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Speciale Libritudine 2014. Sabato 14 giugno a Libritudine lo spettacolo di Massimo Cotto e Mauro Ermanno Giovanardi sull'hotel da cui sono passati tutti i personaggi chiave della musica e della cultura americana del Novecento

Parlare del Chelsea Hotel di New York significa raccontare gran parte della cultura americana, e quindi mondiale, del Ventesimo Secolo: dalle sue stanze sono passati praticamente tutti, da Bob Dylan, che lì scrisse Sad Eyed Lady Of The Lowlands, a Jack Kerouac, che invece lo scelse per lavorare a On The Road, il suo capolavoro, da Gregory Corso, che diede il via alla beat generation, a Leonard Cohen, che all’albergo dedicò una delle sue canzoni più belle e pregnanti, quella Chelsea Hotel #2 in cui narra una breve storia di sesso con Janis Joplin eternandola nell’immortale verso “we are ugly but we have the music”.

 

 

Lo spettacolo che Massimo Cotto e Mauro Ermanno Giovanardi, coadiuvati dall’ottimo musicista Matteo Curallo, porteranno in scena a Libritudine 2014 la sera di sabato 14 giugno tenta proprio di narrare nella maniera più completa e poetica possibile la storia dello storico hotel newyorkese, per mezzo di musica e parole direttamente legate od ispirate ad esso.

Ci si troverà quindi ad ascoltare grandi brani composti in qualche stanza dell’hotel (e non solo) nella versione di Mauro Ermanno, che non scopriamo certo oggi come grande interprete anche di canzoni altrui (basti pensare al suo lavoro con il Sinfonico Honolulu), accompagnato dagli arrangiamenti di Curallo. Tra gli altri, potremo sentire Femme Fatale dei Velvet Underground, dedicata da Lou Reed a Edie Sedgwick, una delle muse sue e di Andy Warhol, e My Way nella versione punk di Sid Vicious, che proprio al Chelsea accoltellò (o forse no) la fidanzata Nancy Spungen.

 

 

A intervallare le canzoni ci saranno le parti recitate da Massimo Cotto, che svelerà segreti più o meno nascosti delle varie stanze dell’hotel o citerà i grandi scrittori che ci soggiornarono, completando così il racconto musicale di Giovanardi.

Il nostro consiglio è dunque quello di esser presenti sabato 14 giugno a Lissone, per avere conferma una volta di più della frase di Cohen: quando si ha la musica, non serve nient’altro.

Gli autori di Vorrei
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi

Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con un paio di siti (Indie-Eye e Black Milk Mag) fino ad arrivare a Vorrei. Del domani non v'è certezza.

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