L'ultimo saluto di Monza all'hombre vertical, lo studente, il collega, il prof, l'editore, il papà, l'amico. E una proposta: dedichiamogli un premio, letterario o artistico, per sentirlo ancora fra noi. Che ne dite?
Stamattina, il saluto della famiglia, degli amici, dei colleghi a Carlo Vittone, nella sua semplicità è stato molto commovente. Nell'affollata aula magna dell'ISA di Monza sono state le voci rotte dall'emozione di Rosario Montalbano — assessore e grande amico di Vittone —, del preside Guido Soroldoni e degli altri che hanno voluto avvicinarsi al microfono a ricordare l'hombre vertical, lo studente, il collega, il prof, l'editore, il papà, l'amico.
Ci mancherà molto, è chiaro già adesso. Così chiaro che voglio permettermi di fare una proposta, senza sapere ancora cosa ne possano pensare Eva, la moglie, e le sue figlie: sarebbe bello ricordare Carlo e la sua grande passione per la cultura dedicandogli un premio, un concorso annuale. Letterario, fotografico o cos'altro non saprei, sono certo però che tutti coloro che stamattina erano lì per salutarlo sarebbero pronti a dare una mano per un progetto simile.
Ieri, alla splendida mostra di Berengo Gardin al Palazzo Reale di Milano, mi sono appuntato questo passaggio: «Le epifanie avvengono senza preavviso, ma, quando accadono, richiedono pronta dedizione e lavoro puntuale». Ecco, io credo che chi ha avuto la fortuna di incontrare Carlo Vittone ora sia pronto a mettere a disposizione dedizione e lavoro per sentirlo ancora fra noi. Che ne dite?