Nel suo nuovo libro, edito da Novaluna, Alfredo Viganò sfoglia la sua raccolta di cartoline d'epoca e l'album dei ricordi
Novaluna ha pubblicato il suo nuovo volume. Scritto da Alfredo Viganò, curato da Alberto Colombo e messo in pagina da Antonio Cornacchia, “Cari saluti da Monza” è un cofanetto da 270 pagine di immagini e ricordi.
Per gentile concessione degli autori e dell'editore proponiamo ai nostri lettori la presentazione di Giustino Pasciuti.
Le cartoline combinano parole e figure, trasmettono suggestioni e pensieri, saluti e baci, oltretutto non pretendono l’impegno e la fatica di trovare tante parole: i convenevoli sono veloci, le comunicazioni essenziali. Ai testi necessariamente brevi corrono però in aiuto le immagini, da cartolina appunto. Se scelte con cura possono comunicare a loro volta, dire e non dire, ammiccare, alludere, far provare un po’ di invidia, maliziosamente, per il luogo visitato. Nelle cartoline sono un po’ depositati i desideri, le proiezioni emblematiche dell’ambito in cui circolano, di colui che le compra, di chi le spedisce e le riceve ed anche di chi le conserva e le colleziona: un immaginario collettivo persistente e mutevole. Forse a tutto questo le cartoline devono la loro popolarissima fortuna.
A riguardo delle cartoline Alfredo Viganò tiene a precisare una sua piccola passione, per timore, forse, di chi potrebbe accusarlo di mania da collezione.
La passione nacque dalle prime tre copie acquistate, contrattando, naturalmente, durante un periodo di ferie in Liguria. Da allora ne ha raccolte tante e promette di essere pronto a pubblicarne altre. Nondimeno il libretto attuale non è illustrato esclusivamente da cartoline, ma anche da documenti, fotografie, copertine di riviste (La Domenica del Corriere, Il Secolo Illustrato). Più di tutto le immagini lo sollecitano per le storie di cui sono portatrici, per i ricordi personali a cui sono legate. Accanto alle cartoline postali si trovano anche le cartoline del cuore: le foto del papà, della mamma e dell’amata moglie Biancamaria, del giro in bicicletta per mezza Italia e della politica con la foto della Giunta Bella di Michele Faglia.
Nel libretto storia e cronaca si confondono fatalmente coi ricordi più personali. Un’immagine tira l’altra, le suggestioni sconfinano dalla realtà all’immaginario viaggiando sempre sul filo della memoria. Immagini, cartoline e testi che Alfredo svincola dai debiti verso una cronologia puntuale e dai limiti che potrebbero imporre gli spazi predefiniti.
Alla ventura - ci invita il Nostro - con un poco di nostalgia.
Alfredo ha scelto le tessere di un personalissimo caleidoscopio giustapponendo alcune combinazioni possibili per proporle alla nostra attenzione. Non per mania collezionistica, non per ambizione storica, ma per gioco, senza capo né coda.
Alle sue cartoline vuol proprio bene e poco gli importa della loro fattura, più o meno raffinata, e neanche gli interessa il loro stato di conservazione, ad Alfredo sta a cuore il loro sapore: i luoghi che fanno emergere dal passato (il Ponte de Gradi e la porta murata, i mulini del Parco, la Città industriale con le sue ciminiere, il filare dei platani giovani verso la Villa Reale, la Chiesa di San Michele, il carcere nel centro storico, il bar Ambrosini con il particolare Tabacchi esteri e il frigorifero dei gelati sulla porta, il caffè drogheria San Maurizio, il luogo del regicidio).
Gira e rigira Alfredo le cartoline fra le mani e ne propone non solo il lato nobile, quello dell’immagine, ma anche il verso, con la campitura unica per il testo o con la doppia campitura distinta per l’indirizzo e per il messaggio. Quando la cartolina è viaggiata diventa una miniera di tante notizie da scoprire: i messaggi scritti a margine o sull’immagine stessa (come nella cartolina di Monza, Panorama e via Vittorio Emanuele), i saluti, gli amici e i parenti, la salute e i dolori, gli amori e gli affetti (Entrambi pensiamo, Nino e Camilla si legge sotto un’immagine dell’Arengario).
Più la cartolina è vissuta – secondo Alfredo - più mi piace e mi sollecita.
Dice di voler giocare, senza un programma, senza capo né coda, ma Alfredo compie fra l’altro un’operazione curiosa, di analisi attenta per mettere in mostra i particolari che lo stesso fotografo non era consapevole di avere registrato. Si rivelano, al di là dell’immagine da cartolina, numerose annotazioni personali che ritagliano particolari di vita quotidiana. Viene sottolineata così l’immagine di una bella ragazza bionda che si affaccia dal finestrino del camion dei Partigiani davanti al Comune il giorno
del 25 aprile; salta fuori il chiosco di piazza Roma e il pannello della Lisa che mette in mostra cartoline, biglietti, testi di canzoni e d’opera sotto i portici dell’Arengario; da una cartolina del Ponte dei Leoni spuntano il cappellino della bimba che occhieggia furbetta oltre il muretto e poco più in là il cappello di un elegantone in posa, mano sul fianco, appoggiato al parapetto; in via Vittorio Emanuele un passante scende verso il Ponte dei Leoni, mentre uno sale verso l’Arengario sullo sfondo della cortina di tende dei negozi; ancora in via Vittorio Emanuele verso Villasanta, questa volta, il particolare di una mamma col figlio con le orecchie a paletta; dall’immagine della tribuna della Forti e Liberi si rivela un ginnasta col cappellino a ponpon; un misterioso cascinotto emerge dalla cartolina Monza – Ponte e via De Gradi; un Leone del Ponte un po’ guardone fissa imperterrito un signore che fa pipì nel vespasiano; un messaggio segreto si svela al di sotto del francobollo.
Nonostante tutto il gioco si fa talvolta storico: nella cartolina Saluti da Monza ogni lettera ospita le immagini, stralciate da altre cartoline, del Duomo, del Lambro, l’Arengario, Garibaldi e Vittorio Emanuele II, la Porta De Gradi... palazzi, monumenti e luoghi che costituiscono a loro modo il genius loci della Città. A volte il gioco è documentazione se possiamo ricavare dalle cartoline il nome degli editori e degli stampatori e dei fotografi, autori di frammenti iconografici della storia della Città: Ghezzi, Artigianelli, Oggioni, tipografia dei Paolini, Bianchi (foto d’autore per una bella serie di cartoline sull’ISIA), Cartiera S. Cesario, Vismara.
La raccolta curata da Alfredo Viganò semplicemente offre un divertimento visivo e una curiosità simpatica da leggere in ordine di pagine, se si vuole, o per tratti sparsi, senza dimenticare che ogni cartolina è fonte insostituibile di informazioni rigorosamente attendibili per lo studioso del gusto estetico, dell’architettura, della vita vissuta e dell’urbanistica della nostra Città.