Con l’elezione della città lucana, è stata premiata la partecipazione, il networking, la progettazione a largo respiro e la rinascita di un territorio che da anni sta dimostrando di volere investire nella cultura per incrementare il proprio profilo sia turistico e culturale, che economico in senso stretto.
Con l’elezione della città lucana, è stata premiata la partecipazione, il networking, la progettazione a largo respiro e la rinascita di un territorio che da anni sta dimostrando di volere investire nella cultura per incrementare il proprio profilo sia sotto il profilo turistico e culturale, che economico in senso stretto.
Molti i punti centrali del programma: “Rafforzare la cittadinanza culturale, incrementare le relazioni internazionali, valorizzare un movimento emergente di creative bureaucracy” titola una parte del report, ma, continua con una visione ambiziosa “soprattutto fare di Matera la più importante piattaforma aperta del sistema culturale del Sud Europa”.
Obiettivi che dovranno adesso convincere l’opinione pubblica, perché se è vero che la popolazione è al centro del programma, sarà quella popolazione a dover essere in primo luogo soddisfatta e attivamente coinvolta: è sui cittadini che infatti si basa il reale potenziale di cambiamento “l’80% del programma culturale prevederà il coinvolgimento della cittadinanza attraverso azioni di co-creazione”.
Ma la collaborazione di Matera è stata estesa a tutte le candidate bulgare, con un programma che prevede una serie di azioni da compiere in maniera sinergica con ognuna delle città presenti nella short-list. Non da meno l’impegno auspicato a mantenere viva la collaborazione e il sostegno delle altre cinque città italiane candidate quali Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena, cui è comunque andato il plauso della giuria. L’auspicio è che i programmi ideati e pianificati in questa occasione non rimangano lettera morta ma trovino finalmente la forza per venire realizzati.
L’elezione di Matera non è solo una scelta prospettica fondata sulle idee, si tratta anche di una valutazione del piano di investimenti, che premia anche una politica capace di quasi raddoppiare i propri investimenti in cultura negli ultimi anni, passando da 709.034 del 2010 ai 1.403.307 del 2014.
Positive le scelte di fundraising (il 14% delle spese operative è stimato che sarà finanziato dal settore privato), ma anche della rete di investimenti che premia notevolmente la creazione ed il potenziamento di infrastrutture.
La divisione del budget prevede infatti che se gli investimenti in conto capitale ammontino a 649.850.000 €, di questi 82.400.000 saranno destinati al miglioramento o alla creazione di nuove infrastrutture a carattere culturale, 31.000.00€ saranno invece investiti in riqualificazione urbana, mentre a fare la parte del leone saranno appunto i fondi destinati a metropolitane, stazioni ferroviarie, cantieri navali, strade e aereoporti, per una somma totale pari a 536.450.000 €.
Va inoltre sottolineato come molti degli interventi previsti siano in realtà già stati approvati e finanziati (in parte o integralmente), dimostrando una ferma volontà della città dei Sassi a voler intraprendere un percorso di crescita, a prescindere dalla sua elezione o meno a capitale della Cultura per il 2019.
Non rimane altro che augurare ai “cittadini di Matera e della Basilicata, uomini e donne, anziani e bambini” che hanno candidato “la città e la regione a Capitale Europea della Cultura” di realizzare l’espresso intento “di aprirsi all’Europa e confrontarsi con gli abitanti culturali di tutto il continente e immaginare insieme a loro il futuro delle nostre comunità”.
Tratto da www.tafter.it