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 Verso una rete dei musei del territorio. Intervista a Elio Talarico, assessore alla cultura di Lissone: «Attraverso la cultura possiamo sconfiggere la paura, valorizzare le differenze e restituire città più sicure, con la cultura possiamo educare al rispetto delle regole e della legalità»

Dopo Mariasole Mascia di Vimercate è l'assessore alla cultura a Lissone Elio Talarico a rispondere alle nostre domande e a dirci la sua riguardo l'ipotesi di una rete dei musei del territorio. Sotto la sua “reggenza” il Museo di Arte contemporanea ha visto la nomina di Alberto Zanchetta come nuovo direttore (qui l'intervista di Vorrei) e un deciso cambio di rotta con un calendario fittissimo di appuntamenti.


Chi è Elio Talarico?
Ho 55 anni e sono un grafico, sono un padre e un marito che ha un forte senso civico che crede nel valore delle istituzioni democratiche di questo Paese e che, per un periodo della sua vita, si è messo al servizio della comunità facendo l'assessore nella propria città. Oltre la politica, mi piace la semplicità, la bellezza e la natura in tutte le sue forme.

Il grafico che ascolta Battiato, il Banco, Demetrio Stratos e guarda i Coen, Tarantino e Moretti

Quali sono le tue letture, ascolti e visioni preferite?
Leggo molto la stampa quotidiana, leggo libri di genere diverso, ma non ho autori preferiti, se non la predilezione estiva per Camilleri. Ora ascolto poco, ma da sempre la musica è stata presente nella mia vita. Mi piace Battiato, quando fa il musicista, ho amato Demetrio Stratos e il Banco del Mutuo Soccorso, i cantautori italiani da Battisti a De Gregori, da De Andrè a Gaber e la musica universale dei Pink Floyd, degli U2, dei Beatles.
Guardo poco la Tv, seguo solo i telegiornali e i talk show politici, e amo il cinema, dai Fratelli Coen a Tarantino, da Eastwood a Kubrick, da Nanni Moretti a Sergio Leone.

Com'è fare l'Assessore ai tempi della crisi?
Premesso che per me ricoprire il ruolo di Assessore alla Cultura è un'esperienza entusiasmante, devo sottolineare che il quadro generale riferito alla disponibilità di risorse economiche è desolante e, spesso, frustrante.
Spesso ci troviamo a non poter dare risposte adeguate a bisogni essenziali proprio per carenza di risorse economiche. Mettere in campo creatività e nuove progettualità può sopperire in parte alla mancanza di risorse, ma oltre una certa soglia fisiologica si rischia di non poter svolgere i compiti per cui si è stati chiamati. Detto questo, non gettiamo la spugna, anzi, raccogliamo la sfida con entusiasmo e tanta voglia di fare bene.

La disponibilità di risorse economiche è desolante e, spesso, frustrante.

Come interagisci con gli operatori culturali del territorio? Esiste un luogo, un momento strutturato di confronto?
Esiste un'ottima relazione con gli operatori culturali del territorio. Incontro spesso i rappresentanti delle associazioni sia sulle singole iniziative, sia in momenti di progetti condivisi come il Carnevale lissonese e com'è stato l'anno scorso in occasione delle manifestazioni per il Bicentenario Verdiano che abbiamo chiamato "Sempreverdi". Al momento non esiste un momento strutturato con gli operatori culturali, come potrebbe essere una consulta della cultura, ma è mia intenzione mettere a sistema una programmazione condivisa su una serie di temi chiave.

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Il Museo di Lissone. Foto tratta da studioamebe.blogspot.it

 

Come definiresti la linea politico-culturale dell'Amministrazione di cui sei parte?
Le linee programmatiche della nostra Amministrazione sono la nostra guida e, all'interno di queste, la politica culturale rappresenta un punto estremamente importante e qualificante. Molti dei nostri obiettivi sono intersettoriali e inevitabilmente la cultura è strettamente coinvolta a cominciare dagli interventi nelle scuole a quelli sul territorio.
Attraverso la cultura possiamo sconfiggere la paura, valorizzare le differenze e restituire città più sicure, con la cultura possiamo educare al rispetto delle regole e della legalità, con la cultura della solidarietà aiutare chi ha più bisogno, con la cultura possiamo introdurre nuovi modelli di sviluppo, più sostenibili e più rispettosi dell'ambiente, con la cultura possiamo valorizzare il tessuto economico e produttivo del territorio, con la cultura possiamo attrarre risorse economiche.

Attraverso la cultura possiamo sconfiggere la paura, valorizzare le differenze e restituire città più sicure, con la cultura possiamo educare al rispetto delle regole e della legalità

C'è collaborazione con i colleghi delle altre città?
Sì, diciamo che al momento c'è una buona relazione e sintonia con molti colleghi delle altre città della provincia come Monza, Vimercate, Desio, Meda, Cesano Maderno e con alcuni di questi stiamo condividendo idee e progetti.

Sei soddisfatto della visibilità raggiunta dal Mac? quanti visitatori ha accolto nel 2013?
C'è ancora molto da fare. Nonostante una programmazione di alto livello, ricca e variegata, di cui si sono finalmente accorti anche i media qualificati del settore, ho verificato, in questi due anni, come ancora per molti il MAC risulti una realtà artistica sconosciuta o conosciuta solo superficialmente, spesso mi sento dire: "ma non sapevo che Lissone avesse un museo così bello!". Per cui è necessaria un'azione incisiva di comunicazione e in questa direzione mi sto muovendo. Nel 2013 il MAC ha registrato un totale di oltre 8.000 visitatori, circa 2.000 in più del 2012 e i dati di questo inizio 2014 ci lasciano ben sperare. L'obiettivo è di arrivare ad Expo 2015 con un'immagine del MAC forte e consolidata.

Il nostro museo rappresenta un formidabile strumento attrattivo che potrebbe coinvolgere il tessuto produttivo della città con forti ricadute in campo economico

Quanto conta il Mac per l'identità di Lissone verso i suoi stessi cittadini e verso quelli esterni?
Conta eccome, rappresenta un punto di riferimento della nostra storia ed è la perla della nostra città in campo artistico e del design. Una realtà che molti ci invidiano per il valore della prestigiosa collezione storica di pittura un patrimonio per tutta la nostra comunità. Sto lavorando perchè ci sia un rapporto più "easy" dei nostri concittadini con il MAC perchè non sia visto come un corpo estraneo alla nostra città, ma venga vissuto come una struttura al servizio dei cittadini, dell'arte contemporanea e del design con un alto valore culturale e sociale. Verso i cittadini esterni il nostro museo rappresenta un formidabile strumento attrattivo che potrebbe coinvolgere il tessuto produttivo della città con forti ricadute in campo economico.

 

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Su cosa dovrebbe puntare questo territorio per rilanciarsi economicamente ma non solo?
Il nostro territorio, come è stato dimostrato in un recente convegno ospitato proprio al MAC di Lissone su Valore Arti Impresa, ha enormi potenzialità in ambito culturale (ne parlammo su Vorrei in questo articolo, ndr). C'è un forte consumo di cultura che può essere aumentato e migliorato. L'investimento in cultura abbinato alla naturale vocazione del "saper fare" tipica del nostre aziende, può veramente dare l'avvio a un "sistema culturale evoluto" basato su una forte sinergia tra enti culturali e il mondo delle imprese con il risultato di valorizzare l'offerta culturale, creando un formidabile strumento per il rilancio economico del nostro territorio.

Una rete ristretta di realtà museali complementari tra loro e tutte pubbliche. Concordo che ciò costituirebbe un'offerta formidabile, di grande qualità e varietà.

Cosa pensi della nostra proposta di costruire la rete dei musei del territorio?
Di rete dei musei del territorio se ne parla dal 2011, proprio il MAC di Lissone aveva ospitato un workshop voluto dalla Provincia di Monza e Brianza dal titolo: "Monza Brianza Musei, per una rete museale del territorio". Purtroppo questa proposta non ha mai avuto la spinta necessaria per poter decollare, complice l'estrema incertezza in cui ha vissuto l'istituzione provinciale.
La vostra proposta è interessante e individua una rete ristretta di realtà museali complementari tra loro e tutte pubbliche. Concordo che ciò costituirebbe un'offerta formidabile, di grande qualità e varietà. Sono certo che questa sia la direzione giusta e sia da percorrere quanto prima per dare più forza e per valorizzare ancora di più ogni singola istituzione. Penso che il vostro stimolo vada colto al volo, iniziando un percorso di analisi e approfondimento tenendo in considerazione che, sul piano culturale, la situazione è estremamente fluida anche per il ruolo che andrà a ricoprire Villa Reale nel prossimo futuro, nei rapporti con la Triennale di Milano e l'ipotesi di un Museo del Design proprio all'interno della Villa che inevitabilmente condizionerà lo scenario museale esistente.

Che giudizio dai del lavoro fatto in ambito culturale dalla Provincia in questi anni?
L'attività della Provincia in ambito culturale ha avuto una fase di entusiasmo proprio quando la Provincia non era ancora istituita e si stava attuando. Successivamente con l'aggiudicazione del bando sui "distretti culturali evoluti"  nel 2007, si è registrato un risultato importante. Tuttavia, l'incertezza sulle sorti dell'istituzione, ha sicuramente inciso sullo slancio in ambito culturale e molte progettualità sono rimaste "ferme al palo" o "non finite", occorre riprendere il filo per non disperdere quanto di buono è stato fatto e perchè solo attraverso le reti e processi di condivisione, possiamo guardare serenamente al futuro culturale, e non solo, del nostro territorio.

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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