Il settimanale, nel numero in edicola inquesti giorni, dedica quattro pagine agli affreschi degli Zavattari in restauro nella cappella dedicata alla regina longobarda nel Duomo di Monza
Ecco le pagine che il settimanale in edicola dal 18 dicebre 2014 dedica agli affreschi della cappella di Teodolinda. Realizzati dagli Zavattari e ormai prossimi alla riapertura al pubblico dopo i restauri.
La cappella di Teodolinda su Wikipedia
La cappella di Teodolinda si trova nel duomo di Monza, a sinistra dell'abside centrale. Vi si conserva, in un'apposita teca nell'altare, la corona ferrea, inoltre è decorata da un ciclo di affreschi degli Zavattari, famiglia di pittori con bottega a Milano, che è il maggior esempio di ciclo pittorico dell'epoca tardo gotica lombarda.
Storia
La cappella venne eretta insieme alla fabbrica trecentesca del duomo di Monza, nel corso del XIV secolo. Gli affreschi che la rivestono furono probabilmente commissionati da Filippo Maria Visconti, del quale è rappresentato lo stemma visconteo con la scritta "FI MA". La decorazione venne condotta in due riprese, la prima tra il 1441 e il 1444 e la seconda tra il 1444 e il 1446, con l'opera attribuita a quattro diverse "mani".
Nel marzo 2009 è iniziato un programma di restauro degli affreschi che si stima verrà terminato tra il 2012 e il 2014.
Descrizione
L'ambiente, chiuso da una cancellata, è a volta poligonale gotica a costoloni. La rappresentazione è tratta da episodi tratti dalla Historia Langobardorum di Paolo Diacono e da una leggenda tardo medievale riportata dal cronista monzese Bonincontro Morigia (XIV secolo), che narra del sogno della regina Teodolinda per la fondazione del duomo.
Le scene degli affreschi sono 45, distribuite su cinque fasce sovrapposte per un totale di circa 500 m2. Probabilmente Franceschino, il padre, concepì l'intero ciclo e dipinse le scene 1-12; il secondo maestro, forse il figlio Giovanni, affrescò dalla 13 alla 34, poi suo fratello Gregorio dalla 35 alla 41 e infine Ambrogio, il fratello più giovane, le quattro scene finali dalla 42 alla 45. La scena 32, firmata e datata 1444, viene considerata il punto di passaggio tra la prima e la seconda fase, come sembrano comprovare anche alcuni recenti documenti d'archivio.
Le scene
La numerazione parte dallalto a sinistra ossia da nord a sud. Le scene da 1 a 23 descrivono i preliminari e le nozze tra Teodolinda e Autari, fino alla morte del re; da 24 a 30 sono raffigurati i preliminari e le nozze tra la regina e il secondo marito Agilulfo; da 31 a 41 si narra la nascita e sviluppo del duomo, la morte di Agilulfo e quella di Teodolinda; dalla 41 alla 45 infine si narra dell'approdo sfortunato dell'imperatore Costante e del suo ritorno a Bisanzio. Il ritmo della narrazione varia da molto veloce a molto lento, sottolineando alcuni episodi storici di particolare importanza, secondo gli autori e i committenti. In particolare si contano ben 28 scene nuziali o di preparazione al matrimonio, che hanno fatto pensare a un collegamento con la vicenda di Bianca Maria Visconti e il passaggio di potere tra i Visconti e gli Sforza: l'analogia con la vicenda della regina longobarda, che scelse il nuovo re prendendolo come marito, legittimerebbe la presa di potere di Francesco Sforza per via matrimoniale nel 1441.
Molti sono gli episodi di vita cortese, come i balli, i banchetti, le feste, le battute di caccia, con una preziosa descrizione di abiti, acconciature, armi ed armature, che forniscono uno straordinario spaccato della vita di corte a Milano nel XV secolo.
- Autari, re dei Longobardi, manda inviati a Childeberto, re dei Franchi, per chiedere la mano della sorella Inganda (lunettone)
- Childeberto riceve gli inviati, ma ha già promesso la sorella al figlio re di Spagna (lunettone)
- Ritorno in Italia degli inviati longobardi (inizio della seconda fascia, quella più in alto, da sinistra)
- Autari incarica gli invitati di recarsi alla corte di Garibaldo duca dei Bavari, per chiedere la mano della figlia Teodolinda
- Partenza degli inviati per la Baviera
- Garibaldo riceve gli invitati longobardi ed esaudisce la loro richiesta
- Ritorno degli invitati in Italia
- Autari riceve i suoi invitati accompagnati da una delegazione dei Bavari
- Autari si reca in Baviera in incognito
- Teodolinda accoglie la delegazione e porge ad Autari la bevanda di benvenuto senza riconoscerlo
- Autari torna in Italia
- Festa alla corte longobarda
- Il re dei Franchi Childeberto muove guerra ai Longobardi e sconfigge il duca di Baviera (inizio della terza fascia, da sinistra)
- Garibaldo, Teodolinda e il fratello di lei fuggono in Italia
- Arrivo di Teodolinda in terra longobarda
- Gli inviati informano Autari dell'arrivo di Teodolinda
- Autari a cavallo va incontro a Teodolinda
- Incontro di Teodolinda e Autari presso Verona
- Matrimonio della coppia (15 maggio 590)
- Ingresso della coppia a Verona
- Festeggiamenti per il matrimonio a Verona
- Autari conquista Reggio Calabria
- Autari muore avvelenato a Pavia (5 settembre 590) (inizio della quarta fascia, da sinistra)
- Teodolinda viene confermata regina dei Longobardi e ottiene di scegliere il secondo marito. La sua scelta cade su Agilulfo, duca di Torino
- Agilulfo riceve un messaggio di Teodolinda
- Agilulfo e Teodolinda si incontrano a Lomello
- Agilulfo rinnega l'arianesimo, si converte alla fede cattolica e prende il nome di Paolo
- Incoronazione di Agilulfo a re dei Longobardi
- Matrimonio di Teodolinda e Agilulfo
- Banchetto di nozze
- Partenza della coppia reale per la caccia
- Scena divisa in due parti:
- Teodolinda sogna che la colomba dello Spirito Santo le indicherà il luogo dove dovrà erigere la sua chiesa
- Partenza della regina alla ricerca del luogo adatto
- Apparizione dello Spirito Santo in forma di colomba
- Posa della prima pietra del duomo di Monza (inizio della quinta fascia, quella più in basso, da sinistra)
- Teodolinda fa trasformare gli idoli pagani nel tesoro cristiano della nuova chiesa
- Donazioni di Teodolinda al duomo
- Adaloaldo, il giorno della sua incoronazione, dona alla chiesa altri tesori
- Morte di Agilulfo
- Papa Gregorio Magno consegna al diacono Giovanni doni per il duomo di Monza, fra cui reliquie e codici
- Il diacono Giovanni consegna i doni al vescovo di Monza alla presenza di Teodolinda
- Morte della regina Teodolinda
- L'imperatore Costante IV parte per cacciare i Longobardi dall'Italia
- Arrivo in Italia dell'imperatore Costante
- Un eremita predice all'imperatore che non riuscirà a sconfiggere Longobardi
- L'imperatore Costante lascia l'Italia senza combattere
Tecnica
La tecnica pittorica è molto complessa e preziosa, con affresco, tempera a secco, decorazioni a rilievo, dorature in foglia e in pastiglia, come in una grande miniatura monumentale.
Stile
Anche se in parte rappresentano fatti storici, le scene affrescate esprimono un ambiente ideale, con personaggi nei costumi di epoca viscontea contro un cielo d'oro.
Lo stile di queste pitture mostra un'adesione tarda ai modi Michelino da Besozzo, con linee eleganti e colori tenui. Grande attenzione è posta ai dettagli, mentre le figure sembrano attonite e senza peso,
Il frontale dell'arco d'ingresso alla cappella e la volta sono dipinti con figure di santi ed evangelisti da un ignoto pittore del XV secolo. Al centro della cappella un altare custodisce lo scrigno della Corona Ferrea, il diadema con il quale furono incoronati re longobardi, re d'Italia ed imperatori del Sacro Romano Impero.
Dietro l'altare e contro la parete di fondo si trova il sarcofago nel quale, nel 1308, il corpo della regina Teodolinda fu traslato dalla prima sepoltura nella originaria Basilica longobarda.
Altri arredi
Contro la parete di fondo della cappella si trova il sarcofago in cui nel Trecento furono traslati i resti della regina Teodolinda. Un sopralluogo ha confermato la presenza di ossa umane, resti di monili d'oro, e alcune monetine che i pellegrini medievali infilavano in segno di devozione.
Al centro della cappella è l'altare neogotico, opera di Luca Beltrami, del 1888: sopra il piano, al centro, si trova cassa metallica fortificata che contiene la teca estraibile della Corona ferrea.