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 Decima stagione del teatro monzese. Il direttore artistico racconta a Vorrei la nascita, gli artisti, le scelte, le collaborazioni, il rapporto con il pubblico.

Quella che si aprirà fra poche settimane al numero 8 di via Turati a Monza è la stagione numero 10 del Teatro Binario7. Un piccolo grande traguardo per chi lo volle nel 2005 (erano i tempi della Giunta Faglia), per chi poi ha continuato a crederci e per chi da allora lo gestisce, La danza immobile diretta da Corrado Accordino. Al regista dedichiamo la lunga intervista video che vedete in fondo a questo testo. Con lui abbiamo parlato di come tutto è nato, dei momenti più esaltanti e di quelli più difficili; del rapporto con le amministrazioni locali, con il pubblico e con i tanti artisti che si sono esibiti su quel piccolo palcoscenico (letteralmente piccolo, dieci metri per sette); delle scelte artistiche e del dialogo con la città.

Proprio quest'ultimo aspetto ci sembra quello più interessante, perché – al di là della qualità delle singole stagioni – la sua vera forza è nel ruolo di fucina culturale che il Binario7 ha saputo ritagliarsi in questi anni a Monza e non solo.

Seguiamo con attenzione quanto Accordino e soci propongono sin dai primi anni Duemila, quando ancora era il Villoresi ad ospitarli. Ricordiamo con grande gioia spettacoli “minori” così come i grandi autori che si sono succeduti, meravigliandoci ogni volta per tanta ricchezza. Un teatro vivo, corpo palpitante nel centro della città, è indubbiamente un tesoro, un patrimonio di conoscenza, di bellezza, di poesia, di stimoli, di civiltà.

Un teatro che non si limita a selezionare spettacoli di giro con il solo scopo di fare incasso e intrattenimento – aspetti certo fondamentali ma insufficienti a darne rilevanza culturale – ma che produce con la città, dialoga con, forma e incontra i cittadini.

 

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Non sappiamo se – come dice Accordino – davvero il Binario7 sia la casa del “movimento culturale di Monza”, ma solo perché facciamo fatica a inquadrare un movimento unico in un contesto in cui le direzioni dei singoli gruppi culturali, dei singoli artisti e operatori hanno più l'aspetto di un gioioso caos che di un movimento in qualche modo coordinato. Di certo però rappresenta un punto di riferimento solido in un contesto in cui si parla fin troppo di cultura, scadendo spesso nel chiacchiericcio, nella fuffa. Lì invece la cultura è lavoro quotidiano, professionale. È talento e sudore, non solo marketing e culto dell'innovazione inconcludente.

Al Binario7 si fa cultura come piace – anche – a noi. Affrontando quella battaglia per un ideale di cui lo stesso Accordino parla quando gli chiediamo della messa in scena del romanzo di Manuel Scorza a cui la sua banda ha rubato il nome (La danza immobile, appunto).

È questo un discorso politico? Certo che sì. Chiunque affronti di petto la questione della conoscenza, della consapevolezza delle persone fa un discorso politico. Nel senso più vero, non della gestione del potere e delle eterne emergenze a cui ormai si limitano i professionisti della politica. Per questo guardiamo e guarderemo sempre con attenzione a quanto si fa in quella direzione (al Binario7 o altrove). Per questo come rivista da anni ci impegniamo a raccontare quanto di valido (a nostro opinabile parere, certo) si fa a Monza e dintorni.

Di intrattenimento siamo sommersi, in qualsiasi ambito. Dalla letteratura alla televisione, dalla politika ai social network è tutto un rincorrere di facili consensi, risate, mi piace, battute da cattiva pubblicità e virtuosismi. Tutta roba che non arriva neppure a sera. A noi invece piacciono i materiali resistenti, che facciano ridere o piangere non importa. Perché ridere o piangere non è il fine, è solo il modo in cui diventare persone, umani, cittadini. Non spettatori.

 

 

 

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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