La natura, l'arte, la musica, la storia, il buon cibo, i prezzi contenuti e la cultura dell'accoglienza greco bizantina fanno del Salento la meta di una buona vacanza
G
li ingredienti essenziali per una buona vacanza sono soprattutto tre: un ambiente paesaggisticamente piacevole e umanamente accogliente, occasioni e tradizioni culturali degne di rilievo e, last but not least, una politica di prezzi contenuti in grado di adeguarsi a tutte le borse. L’esperienza ci insegna che la presenza contemporanea di questi elementi, che dovrebbero essere ovvi, non sono facili da trovare in una nazione (la nostra) che pure ha abbondanza straripante di bellezze artistiche, culturali, naturali e un bisogno estremo di attirare visitatori da tutto il mondo.In effetti, per ottenere quanto sopra, bisogna investire in risorse umane ed economiche, favorire la crescita di strutture di accoglienza e, soprattutto, possedere una cultura dell’ospitalità che si sappia muovere con eleganza tra eccessivo blandimento da una parte e trasandatezza dall’altra. Persone affabili e non servili, che facciano sentire il viaggiatore come a casa propria ve ne sono nel nostro Paese, ma un luogo dove ce ne sono in abbondanza è collocato in una penisola proiettata nel cuore del Mediterraneo: il Salento. Una terra ricca di storia, con paesaggi mozzafiato e strutture architettoniche ricche di fascino.
Grotte di Castellana
Partiamo dal capoluogo, Lecce, dove una passeggiata nel centro storico porterà a scoprire il lussureggiante barocco di pregevoli chiese e palazzi. Qui la fioritura di questo stile ha avuto inizio verso la fine del Cinquecento sotto la dominazione spagnola e si è protratto per buona parte del Settecento, diffondendosi anche nel resto della provincia (di cui Nardò è una delle perle più preziose). L’affermarsi di questo stile è stato favorito dalla diffusa presenza su tutto il territorio della cosiddetta pietra leccese, un calcare di facile lavorazione e dai caldi colori dorati che si è rivelato molto adatto alle complesse lavorazioni che caratterizzano il barocco. Uno stile questo particolarmente elaborato, il cui fine era di suscitare ammirazione e sorpresa attraverso l’abbondanza di fregi, stucchi a motivi floreali, figure di animali, stemmi e immagini fantastiche.
Circa le tradizioni popolari, sarebbe un errore pensare che la musica salentina si raccolga e si esaurisca attorno alla “pizzica tarantata”. Ma bisogna riconoscere che la “pizzica” è divenuta un fenomeno che ha attinto uno straripante successo internazionale. Studiata già negli anni Cinquanta dal grande etnologo Ernesto de Martino, tale musica è legata alle terapie terapeutiche coreomusicali del “tarantismo”. Si credeva infatti che certe forme isteriche ed epilettiche che colpivano soprattutto giovani donne in età da marito, fossero indotte dal morso di una specie di ragni. Esse dunque venivano “curate” incitandole a danzare al suono di una musica ritmicamente martellante affine a quella nota come tarantella.
Chiesa barocca
Per chi ama il mare, non vi è che l’imbarazzo della scelta, località come Gallipoli, Otranto, Santa Maria di Leuca (il cui nome, non a caso è tratto dal greco leucosche significa “bianco”) hanno raggiunto ormai una tale fama che ci esime dal descriverle. Vale la pena invece di citare il parco regionale di Portoselvaggio, all’interno del quale una salutare passeggiata consentirà di scoprire una natura intatta e ricca di unicità floreali e faunistiche. Una pineta a macchia mediterranea in grado di fornire balsamica aerazione anche ai polmoni più intossicati.
Grazie all’instancabile organizzatrice di questo progetto, Carmen Mancarella, abbiamo potuto effettuare escursioni alla scoperta delle vestigia del glorioso passato bizantino, di cui è pregna la “Terra d’Otranto”. Sono ancora visitabili siti con insediamenti rupestri e grotte in cui si conservano antiche decorazioni e affreschi, graffiti, incisioni e iscrizioni di importante valore storico. Si trovano in varie località, fra le altre Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Giurdignano, Sternatìa, Galatina.
Ci siamo ritrovati nel mezzo dei preparativi per una festività molto antica, “Le Tavole di San Giuseppe”, che culmina il 19 marzo con la festa del santo, una delle più autentiche forme di condivisione profondamente radicate nella tradizione popolare salentina e tuttora in uso. Si tratta di un lauto banchetto che veniva, secondo la tradizione, preparato per i santi, da un minimo di tre a un massimo di tredici, di cui San Giuseppe a capotavola. Era un banchetto luculliano originariamente offerto ai poveri del paese; oggi viene offerto da una famiglia ai parenti o agli amici, in particolare a coloro che versano in difficoltà finanziarie. È tradizione che il padrone di casa non badi a spese e che offra agli ospiti ogni ben di Dio, dando prova di somma ospitalità e generosità.
La tavola è imbandita con pietanze e squisitezze preparate con prodotti nostrani: dal pane alla pasta tradizionale, “massa e ciciri” (ossia pasta e ceci), pesce fritto, i lampascioni, i dolci carnevaleschi detti “zeppole di San Giuseppe”. Secondo la tradizione per ogni santo, ossia ad ogni commensale bisognava offrire 13 pietanze, pertanto la preparazione della festa era lunga e faticosa. Colui che impersonava San Giuseppe era incaricato di decidere come si svolgeva il banchetto e che segnalava il cambio di pietanza battendo tre volte la forchetta sul bordo del piatto. Ciò che rimaneva nei piatti veniva portato via dagli ospiti che ringraziavano i padroni di casa.
Una visita d’obbligo appena fuori del Salento va dedicata alle grotte di Castellana. Un luogo incantato la cui formazione risale a milioni di anni fa e che rappresenta un’attrattiva turistica fra le più belle d’Europa. Una passeggiata di circa tre chilometri porterà a scoprire una foresta di alabastro che va ammirata in assoluto silenzio per il rispetto dovuto ad una cattedrale naturale che nulla ha da invidiare a quelle costruite dall’uomo. La perla di questa meraviglia è la “grotta bianca”, un ambiente di folgorante bellezza ornato da candide stalattiti e stalagmiti.
Un punto strategicamente ottimale dal quale muovere per conoscere l’intero territorio salentino è Aradeo, una graziosa località posta al centro della penisola e da dove sono facilmente raggiungibili un po’ tutti i luoghi di interesse turistico. Ad Aradeo si potrà soggiornare in agriturismi e Bed and Breakfast ben organizzati. Per chi preferisce restare nel centro del paese, è consigliabile il B & B “Li culuri”, una casa padronale con vasto terrazzo e giardino (tel. 0836-554046 www.casenelsalento.it/index.php/casa-vacanze/13-b-b-li-culuri-aradeo ). Chi invece dovesse preferire la campagna, si troverà magnificamente all’agriturismo Tenuta Mezzana (tel. 0836-551789 www.tenutamezzana.it ), dove si potranno assaggiare i prodotti biologici coltivati in loco e godere di un’ospitalità cordiale e di ottimo livello.