Intervista all'autrice di "Per fortuna non ho commesso quel peccato" e "Per due voci sole"
Scrittrice, poetessa, cronista per quindici anni, ad un certo punto hai cambiato "vita" e hai deciso di fare la terapista shiatsu, continuando ancora a studiare medicina orientale cinese. Da cosa nasce questo tuo amore per l'oriente e per la loro arte curativa?
Può sembrare un paradosso, ma il mio interesse nasce dalla malattia. Soffrivo di una patologia autoimmune (artrite reumatoide) e di una genetica (sindrome di Vopn Willebrandt) che compromettevano in diversi modi la qualità della mia vita. Dopo anni di medicina tradizionale, sono diventata allergica ai betalattimici, cioè agli antibiotici, per cui ho deciso di cambiare direzione e sono andata da un'iridologa. Da qui il mio incontro con lo shiatsu e la passione nata per la visione della medicina tradizionale cinese che è olistica e considera l'uomo, non diviso in tante parti, ma uno solo, mente e corpo. Diciamo che è stato un percorso dove sono partita da me stessa per arrivare agli altri, dal mio benessere al loro.
Componi poesie visive, una tecnica che mescola china e parole. Da cosa nascono questa unione di scritto e disegno?
Ho sempre avuto un grande amore per la poesia perchè la ritengo il mezzo espressivo d'eccellenza per uno scrittore. Ho iniziato a sperimentare e soprattutto, in un periodo in cui ho fatto parte del circuito dell'arte postale, ho elaborato una tecnica con la china, partendo dai calligrammes di Apolinnaire: disegno, ma il tratto viene sostituito dalle parole scritte a china.
Hai scritto una autobiografia, Per fortuna non ho commesso quel peccato, che è anche un libro dedicato a tutte le donne, che vuole essere per loro una sorta di parabola sul riscatto sociale della figura della donna, discriminata nel mondo moderno. Perché sei convinta di questo?
Sono convinta che la donna sia altamente discriminata, proprio di recente l'Istat ha messo in luce come una donna guadagni quasi il 30 per cento in meno rispetto ad un uomo, stesse mansioni. E questo è solo un esempio. Perchè vivendo la mia di storia, nella quale c'è anche un'esperienza di mobbing, ho incontrato molte donne e ascoltato le loro storie e mi sono accorta che avevano bisogno di una voce che parlasse di loro e per loro, ma soprattutto mi sono accorta che sono sempre considerate "un patio sul retro" come dice Marcela Serano, della società e, come dico io, della vita di un uomo. Non è sempre così, in assoluto, ma molto spesso lo è. Credo che le donne abbiano bisogno di iniziare a volersi bene davvero e a capire che hanno dentro sè risorse incredibili.
È stato difficile per te mettersi a nudo e in un gioco in un romanzo, nero su bianco?
Abbastanza, io ho imparato a scrivere per i lettori e quindi, non è stato affatto facile, non amo le opere autobiografiche, ma lo dovevo a quelle che chiamo le "mie splendide donne", lo dovevo soprattutto a loro che mi hanno spinto a farlo e quando parlo delle mie donne, intendo amiche reali, qualcuna conosciuta sul web, altre riceventi.
Per due voci sole, il tuo ultimo romanzo, è la storia di una madre e una figlia che si ritrovano a causa della malattia. Ancora donne come protagoniste delle tue storie, ancora una volta si parla di malattia. Anche in questo libro c'è un pizzico di autobiografico?
Questa volta non c'è proprio niente di autobiografico, se non forse l'esperienza giornalistica di una delle due protagoniste e alcuni luoghi che descrivo. Per quanto ispirato ad una storia vera, è un romanzo il cui intento è quello di parlare di amor filiale, visto che di solito si parla sempre dell'amore dei genitori verso i propri figli. Ma spesso, i figli sono capace di un amore altrettanto grande per i loro genitori.
Hai pubblicato un saggio sulla mail art, completamente sconosciuta ai più. Come la spiegheresti?
L'arte postale è un meraviglioso circuito dove i tempi non sono quelli velocissimi del web, ma quelli lenti della posta (ritardi compresi). E' un universo dove ci sono artisti che si scambiano le proprie opere e comunicano, attraverso l'arte anche se arrivano da paesi diversi. E' la dimostrazione che quando si vuole, non c'è sistema che tenga, nè confine geografico o politico.
Sei fondatrice dell'associazione culturale Tam tam, per la quale hai tenuto corsi di scrittura creativa ed anche incontri sulla cultura orientale. A tuo parere, com'è la risposta del pubblico locale agli eventi culturali?
Io credo che non sia facile scuotere le persone dalla propria pigrizia, ma se si riesce a catturare la loro attenzione, allora escono di casa e partecipano. Il punto è però quello di catturare la loro attenzione e non sempre questa coincide con un evento culturale, o con un dibattito. Al momento, sul nostro territorio, mi sembra che ci sia una parteciapazione di nicchia, per esempio per il teatro, o per quei cinema di paese (tipo Osnago o Ronco Briantino) dove il pubblico è ormai affezionato. Per il resto, molte serate vanno deserte, ma trovo che le motivazioni a questa scarsa partecipazione siano complesse non riconducibili solo a poca pubblicizzazione degli eventi per esempio.
Ho letto che tornerai a pubblicare i tuoi prossimi libri su ilmiolibro.it, per quale motivo?
Perchè 20 anni fa ho pubblicato per un editore milanese che mi ha chiesto l'equivalente di 3 mila 500 euro e non mi ha mai nè distribuito, nè pubblicizzato. Mi piace il servizio di Kataweb e dopo tutti questi anni sono stanca di cercare un editore che possa davvero portare questo nome, per cui ho scelto il self editing, dove io sono il copywright e scelgo tutto, dalla copertina al formato, dal font alle foto. Trovo che sia il servizio migliore in termini di qualità-prezzo. Inoltre si può entrare nel circuito feltrinelli, io vendo i miei libri anche tramite le librerie feltrinelli e sono nel loro catalogo on line.
Dunque, hai dei progetti artistico-letterari in pentola....
Dopo l'uscita di "Due voci sole"? Certamente! A Natale sto pensando di pubblicare una silloge poetica. E credo che entro l'estate uscirà un nuovo romanzo, scritto sempre per le mie donne, ma dove si parlerà anche di guerra e pace, di malattia, di argomenti che fanno parte della nostra quotidianità insomma.