La rivista che vorrei

Il giovane ha presentato alla biblioteca San Gerardo di Monza il suo primo libro di poesie, "Senso comune. 2004 – 2009". Ad introdurlo Antonio Loreto, bibliotecario e poeta

La poesia come scoperta del senso comune. Si può forse sintetizzare così la ricerca poetica che Jacopo Galimberti ha condotto per comporre la sua silloge personale d'esordio, pubblicata dalla casa editrice Le voci della luna e presentata ieri alla biblioteca San Gerardo di Monza. Anche se si tratta per lui della prima raccolta individuale, Galimberti non è nuovo alle pubblicazioni: sue poesie erano già comparse nell'antologia "Mappa giovane", uscita per lo stesso editore e curata da PoesiaPresente, oltre che su diversi blog, e hanno ottenuto dei riconoscimenti. Alcune ritornano anche nella sua ultima fatica, seppure ulteriormente modificate e rifinite.

 

Antonio Loreto (sx, microfono in mano) e Jacopo Galimberti (dx)

 

«Si tratta di un libro molto politico – commenta Antonio Loreto, l'altro poeta monzese che ha introdotto al pubblico della biblioteca il collega – fin dal titolo: il senso comune infatti è ben presente anche nel pensiero di Gramsci. Per lui senso comune era una sorta di sedimentazione delle teorie filosofiche del passato, ridotte ad un sostrato privo di elementi logico ragionativi, ma fondamentale per indirizzare il pensiero. In Galimberti – continua – c'è una sorta di programma politico non didascalico, rappresentato dal ritornello incalzante oggi il cambiamento comincia dal basso, che corre lungo tutta la poesia intitolata Dal basso», vero manifesto poetico, aggiungiamo quindi noi. La dimensione politica nasce dall'esperienza privata del poeta, ma gioca sulla possibilità di condivisione con tutti. «Un vero e proprio intento politico a dire il vero non c'è – puntualizza lo stesso Galimberti – nel senso che non mi esce a tavolino. Io semplicemente scrivo nell'unica maniera che so, arrivando ad affrontare solo spontaneamente temi che sono poi anche politici».

 

Precisato questo aspetto, è bene specificare che la poesia di Galimberti non è civilmente impegnata in ogni suo verso. La sua bravura è piuttosto quella di ricreare e raccontare scene di cui si disegna uno sviluppo narrativo autosufficiente, e che si nutrono di un vissuto reale con tutto quel che ne consegue: preoccupazioni, ambizioni, frustrazioni, ricerca di lavoro e necessità di compromesso per un giovane d'oggi. In questo si concretizza la dimensione politica della poesia di Galimberti. Queste caratteristiche fanno sì che il suo verso risuoni fortemente della prosa, allungandosi ben oltre i limiti metrici tradizionali e accogliendo un lessico che normalmente si considera impoetico: non solo i termini tipici della nostra epoca come stage, stagista, co.co.pro (notare che sono tutti ripresi dall'ambito lavorativo, a riprova di una forte attenzione per la realtà sociale in cui agisce il giovane), ma anche parolacce. Interpellato da noi al riguardo, il poeta risponde così: «Credo che ai nostri giorni la poesia debba confrontarsi non solo con tutte le altre forme letterarie, ma anche con tutte le forme del linguaggio e della comunicazione, soprattutto quelli nuovi, cioè internet. Se questo – prosegue – significa mischiarsi con la prosa, per me è giusto. L'importante – conclude – è che la poesia continui a comunicare, che riesca a tenere botta contro una concorrenza spietata».


Monzese di nascita, londinese d'adozione, cosmopolita per vocazione, Jacopo Galimberti è uno di quei giovani che hanno dovuto lasciare l'Italia per cercare fortuna all'estero, e non ha nessuna voglia di tornare. Sta lavorando a una ricerca sul rapporto fra arte e politica, argomento su cui in Inghilterra esiste una letteratura scarsa e alla quale vorrebbe contribuire con un articolo in inglese.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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