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Bandautori 11. Viaggio nel pop al confine tra culto e mainstream con i nuovi dischi di Valentina Lupi e Calcutta, autori melodici e di classe. Per "Libri che suonano" scopriamo il mondo mod italiano con Tony Face Bacciocchi

Valentina Lupi “Partenze intelligenti” (Goodfellas)

Mai sopra le righe e con i tratti distintivi d’altri tempi. Cinque nuove canzoni: viavai volontario, dall’ultimo silenzio a dove non sono mai stata. Un’anima e tocchi ben animati. Visioni cinematiche e Valentina, eccellente acrobata dei (nei) suoni. Tanto da fare apparire  il suo esordio “Non voglio restare Cappuccetto Rosso”(2006, nella cinquina dei migliori album di debutto al Premio Tenco, nomination al “Premio Fuori dal Mucchio” e altri riconoscimenti) così vicino e così lontano. Nuovi equilibrismi, ora. Con lei, Matteo Scannicchio (piano, synth, organi, programmazioni) e Massimo Mariani (basso, chitarra acustica e elettrica, programmazioni, cori). Terzetto armonico, la voce di Valentina contemplativa e tutta latte e miele. All’interno del disco, un significativo foglio illustrato: aeroplanini di carta, alberi, fiori, elefanti, pesci, sole, caseggiati. Come dire: punti di osservazione, mappe del desiderio, dai bordi (e a bordo). “Circolo vizioso” è “baustelliana”, eterea, romantica e pretende di essere amata perché ama; “Partenze intelligenti” è un pum-pum tra tenebrose quieti di paese e luminose immaginazioni; “Reduci” pulsa amara perché è superamento di una storia tempestosa; “I pesci” è il musicare la dignità (magari di una regina senza esercito); “La signora che tesse la tela” è una reazione epidermica verso tutto ciò che deforma (tessuti candidi scambiati per laceri, uomini piccoli, un Dio senza padre da rispettare). Un extended-play “casual con classe” e di delicata poetica pop. Potrebbe creare dipendenza, e per una volta non è certo un male. Voto: 8 (Massimo Pirotta)

 

 

Calcutta “Mainstream” (Bomba Dischi)

Bel dischetto (dura infatti solo 27 minuti) quello di Calcutta, che fin dal titolo gioca con quello che potrebbe/dovrebbe essere il suo destino, cioè il mainstream. Il nostro ha infatti un talento melodico invidiabile ed innegabile, paragonabile più a quello di un Brunori che di altri contemporanei o, guardando indietro, al padre di tutti i cantautori pop stralunati di oggi, cioè Rino Gaetano. I ritornelli delle sette canzoni contenute nell’album (completato da due intermezzi e da un divertissement elettronico, Dal Verme) sono infatti a presa rapidissima, tanto che ci si può ritrovare a canticchiarli subito dopo averli ascoltati, senza per questo essere beceri o stupidi, ma semplicemente leggeri, di una leggerezza piacevole e trasognata. I momenti migliori sono la prima traccia “Gaetano” (nome scelto per caso oppure no?), che è la più strutturata, con un pianoforte un po’ degregoriano a introdurre un bel crescendo uber-pop, e “Frosinone” (dov’è che non avrebbe giocato Chinaglia?), oltre al primo singolo “Cosa mi manchi a fare”, tenero come il video che lo accompagna. Ora si possono aprire due strade per il cantautore di Latina, dando per scontate le melodie sempre ottime: da una parte una ricerca di maturità abbandonando quel pizzico di citazionismo e certi passaggi furbetti nei testi, scelta che potrebbe portarlo però a una condizione di “culto”, dall’altra una spinta definitiva verso appunto il mainstream, parlando solo o quasi di sentimenti. A lui la scelta, noi intanto ci canticchiamo queste belle canzoni. Voto: 7.5 (Fabio Pozzi)

 

 

 

Libri che “suonano” (un estratto):

Praticamente assente dagli anni sessanta, la scena mod in Italia nasce timidamente in concomitanza con l’esplosione del mod revival inglese nel 1979, in prevalenza da iniziative individuali, lentamente e faticosamente coagulate alla fanzine “Faces” prima e dalla “società mod” Delta Tau Kay poi, che grazie a raduni, organizzazione di concerti, tour di band straniere, bollettini mensili, allnighters, contribuiscono a porre le basi per una scena che da trent’anni esiste nel migliore dei modi in tutta la penisola (…) in Italia il mod revival esplode in leggero ritardo anche se si segnalano mods già attivi a Roma, Torino, Milano, Venezia, Lucca, Savona, Piacenza (…) le prime rare testimonianze di “attività” sono le serate nel locale milanese “La Luna”, la nascita della prima mod-zine “Faces”, curata dal sottoscritto, nella primavera del 1981 e stampata (fotocopiata) in una trentina di copie. Il primo Raduno a Viareggio nella Pasqua del 1981, non ancora “ufficiale” e organizzato, replicato l’anno successivo nello stesso luogo, con circa duecento partecipanti e scontri “quadrophenici” di prammatica con la popolazione locale, infastidita dalle numerose scritte sui muri e vari altri atti di ingenuo vandalismo spicciolo. Al Raduno vengono distribuite le fanzine “Faces” e la milanese “Mod in Azione”, grazie anche alle quali inizia un lento ma progressivo lavoro di collegamento tra le varie realtà sparse lungo la penisola (…) la scena italiana matura e in poco tempo si appaia in stile e organizzazione a quella inglese, ormai anche numericamente molto corposa (negli anni ottanta sono centinaia e centinaia i mods in Italia). Serate, scooter runs, raduni, fanzine diventano sempre meglio curati, organizzati, sempre più ricchi a livello qualitativo. Il mod italiano perde progressivamente il legame, apparentemente inscindibile, con la “madre” inglese e si personalizza, trovando una propria identità, scoprendo ad esempio l’immenso patrimonio lasciato dal beat italiano dei 60s, fatto non solo di stupide canzonette, ma anche di preziosissimi, quanto fino ed allora trascurati e snobbati, brani che prendevamo a pieni mani da rhythm and blues, soul, beat inglese e americano (…) gli stessi raduni perdono un po’ dell’epica iniziale (le nottate in spiaggia, gli scontri, che pure a lungo rimarranno una piaga spesso sanguinosa, le anfetamine) a favore di una minore approssimazione e di una gestione sempre più rigorosa e professionale. Negli anni il mod-ism in Italia si istituzionalizza e si prende orgogliosamente i propri spazi, che tuttora mantiene, come sempre incurante di quello che di uncool gli succede intorno, fresco, pulito e duro, tra le difficoltà circostanti. (da “Mod Generations” di Antonio “Tony Face” Bacciocchi, Nda Press, 2009)

 

Novità, ristampe, box set, prossime pubblicazioni:

Amedeo Minghi “Di canzone in canzone”, Andrea Mingardi & Rosso Blues Brothers Band “Auguri auguri auguri. Il peggiorn Natale della mia vita”, Biagio Antonacci “Biagio Best”, Blastema “Tutto finirà prima”, Bruno Nicolai “Eyeball. Gatti rossi in un labirinto di vetro” (LP), C+C Maxigross “Fluttarn”, Cesare Cremonini “Logico Project”, Davide Van De Sfroos “Synfuniia”, Diaframma “Siberia”, “Scenari immaginari”, “3 volte lacrime” (LP), Elio e Le Storie Tese “Cacolatini il vero gusto italiano”, Emma “Adesso”, Franco Micalizzi “Celebrities”, Giancane “Una vita al top”, Giovanni Venosta “Nippon Eldorado Kabarett”, Giusy Ferreri “Hits”, Hervà “Kila”, I Fratelli La Strada “Pop Octopus Vulgaris”, Infection Code “L’avanguardia industriale”, Iosonouncane “La macarena su Roma”, Jane J’s Clan “Step Into The Groove”, Jovanotti “Lorenzo 2015 cc Live 2184”, Kanykani “Interferenze”, Kirlian Camera “Radio Music A”, “Todesengel-The Fall Of Life”, La Strana Società “1972 The Original”, Lello Savonado “Bit Generation”, Little Creatures “Some New Species”, Mambassa “Non avere paura”, Massimo Ranieri “Canzone napoletana piccola enciclopedia”, Meditamburi “Antichi viaggiatori”, Modà “Passione maledetta”, Nino Bruno e Le 8 Tracce “Cuore deserto”, Orietta Berti “Dietro un grande amore 50 anni di musica”, Paolo Fresu Quartet “Jazzy Christmas”, Peppino Di Capri “Le canzoni d’amore”, Pino Daniele “Tracce di libertà”, Premiata Forneria Marconi “Il suono del tempo”, Rumore Rosa “Uoaaoo”, Sergio Arturo Calonego “Dadigadì”, Simona Molinari “Casa mia”, Stylophonic “Jam The House”, Toni Esposito “La banda del sole” (LP), UT New Trolls “E’”, Vasco Rossi “Sono innocente” (m.p.)

 

TOP 5. I più ascoltati (di ieri e di oggi) negli ultimi giorni:

Calibro 35 “S.P.A.C.E.”, Baustelle “Roma Live!”, Arianna Antinori “Arianna Antinori”, Francesca Lago “Mirrors Against The Sun”, Riccardo Zappa “Celestion” (Massimo Pirotta)

Afterhours “Ballate per piccole iene”, Cesare Malfatti “Una città esposta”,  The Dining Rooms “Do Hipsters Love Sun (Ra)?”, C+C=Maxigross “Fluttarn”, Metrodora “Quaderni” (Fabio Pozzi)

Gli autori di Vorrei
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi

Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con un paio di siti (Indie-Eye e Black Milk Mag) fino ad arrivare a Vorrei. Del domani non v'è certezza.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.