"Avrei voluto essere padre", edito Nuovi Autori, della giornalista Laura Marinaro,
presentato venerdì 7 Novembre alla Galleria Cart di Monza

 Il 4 novembre 2011 presso la Galleria Cart in via Sirtori 7 a Monza è stato presentato il libro Avrei voluto essere padre, di Laura Marinaro, appena pubblicato per Editrice Nuovi Autori.

Laura Marinaro è una giornalista, nata ad Altamura, che vive da tempo nella provincia di Milano e che da anni si occupa come volontaria dell'ufficio stampa dell'associazione Figli Liberi. Figli Liberi si rivolge a quei genitori separati e divorziati che vogliono mantenere un rapporto con i propri figli, aiutandoli e sostenendoli anche nelle ingarbugliate vie legislative. Testimonial famoso dell'associazione è il padre single e volto noto Tiberio Timperi, di cui una lunga intervista è inserita nel libro della Marinaro. L'associazione è nata soprattutto per aiutare i padri ad ottenere maggiori diritti nell'affido dei figli: a discapito della legge, che mette i genitori sullo stesso piano della responsabilità nei confronti dei figli e nelle possibilità di ottenere l'affido, spesso, anzi spessissimo,i papà sono penalizzati nelle procedure post separazione, arrivando alla situazione attuale, in cui ben nel 95% dei casi l'affido dei figli va alla madri, le quali di solito tengono anche la casa. Per fronteggiare questa disparità e favorire un rapporto più equo tra figli, padri e madri, Figli Liberi si batte da tempo, con manifestazioni e proteste, nonché offrendo supporto legale ai genitori separati.

alt

Da tutto questo, la storia personale di Laura Marinaro, sposata felicemente e con una figlia, sembra essere molto distante. La sua esperienza nell'associazione e l'incontro con chi ha vissuto in prima persona alcune ingiustizie le sono servite per condividerne i drammi e schierarsi dalla loro parte. Avrei voluto essere padre, raccolta di cinque storie di padri e figlie separati, è la sua denuncia verso una situazione iniqua, una delle tante nel nostro paese, il racconto di un'ingiustizia sociale oltre che personale. Un libro che trae nutrimento e ispirazione dalla realtà e dalle persone che Laura Marinaro ha conosciuto, come ha ammesso la scrittrice alla presentazione di venerdì.

Cinque storie di padri e figlie, e non è un caso. Questa scelta non  è passata inosservata e i lettori ne hanno chiesto il motivo di questa scelta direttamente all'autrice durante la presentazione di Avrei voluto essere padre. La risposta è semplice: innanzitutto, per la Marinaro è stato preferibile e più saggio scrivere di cose di cui sa', in quanto vissute da lei stessa, cioè in quanto figlia e madre di una bambina; inoltre, a suo parere, le donne ed in particolare le bambine, hanno una differente e maggiore sensibilità rispetto ai maschietti – affermazione, peraltro, subito smentita da altri genitori presenti in sala, che invece ritengono che proprio i loro figli 'maschi' siano più sensibili rispetto alle sorelle.

Tra le storie di Avrei voluto essere padre ce n'è anche una particolarmente soggettiva e a prima vista " fuori dal coro": quella che racconta il parto della scrittrice. In quel momento, dice la Marinaro, appena messa al mondo la figlia, ha visto suo marito prenderla in braccio e davanti a lei si è realizzato il primo nucleo di amore paterno, mentre lei si sentiva ancora come una macchina sudata e ansimante. Un primario fuggevole moto di gelosia si è formato dentro di lei ed è scomparso subito dopo averlo formulato. Una gelosia che, tuttavia, silente e incoscia, probabilmente accompagna tutte le madri e i padri nei primi anni di vita dei figli, quando una piccola parte del genitore lotta per avere più amore e attenzioni dal figlio. Un sentimento vuoto, che si estingue da sè, specialmente quando si comprende fino in fondo il proprio ruolo genitoriale e l'importanza dell'altro genitore per la crescita sana della propria prole. A questo "sfogo"  intimo lʼautrice ne aggiunge un altro, anch'esso legato ad un episodio autobiografico riportato nel libro: il rapporto con il padre, ricalcato in una delle cinque storie. Rapporto che ha potuto riponderare e comprendere meglio anche grazie all'incontro con i padri di Figli Liberi.

 

alt


Sviluppare in modo sano ed equilibrato il rapporto tra padri e figli, realizzare il valore della bigenitorialità, estinguere le differenze tra madri e padri, riconoscere lʼimportanza dellʼuno e dellʼaltra, è unʼoperazione che devono fare tutti, soprattutto quelli che si occupano delle famiglie, dalle assistenti sociali agli educatori, fino ai giudici e alle Istituzioni, questo è l'appello che Laura Marinaro lancia in conclusione della presentazione. In un paese in cui il numero dei matrimoni falliti aumenta il rischio di avere un numero crescente di padri di serie B, di padri Bancomat, utili solo a elargire denari, è un rischio realistico e non edificante.

Nonostante lʼargomento serio e i problemi reali di cui il libro si occupa, la presentazione di Avrei voluto essere padre è stata un incontro informale, con parole ironiche e scherzose su e dall'autrice, grazie alla stretta conoscenza tra i curatori della Galleria e la scrittrice, oltre che per il carattere solare della stessa. Una vena allegra ha accompagnato la serata, senza comunque inficiare il valore delle parole e dell'iniziativa promossa dal libro. Che lascia sicuramente con una domanda, ossia su quale sia la soluzione migliore per questi figli della Generazione X (o Y o Z); domanda probabilmente senza risposta, data l'impossibilità di generalizzare le singole situazioni e casi familiari, ma che spinge ad avere un atteggiamento privo di pregiudizi e fuori dagli schematismi, volto davvero alla ricerca dell'equità e del bene dei minori.

Laura Marinaro è nata nel 1968 ad Altamura, in provincia di Bari. Vive ad Imbersago con la propria famiglia. È laureata in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica di Milano e dal 2008 è iscritta all’albo dei giornalisti professionisti della Lombardia. Collabora con i quotidiani Libero e Il Giorno. È addetta stampa, come volontaria, presso l’associazione “Figli Liberi” per la tutela dei minori nelle separazioni. Lavora con Hubnet Communication a Monza per vari progetti editoriali.

Gli autori di Vorrei
Azzurra Scattarella
Azzurra Scattarella