Dal centro storico di Seregno rischia di sparire uno degli spazi pubblici più amati, più frequentati e più attivi sulla scena culturale cittadina. Lottare perché le sale cinematografiche non vengano espulse dai centri storici vuol dire difendere una idea di spazi pubblici dove la socialità sia vissuta come piacere di condividere con altri storie, pensieri, sogni, impegno civile: cultura, insomma.
Lottare perché le sale cinematografiche non vengano espulse dai centri storici, specie quando si tratti di sale storiche e d’essai, vuol dire difendere una idea di spazi pubblici dove la socialità sia vissuta come piacere di condividere con altri storie, pensieri, sogni, impegno civile: cultura, insomma. Una idea che è anche quella di poter uscire la sera con una meta tanto più stimolante e vitale quanto meno è dispersiva, fracassona, dispendiosa, senza necessariamente usare l’auto o la moto, per incontrare persone, anche sconosciute, che pensi possano assomigliarti un poco visto che hanno scelto lo stesso film: e che hanno voglia di gustarsi proprio quel film, non il bicchierone di pop corn, il videogioco e le vetrine “di contorno”che sono il vero oggetto del desiderio dei frequentatori di multisale. “Non luoghi” purtroppo frequentatissimi, il cui richiamo alla massificazione del tempo libero fa sì che anche i centri storici vengano invasi dallo squallore, da una desertificazione che non verrà certo contrastata dalla moda degli happy hours e dell’apericena.
Dal centro storico di Seregno rischia di sparire uno degli spazi pubblici più amati, più frequentati e più attivi sulla scena culturale cittadina: il Cinema Roma, presente, come rivela già il suo nome, fin dal ventennio fascista, gestito dall’ormai lontano 1984 dalla Cooperativa Controluce, unico vero cinema d’essai rimasto oggi nei dintorni. La sua attività, soprattutto in questi ultimi trent’anni, non si è limitata alla semplice offerta di film di qualità, ma ha sempre proposto rassegne, tematiche o d’autore, indirizzate agli amanti del cinema, ma anche alla scuola medio-superiore o all’infanzia (la mitica “Fabulosa”, comprensiva di merenda, per i pomeriggi felici di bambini e di relative mamme); film commemorativi nelle grandi ricorrenze civili, proiezioni che hanno fatto da spunto per incontri e dibattiti con associazioni impegnate nel sociale (la Casa delle donne, le associazioni per l’affido familiare, tanto per citare esempi recenti), incontri con registi, spettacoli teatrali, premiazioni.. Un vero luogo d’incontro e di riflessione collettiva, che anche d’estate fino a quattro anni fa si trasferiva all’aperto per una frequentatissima arena estiva. Il primo colpo a una presenza così attiva e ad un pubblico così affezionato è stato dato qualche anno fa con l’abolizione del necessario contributo pubblico alle proiezioni all’aperto.
Oggi si tratta della fine di un contratto di locazione che la Cooperativa Controluce ha sempre onorato, ma che la proprietà (privata) dello stabile non intende rinnovare, decisa a cambiarne la destinazione d’uso per un’altra, presumibilmente, più redditizia; in fretta, ritenendo concluso il contratto in vigore dopo dodici anni, senza neanche tenere conto del fatto che nel 2010 è stata disposta per le sale cinematografiche una durata della locazione più lunga di quella prevista per altri locatari. No, non è in crisi il Cinema Roma, non ha buchi di bilancio o debiti con la proprietà, come hanno subito sospettato i brianzoli “ben pensanti” che non vi hanno mai messo piede : i suoi frequentatori sono tanti e fedelissimi. E convinti che non si possa accettare supinamente che i luoghi destinati alle attività culturali debbano far sempre posto al consumo, al commercio, a nuovo cemento, a nuovo squallore.
E’ dall’inizio di questo mese di giugno che una parte della popolazione di Seregno si è mobilitata per difendere il “suo” cinema. Si è costituita un’associazione Amici del Cinema Roma, è stata aperta una pagina FB, e il Collettivo Agitamente, che già si era costituito nel 2012 iniziando proprio dalla protesta contro la “sparizione” dell’Arena Estiva seregnese, ha promosso con successo diverse iniziative: un flash mob nel pieno della appena trascorsa campagna elettorale, una raccolta di firme che ha già raggiunto quasi quota tremila, una serata di informazione con l’intervento, tra gli altri, di Mimmo Di Noia, presidente della Federazione Cinema d’essai, che ha ricordato la battaglia degli anni ’80 contro la chiusura di tante sale cinematografiche travolte dall’avvento delle videocassette, del cinema da divano di casa.
Il senso del cinema in sala ci è stato ricordato, in quella stessa serata, dallo spettacolo di Enzo Valeri Peruta Paradiso buio, con la regia di Roberto Anglisani: la condivisione della meraviglia, dell’illusione, del sogno, coi tuoi vicini di poltroncina, la democraticità di uno spettacolo appassionante che riuniva davanti allo schermo ricchi e poveri, giovani e vecchi, donne e uomini bramosi di storie in cui ritrovare la propria interiorità e in cui identificarsi con ingenuo entusiasmo. Fino al degrado dell’indifferenza con cui il pubblico delle multisale assiste a proiezioni divenute più che altro pretesti per un uso vuoto e consumistico del tempo libero.
C’è una speranza, però, per le piccole sale che hanno una storia, un forte radicamento nei centri cittadini della cui identità fanno parte irrinunciabile. Il 27 agosto dello scorso anno, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha annunciato, arrivando a Venezia alla Mostra del cinema, di aver emanato una direttiva per tutelare le sale cinematografiche di interesse storico esistenti sul territorio italiano. Saranno considerate “sale cinematografiche storiche” quelle già dichiarate di interesse culturale; quelle che “rivestono significativi riferimenti con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura del nostro Paese e quelle esistenti almeno dal 1°gennaio 1980... Tali strutture, qualora già non sottoposte al vincolo storico-artistico, potranno essere interessate da un’istruttoria per dichiararne l’interesse culturale e sottoporle a vincolo di destinazione d'uso”.
La mobilitazione dunque continua: la Cooperativa Controluce proseguirà nella sua azione legale per il riconoscimento della durata del contratto fino al 2017, e parallelamente, con l’appoggio dei sostenitori del Cinema Roma, condurrà con la nuova amministrazione comunale la battaglia per evitare il cambio di destinazione d’uso e per l’apposizione del vincolo di interesse storico e culturale secondo la direttiva Franceschini. Possiamo contribuire tutti a consolidare questa battaglia, perché tutta la provincia di Monza e Brianza sarebbe impoverita dalla espulsione del cinema Roma dal centro di Seregno, perché la logica del consumo non può sempre prevalere su quella della socialità e della cultura.
Il gruppo Facebook dedicato al Cinema Roma (da cui sono tratte le foto dell'articolo)