Grande successo di pubblico per la XVI edizione del festival teatrale nel Parco del Curone e sui Colli di Brianza. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico Luca Radaelli. Educare al bello e alla cultura produce richiesta e bisogno di bello e cultura
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è da poco conclusa la XVI edizione del festival di teatro popolare di ricerca Ultima luna d'estate, organizzato dall'Associazione Teatro Invito in teatri, ville e cascine del Parco del Curone e dei colli di Brianza. Edizione dedicata al tema dell'amore, in tutte le sue sfaccettature e risvolti: l'amore tenero o violento, l'amore casto o perverso, l'amore per la patria o per Dio, l'amore omosessuale, platonico, contrastato o disperato. Certamente l'essere riusciti a realizzare anche quest'anno una programmazione di oltre due settimane di appuntamenti è una notevole dimostrazione dell'amore per il teatro che gli organizzatori, nonostante i tagli dei contributi pubblici e le difficoltà economiche facili da immaginare, hanno voluto ancora una volta dimostrare. Spettacoli, concerti, recital, aperitivi teatrali, degustazioni enogastronomiche, mercatini della terra e laboratori hanno coinvolto 15 Comuni, diverse realtà del territorio, numerose location pubbliche e private aperte per l'occasione, ma soprattutto più di 5000 spettatori.
Un festival che si caratterizza per la commistione fra teatro di ricerca e teatro popolare, come si evince anche dal sottotitolo, perché «la ricerca non deve essere una questione di èlite – ci dice Luca Radaelli, direttore artistico del festival – bensì una proposta per chiunque. Per questo la nostra programmazione spazia molto. Accostiamo titoli di respiro nazionale (anteprime, debutti o ospitalità di nuove produzioni di compagnie riconosciute in tutta Italia) con spettacoli ugualmente di qualità, ma più inerenti al territorio, in modo da interessare e coinvolgere un pubblico il più possibile ampio – continua – accanto al pubblico più attento alle novità e alla scena teatrale, che ci segue con attenzione da anni, c'è anche un pubblico locale, al quale interessa trascorrere una bella serata in un luogo di particolare interesse storico-architettonico o paesaggistico del proprio territorio, assistendo a uno spettacolo di qualità».
Tra gli spettacoli più attesi di questa edizione, e decisamente premiati dalla grande partecipazione di pubblico, l'anteprima di Laura Curino e Mirko Artuso Oceano di seconda mano in Villa Mariani a Casatenovo; la prima replica (dopo il debutto nazionale al Napoli Teatro Festival) di Lolita, nuova produzione di Babiloniateatri (foto in alto), compagnia tra le più interessanti della nuova scena italiana e che ha già avuto modo di essere ospitata nelle scorse edizioni; e lo struggente monologo di Cesar Brie (foto in basso) Solo gli ingenui muoiono d'amore, presentato nel Chiostro di San Giovanni a Perego.
Particolarmente seguiti e partecipati anche i numerosi eventi collaterali: «Abbiamo notato un incremento di pubblico in generale rispetto alle scorse edizioni – ci spiega ancora Luca Radaelli – ma in particolare sono esplose le richieste soprattutto per degustazioni e aperitivi teatrali, che hanno riscosso un successo straordinario. Siamo rimasti favorevolmente impressionati – continua – dall'interesse dimostrato dal pubblico per i momenti di approfondimento riguardo gli artisti proposti (esauriti gli incontri con il critico teatrale Renzo Francabandera) e agli spettacoli. Addirittura il pubblico spesso si fermava dopo lo spettacolo per porre domande o confrontarsi con gli artisti riguardo il loro lavoro appena presentato».
Certamente un segnale significativo e importante per un territorio in cui non è sempre facile fare proposte di qualità e di ricerca. Un segnale che operatori e organizzatori non devono e non possono sottovalutare, ma che anzi va assecondato: come diceva Feuerbach «l'uomo è ciò che mangia» e questo vale ancora di più se il nutrimento non è fisico ma spirituale, intellettuale. Educare al bello e alla cultura produce senz'altro richiesta e bisogno di bello e cultura.
Un plauso dunque allo staff organizzativo (e anche ai tanti volontari che aiutano durante il festival) di Teatro Invito e dell'Associazione Ultimaluna, nell'attesa della prossima edizione che forse, ci confida il direttore artistico, potrebbe essere dedicata al tema della crisi finanziaria e del rapporto tra l'economia e la cultura nella nostra società. Ma chi lo sa, magari tra un anno la crisi sarà dietro le spalle e l'argomento non più attuale...