20150420 Caravaggio Ent

Quante definizioni si possono dare alla cultura? cosa intendiamo per la sua valorizzazione? Nell'episodio 2 rispondono Michele Saponaro, Vera Dell'Oro, Renato Ornaghi, Monica Villa, Alberto Zanchetta, Eracle Dartizio, Elio Talarico, Alfredo Colina e Matteo Speziali

 

La cultura sembra essere tornata al centro dell'interesse di tutti, ma di cosa parliamo esattamente quando parliamo di cultura? che cosa abbiamo in mente quando invochiamo la sua valorizzazione? E cosa non è cultura? Lo abbiamo chiesto a molte personalità attraverso 4 domande secche. Questo è il secondo episodio, qui la raccolta. Buona lettura.

  1. Una sua definizione, personale, della cultura.
  2. Cosa non è cultura?
  3. Qual è la funzione del patrimonio culturale?
  4. Cosa vuol dire, per lei, valorizzare il patrimonio culturale?

 

Michele Saponaro, Polo Museale della Basilicata

  1. Una leva potente del cambiamento.
  2. Elite.
  3. L'identità di un popolo,  di una nazione, di una comunità.
  4. Tutela e recupero. Senza una grande attenzione verso il patrimonio culturale,  non ci può essere nessuna forma di valorizzazione.

 

Vera Dell’Oro, Assessore alla cultura di Briosco

  1. Cultura è ogni forma di conoscenza coltivabile. Questo implica nell'essere umano un obbligo morale: “Il faut cultiver notre jardin”.
  2. Ogni cosa può essere cultura, a patto che la cultura non sia sterile e non diventi moda.
  3. La funzione del patrimonio culturale è la sua massima condivisione, affinché germini in continuazione.
  4. Significa preservarlo e renderlo accessibile ad un pubblico il più possibile ampio ed eterogeneo.

 

Renato Ornaghi, Il cammino di Sant’Agostino

  1. Cultura è tutto quanto è frutto dell'interazione umana che abbia come esito una qualsiasi forma segnica riconoscibile, nel senso più ampio del termine.
  2. Tutto quanto non è trasmissibile. Quello che sto pensando, se non lo scrivo o non lo dico o non lo dipingo, non è cultura.
  3. Permetterci di vivere un po' meno peggio questi pochi anni che ci toccano di vivere. La cultura, foscolianamente parlando, ci permette di vivere oltre noi stessi e di continuare a vivere la vita di coloro che già sono morti.
  4. Facilitare al massimo l'accesso al patrimonio culturale. Una tela del perugino tenuta nelle cantine degli uffizi non è cultura.

 

Monica Villa, Villa contemporanea

  1. Cultura è rispetto del passato, difesa e valorizzazione del proprio patrimonio, valorizzazione delle differenze e dei saperi. È integrazione,  è voglia di confronto, è spinta verso il futuro senza dimenticare il passato. È coscienza di chi siamo.
  2. Non è cultura l'omologazione, la perdita di memoria e di tradizioni.
  3. La funzione del patrimonio culturale è quella di arricchire l'uomo e di renderlo consapevole della sua storia di uomo.
  4. Valorizzare il patrimonio significa dare voce a tante voci, lavorare per ottenere una coscienza sociale, politica e territoriale.

 

Alberto Zanchetta, Museo di arte contemporanea di Lissone

  1. Tutto ciò che ci affascina (e che non può lasciarci indenni o indifferenti).
  2. Ciò che non produce valori intellettivi ed estetici, qualità morali e durevoli.
  3. Rammentarci l’importanza della storia passata e il pensiero che l’ha generata.
  4. Comprendere – per meglio apprezzare – chi siamo veramente.

 

Eracle Dartizio, artista

  1. La cultura è il mezzo che ha l'uomo per sporgersi oltre di sé.
  2. Non è cultura tutto ciò che ci impoverisce e riduce alla volgarità quotidiana.
  3. Di riempimento, terapeutica e memoriale.
  4. Parlarne ai più piccoli, come tentativo di continuità e nuove generazioni sensibili.

 

Elio Talarico, assessore alla cultura di Lissone

  1. Cultura è libertà, è civiltà, è bellezza, è crescita, è senso di appartenenza e di comunità.
  2. La non cultura genera ignoranza, alimenta divisioni e paure, impoverisce un territorio e rende tutti più fragili.
  3. Il patrimonio culturale favorisce la diffusione delle conoscenze, crea un processo di radicamento territoriale e genera sviluppo.
  4. Dare valore al patrimonio culturale significa investire in cultura, che non è la semplice messa a disposizione di risorse finanziarie per produrre eventi, ma è un lavoro puntuale che parte dall'analisi della domanda, la conoscenza dell'offerta disponibile e dalla individuazione di una regia che stimoli la produzione culturale spontanea e dal basso e, nello stesso tempo, valorizzi la storia e le radici di una comunità in un processo che chiamerei "contaminazione evolutiva".

 

Alfredo Colina, attore

  1. Cultura è conoscenza ma anche educazione, senso civico, collaborazione e scambio
  2. Non è cultura la maleducazione, l'intolleranza e il disinteresse e l'indifferenza
  3. Funzione del patrimonio culturale dovrebbe essere incuriosire , stimolare e consapevolizzare tutti del grande tesoro che rappresenta. Piantare questo seme nei bambini e nei giovani come valore indispensabile alla crescita e al progresso

 

Matteo Riccardo Speziali, MBNews

  1. Immagino sempre la cultura come una bolla. Una bolla che è fatta della sostanza dei valori, del sapere e della conoscenza. Ovvero, la cultura è un sistema di valori, di sapere e di conoscenza. Ognuno ha la sua di bolla e tutti “noi” abbiamo le nostre. Quindi la manifestazione di questo sistema può essere  materiale (arte, libri etc) o immateriale (religione, etica etc). Allora, la cultura ha manifestazioni singole e collettive. Quindi, il sistema può essere aperto, e avere delle contaminazioni. Le bolle si incontrano e mi mescolano, con altri, oppure le bolle si incontrano e rimbalzano le une contro le altre, se va bene. Se va male continuano a scontrarsi dando luogo alle guerre, che non sono mai culturali… Ogni cultura può essere più o  meno aggressiva, più o meno destinata a contaminare o a farsi contaminare. C’è sempre un momento in cui una cultura inizia e uno in cui finisce.
    Con la globalizzazione e l’omologazione, purtroppo, è sempre meno facile distinguere le culture di un popolo, ma anche di un singolo. [Ho iniziato parlando di cultura e ho finito con culture, non è un caso]
  2. L’ignoranza, l’omologazione, la serialità (al 99% dei casi: tranne quando appositamente ricercata: per esempio nelle opere d’arte). Non è cultura, la supponenza. L’imposizione di una cultura degradano quella cultura stessa a sottoprodotto di cultura fino a farla diventare anti-cultura, perché sostenitori di un processo di dominanza, predominazione e, infine, di omologazione.
  3. Valorizzare significa conoscere e vivere il patrimonio culturale, e quindi le culture, attraverso un percorso di condivisione.
  4. Non basta mettere in mostra una cultura per valorizzarla. Le faccio un esempio per tutti: qualche anno fa era stata portata in Brianza una piccola mostra su una popolazione di Papua. La mostra aveva un taglio di tipo etnologico e per quanto curiosa e anche a tratti esteticamente di valore, lasciò la maggior parte dei visitatori indifferenti. Banalmente non era stata capita, ma non solo per ignoranza di chi ci era andato a vederla, che aveva tutto il diritto di non saper nulla di una sperduta popolazione dell’Asia, ma perché era stata una scelta che non si basava su una esperienza condivisa, ma (quasi) imposta più per stupire che per arricchire. Paradossalmente, si potrebbe addirittura concludere che quella mostra abbia più impoverito e danneggiato quella popolazione di Papua agli occhi di chi ha visitato la mostra che altro. Non so se mi spiego.

 

Nell'immagine, un dettaglio della Deposizione di Cristo, Michelangelo Merisi Caravaggio (Musei Vaticani)