Autrice di saggi, biografie, romanzi di successo internazionale tradotti in oltre 20 paesi del mondo, Melania G. Mazzucco si è raccontata martedì scorso all'ultimo appuntamento di Bruma.
Vorrei l'ha intervistata.
A
nche quest'anno abbiamo seguito tutta la rassegna femminile curata da Camilla Corsellini e promossa dal Comune di Brugherio e per i lettori di Vorrei abbiamo intervistato Melania Mazzucco poco prima dell'incontro serale. Capace di addentrarsi nei territori del presente e della storia, incontrarla e chiacchierare con lei è stata la conferma di essere di fronte ad una scrittrice profonda, accurata, rigorosa e sempre convincente.
Melania C. Mazzucco
Alcuni suoi libri derivano da storie familiari, immagini, emozioni, nomi, luoghi, come nasce Sei come sei e il personaggio della ragazzina Eva?
Con il tempo mi sono resa conto di avere due grandi interessi nella scrittura, da una parte la ricostruzione di vite vissute di personaggi realmente esistiti. Si tratta di vite inabissate, come le chiamo io, di persone di cui si è perduta la memoria in quanto vinti, ultimi della storia e senza voce, oppure vite di artisti del passato, in prevalenza donne, su cui l'oblio della storia ha steso un velo di dimenticanza.
Il mio interesse è ricostruire quelle esistenze per ricordare ciò che abbiamo vissuto come popolo, ma anche per portare alla luce le storie di grandi artiste ed intellettuali, ricostruendo la catena del tempo: voci importanti, talvolta decisive della nostra cultura, ma troppo spesso ignorate.
E' in quest'ambito che rientrano Vita [2003, Premio Strega] un libro epico in cui ho raccontato la storia di mio nonno e degli italiani immigrati in America, La lunga attesa dell'angelo [2008, Premio Scanno] sulla figura del Tintoretto e della figlia Marietta e Lei così amata [2000, Premio Vittorini, Chianciano, Bari e Napoli] il libro dedicato ad Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, archeologa,fotografa, giornalista e viaggiatrice svizzera.
Un'altra parte dei miei romanzi è invece legata al mondo contemporaneo, sono i libri nei quali affronto i temi del presente, cercando di sottrarre alla cronaca i fatti che accadono alle persone come noi e accanto a noi, delle quali ignoriamo tutto. Da questo altro interesse nasce la mia attenzione all'ascolto delle storie degli altri e la mia sfida è di trasformare in romanzo storie ed episodi di cui si scrive (o si sarebbe scritto) solo in termini di cronaca nera.
In Un giorno perfetto [2005, Premio Hemingway e Premio Roma] che oggi si potrebbe dire un romanzo sul femminicidio (ma non solo), in realtà mi interessava raccontare chi sono le persone che finiscono sui giornali, o che avrebbero potuto andarci. E così è anche per la storia della guerra in Afghanistan in Limbo [2012, Premio Elsa Morante per la narrativa, Premio Bottari Lattes Grinzane, Premio Giacomo Matteotti] dove mi premeva narrare quel conflitto attraverso gli occhi di una donna soldato, Manuela, e portare i lettori lì, insieme a lei, in quel paese geograficamente ed emotivamente lontano.
Per me ogni storia è degna di essere raccontata e di finire in un romanzo.
Sei come sei [20013] è una storia su ciò che sta accadendo alle nuove famiglie, al nuovo modo di essere genitori oggi e ho voluto farlo dall'interno raccontando la storia di una ragazzina apparentemente diversa perché figlia di due padri, e che si trova - come tutti - ad affrontare, la crescita, la fine dell'infanzia e il passaggio all'adolescenza, in una delicata fase della vita, in cui chi è differente diventa oggetto di azioni di bullismo (termine che proprio non mi piace ma che rende l'idea) e viene escluso dal gruppo, gli adolescenti sanno essere spietati, come abbiamo sperimentato anche noi da giovani! Per scrivere questo romanzo sono quindi partita da qui, da Eva che decide di non subire più e di reagire, la storia comincia con l'incidente nella metropolitana milanese.
Ne approfitto allora per chiederle se Milano è una città che conosce bene
Sono stata molto legata a Milano, che per me rappresenta il luogo del lavoro, è la città della Rizzoli, la casa editrice alla quale sono stata legata 10 anni e ci venivo molto spesso. Per me le città si conoscono veramente solo quando le si attraversa piedi, con i mezzi pubblici, stando in mezzo alla gente, respirando l'atmosfera e in questo senso posso dire di conoscerla molto bene.
Come procede nel suo lavoro di documentazione per ricostruire ambienti, personaggi, clima in storie tanto diverse e lontane nel tempo?
Il mio lavoro di costruzione delle storie è analogo per tutti i libri, cerco di impadronirmi dell'ambiente che provo a vedere come se io fossi presente. Per fare questo devo avere un'idea chiara dei linguaggi, dei costumi, degli odori. Faccio un lavoro di immersione ed esplorazione - che chiamo apnea - di mondi differenti per restituirli ai lettori con vividezza, in maniera che anche chi segue la storia sia lì, insieme ai personaggi, come se si creasse con loro una relazione in 3D. Cerco una narrazione coinvolgente in e con tutti i sensi e rifletto molto sulla lingua e sulla scrittura da usare, dal veneziano del '500, al gergo dei ragazzini di oggi, al linguaggio militare. I tempi verbali, il lessico, l'alternanza dei registri per me sono molto importanti.
Anche i ritmi presenti nei suoi romanzi sono molto differenti e questa è la sua grande abilità di scrittrice, riconosciuta da critica e lettori ce ne dà qualche esempio?
E' la storia che me lo chiede, Sei come sei è un romanzo veloce deliberatamente molto più breve degli altri, è una vicenda lancinante, che per me aveva bisogno di poche pause. Si svolge in tre giorni con degli andirivieni dove il tempo che incalza è uno dei protagonisti, dove per indagare i sentimenti brucianti che stanno dietro alla storia non si può perdere nemmeno una goccia di tempo. In altri libri invece c'è bisogno di più tempo come per Il bacio della Medusa, il mio romanzo più lirico e appassionato, con un ritmo lento e trascinante, un vero fiume fiume in piena. Così pure per La lunga attesa dell'angelo che ha un ritmo disteso, necessario per descrivere la vita intera - dalla nascita alla morte - della figlia del pittore veneziano, quasi un un adagio musicale. Un giorno perfetto è invece un po' il contrario, un libro sincopato, frenetico, che accelera verso il delitto, in cui tutto avviene in un giorno apparentemente qualunque in una grande città di oggi, dove l'unità temporale dà ritmo alla storia.
Visto che proviene da studi di sceneggiatura presso il Centro sperimentale di cinematografia, ha mai pensato di sceneggiare o di scrivere un romanzo già in funzione di una sua trasposizione cinematografica?
No, fino ad oggi non ho mai voluto sceneggiare i miei romanzi, nel momento in cui scrivo una storia sento di aver detto tutto e si esaurisce così, poi io scrivo visivamente, per immagini, quindi il cinema è già dentro alle mie narrazioni, ma non è detto che possa cambiare idea più avanti!
In realtà gli studi di cinema al Centro sperimentale di cinematografia di Roma sono stati un'esperienza formativa straordinaria tra giovani provenienti da tutto il mondo, ognuno con la sua aspirazione. Non ero certa di fare del cinema e quei due anni sono stati per me l'occasione di maturazione della scrittura, un'officina di apprendistato che la sola letteratura non fa fare. Ho scritto comunque vari soggetti per il cinema, ma nessuno è diventato un film.
Mi fa molto piacere se i miei romanzi diventano film, ma per ora lascio ad altri questo lavoro di adattamento della scrittura. Dei miei romanzi al momento solo Un giorno perfetto è diventato un film [2009, prodotto da Fandango e diretto da Ferzan Ozpetek]. Di Limbo si dovrebbe fare un film [e a dirigere dovrebbe essere Daniele Vicari, regista di Diaz, attualmente impegnato con Laura Paolucci nella stesura della sceneggiatura, ma non si è ancora fissata una data di inizio riprese], come pure di Vita, che però non si è ancora girato [e per il quale si è parlato del regista Paolo Virzì].
Infine può dare ai lettori di Vorrei un'anticipazione su cosa sta lavorando in questo momento?
I romanzi per me devono maturare, talvolta ho progetti che restano fermi per qualche anno, perché non vedo con sufficiente chiarezza l'architettura dell'insieme e allora ho bisogno di aspettare. In questo momento ho due progetti in una fase piuttosto avanzata. Il primo è un progetto di ricerca e di ricostruzione di un personaggio realmente esistito, l'altro è un romanzo di invenzione. Sono abbastanza dentro a entrambi, di solito funziona come per una valanga di neve, uno dei due progetti si stacca e va giù e a quel punto deve andare avanti, mentre l'altro resta indietro.
Quest'anno poi prosegue la mia collaborazione, strettamente legata alla mia passione e interesse per l'arte, con la Repubblica con il Museo del mondo. In un percorso del tutto personale ogni domenica racconto un quadro, selezionato tra 50 opere pittoriche di tutti i tempi che ho incontrato e con le quali ho dialogato.
Biblioteca Civica di Brugherio, 22 ottobre 2013
l'Assessore alle politiche culturali Laura Valli, Melania C. Mazzucco e Camilla Corsellini