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La mostra “Eleganza dinamica, talento italiano. Le auto storiche della Collezione Lopresto” riapre la riflessione sull'opportunità di un museo dell'Autodromo. La nuova gestione saprà cogliere l'occasione?

 

Io non sono un appassionato di auto, non amo neppure guidare a dirla tutta. Lo faccio per necessità e il meno che posso. A Monza, sorta di terra santa dell’automobilismo italiano, sono sostanzialmente un marziano. Qui, dove vivo da molti anni, arrivano decine di migliaia di persone per ascoltare il rombo dei 12 cilindri fra le curve di Lesmo e la variante Ascari. Nell’Autodromo immerso nel Parco di Monza, io — seppure sia stato più volte invitato — non ho mai assistito al Gran Premio. Miscredente!

 

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Amo però la cura nel fare le cose — nel lavoro ma non solo — e ho sempre considerato un peccato la poca attenzione che questa città ha dedicato e dedica a una parte molto precisa del mondo autodromo: quella della memoria storica, forse la più importante dell’identità stessa del circuito. Che piaccia o no, quella motoristica è parte sostanziale della storia di Monza. Probabilmente pure del suo bilancio, anche se mi hanno sempre lasciato perplesso le stime dell’indotto che periodicamente girano incontrollate, sciorinando cifre calcolate chissà come. A Monza, tutti parlano del Gran Premio: chi bene, chi meno bene. Chi ne è fiero, chi ne lamenta l’impatto ambientale. Chi aspetta trepidante la prestazione delle rosse, chi l’arrivo delle ombrelline e chi è terrorizzato dai danni agli alberi. Sicché mi sembra assai strano che non esista un Museo dell’autodromo. Anzi, più che strano mi sembra che sia una grande lacuna e opportunità non colta.

Se davvero si tratta della pista più famosa del mondo, perché non mettere a frutto quella che tecnicamente viene chiamata awareness (conoscenza di marca) su un piano meno superficiale e più culturale? Perché limitarsi a puzzolenti gas di scarico, umbrella girl e visitatori mordi (butta la carta) e fuggi nel Parco? Forse mi sbaglio, ma un patrimonio di memoria di questo tipo andrebbe meglio tutelato e valorizzato e un museo — contemporaneo, multimediale, innovativo, social eccetera — sarebbe lo strumento più indicato per “alzare l’asticella” e provare a fare della pista qualcosa in più di una grande attrazione meccanica come tristemente è stato per tanti anni. Come dimenticare che la prima settimana di settembre il centro della città non era altro che un parco auto invaso dai concessionari e dalla musica disco pompata intorno all’Arengario?

 

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Nella mia vita professionale di art director, mi occupo di comunicazione creativa, di progettazione grafica, pubblicità e cose così. Ho curato, per dirne una, l’immagine coordinata del Museo Civico Ex Casa degli Umiliati a Monza. Cobinazione vuole che uno degli ultimi lavori che mi sono stati affidati ha riguardato la mostra in corso presso la sala Lombardia dell’Autodromo Nazionale di Monza.  Curata da Elena Colombo e Luca Bonetti di MMLab, “Eleganza dinamica, talento italiano” presenta una selezione di auto storiche della Collezione Lopresto (chiedete agli appassionati e sgraneranno gli occhi). Al di là del coinvolgimento personale, l’esposizione è elemento di riflessione proprio sulla questione culturale legata all’Autodromo. Le bellissime auto, la ricerca iconografica e storica valgono da sole la visita, ma ancor più se le si considera un esempio di cosa potrebbe essere un Museo. La ricerca tecnologica dagli albori della pista fino alle prospettive sostenibili attuali, l’evoluzione del design e il suo rapporto con la grande scuola italiana e della Brianza, l’industria, la memoria del lavoro, i grandi piloti… Di tracce ce ne sono così tante che davvero non si capisce il perché ad oggi un Museo dell’Autodromo di Monza ancora non esista. Chissà che la nuova gestione non abbia voglia di cambiare marcia anche su questo versante.

 

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 Il comunicato stampa della mostra

 

All’Autodromo Nazionale Monza, domenica 17 maggio, il passaggio  della Mille Miglia e l’inaugurazione della mostra  della Collezione Lopresto

LE AUTO LEGGENDARIE NEL TEMPIO DELLA VELOCITA’

Il passaggio della 1000 Miglia, per la prima volta all’Autodromo Nazionale Monza, è anche l’occasione per proporre il tema delle auto d’epoca in chiave culturale con la mostra “Eleganza dinamica, talento italiano. Le auto storiche della Collezione Lopresto”.
L’esposizione, voluta dal nuovo management SIAS, a cura dello studio MMlab (Elena Colombo e Luca Bonetti), offre la possibilità ai visitatori di ammirare alcune delle straordinarie auto della Collezione Lopresto, sintesi di bellezza, innovazione tecnologica, eleganza.
La mostra resterà aperta dal 17 maggio al 21 giugno nella Sala Regione Lombardia dell’Autodromo.

L’inaugurazione farà parte del programma di 1000Miglia alla presenza dell’Assessore alle Attività produttive del Comune di Monza Carlo Abbà, del Presidente di ACI Milano, Ivan Capelli, del Presidente di SIAS Autodromo Nazionale Monza, Andrea Dell’Orto e del collezionista Corrado Lopresto.
Assolute protagoniste della nostra storia, le automobili sono meravigliosi esempi di fusione tra tecnologia, design e spirito del ventesimo secolo. Sintesi delle idee e del lavoro di intere generazioni. Le auto hanno reso più rapidi gli spostamenti, accorciato le distanze, arricchito di avventure ed emozioni la vita degli uomini.
Hanno colpito l’immaginario collettivo attraverso le imprese leggendarie di piloti come Tazio Nuvolari, Alberto Ascari, Juan Manuel Fangio, Gilles Villeneuve, Ayrton Senna su piste internazionali entrate nel mito.
In questo solco si colloca la Collezione Lopresto, unica per canoni estetici, ricostruzione filologica, attenzione al dettaglio e rivelatrice di un mondo complesso,  di   un’alchimia  in   cui si   mescolano  cultura,  passione, immaginazione, talento.
La scelta del collezionista di ricercare, studiare e restaurare pezzi unici e prototipi è  mossa da un’insaziabile curiosità verso soluzioni, all’epoca considerate avveniristiche, che ancora oggi stupiscono per  la  loro elegante funzionalità.
Gli  esemplari  più  significativi della  Collezione  raccontano anche  la capacità di alcune delle principali case automobilistiche italiane - Lancia, Alfa Romeo, Cisitalia - di fornire motori e telai eccezionali, ossatura per le opere d’arte costruite intorno a loro, quasi abiti su misura.

A tutt’oggi le vetture della Collezione Lopresto hanno vinto oltre 200 premi, di cui 50 “Best in Show”, e riconoscimenti in occasione dei Concorsi di Eleganza tenuti in tutto il mondo, da Pebble Beach e Amelia Island in America, a Kuwait City, a Schloss Dyck in Germania e molti altri in Europa e Russia.
Hanno vinto per ben quattro volte il più prestigioso concorso italiano ed europeo, Villa d’Este, un record assoluto, ottenendo in più di un’occasione sia il premio della giuria che quello del pubblico.
Sono state protagoniste di  molte pubblicazioni e  mostre dedicate all’evoluzione dello stile automobilistico negli ultimi 100 anni.

L’Autodromo Nazionale Monza rappresenta la cornice ideale per esporre queste auto  straordinarie. Ogni metro di  questo circuito racconta un episodio di una storia che per oltre novant’anni ha visto i migliori interpreti dell’automobilismo mettersi alla  prova  e  confrontarsi in  un  processo continuo di miglioramento e di superamento del limite.
Appuntamento quindi a Monza domenica 17 maggio 2015 per una giornata con la storia, per ammirare le vetture della Mille Miglia a partire dalle 8.45 per la prima volta sulla mitica pista dell’Autodromo Nazionale Monza.

AUTODROMO NAZIONALE MONZA
MMlab
presenta
in collaborazione con
Lopresto Collection
una mostra a cura di
MMlab - Elena Colombo, Luca Bonetti
ELEGANZA DINAMICA, TALENTO ITALIANO
Le auto storiche della Collezione Lopresto
Autodromo Nazionale Monza, Sala Regione Lombardia
17 maggio - 21 giugno 2015 da martedì a domenica ore 10 - 18, giovedì ore 12 - 20

Per informazioni: www.monzanet.it

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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