percorso di scoperta della creatività migrante sono state le brasiliane Chris Mazzotta (foto in alto) e Carolina Carvalho che rappresentano visivamente i cambiamenti sociali e politici della loro terra d'origine.

Chris, in Italia da dieci anni, lavora a Milano come creative coach, artista visiva e illustratrice di libri per l'infanzia.

Carolina è approdata in Italia subito dopo la laurea in disegno industriale per fare esperienza professionale nel settore. Oggi lavora in un’agenzia di pubblicità. Svolge la sua ricerca fotografica centrata sul ritratto realista con opere realizzate in Brasile e in Italia.

Gihèn Ben Mahmoud, fumettista tunisina, vive in Italia da quattro anni. Frequenta la Scuola d'Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e lavora come disegnatrice e illustratrice. Ha presentato il fumetto in lingua francese “La Revanche du Phenix”, di cui è autrice di testi e disegni.

Alì Nassereddine, libanese, è in Italia dal 1995. Ha completato i suoi studi specializzandosi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive e lavora a Milano (sua l'opera in apertura di articolo).

Nelle sue opere pittoriche utilizza di preferenza i colori primari, graffiando la tela per farli emergere. Particolarmente apprezzato dai visitatori della mostra il quadro che raffigura un Pinocchio sul cui lunghissimo naso stentano a restare in equilibrio, quando non cadono, piccole figure umane stilizzate. Con timida semplicità, Alì ci ha spiegato questa metafora, applicabile anche al nostro “qui e ora” nazionale: chi fonda il proprio agire sulla menzogna è destinato a cadere.

Martina Lončar, jewellery designer slovena, vive in Italia da sei mesi e studia alla Scuola Orafa Ambrosiana di Milano. Nel suo lavoro utilizza volentieri materiali di recupero come involucri di vario tipo, parti di lattine, fili metallici, carte colorate, dando vita a creazioni davvero insolite che realizza anche su commisione.

Mari Ximena Hernandez Bolanos, colombiana, frequenta la Scuola d'Arte Applicata del Castello Sforzesco nella sezione “Arazzo Contemporaneo”. Ha presentato due esempi delle opere artistiche che realizza con la tecnica dell'arazzo patchwork.

 

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Aurel Ionescu (nella foto), rumeno, fuggito dal regime comunista nel 1977 e da allora in Italia, si dedica con passione all'arte dell'icona secondo la tradizione artistica del cristianesimo ortodosso.

Al termine del pomeriggio, l’artista camerunense Madeleine Mabita Nna si è esibita in una dimostrazione di danze tradizionali del suo Paese coinvolgendo visitatori e artisti.

Si è concluso così quest'appuntamento del ciclo “Milano: razza di città” (a cura di Insieme nelle Terre di Mezzo Onlus), visite guidate alla Milano nascosta per scoprire vita, luoghi e costumi dei "nuovi milanesi": i cittadini stranieri che sono venuti ad abitare tra noi e che adesso, forse, ci fanno po' meno paura...

Fonte: www.associazione.terre.it