Roberto Rampi snocciola le nuove iniziative per la cultura: «Un settore cruciale, molto più di quanto ancora in troppi ritengano, anche per la tenuta civile, democratica, etica del nostro Paese e non solo.»
La legge di stabilità 2016 appena approvata, in continuità con una approccio che ha caratterizzato questa legislatura, ha investito sul rilancio del settore culturale, inteso in tutte le sue sfaccettature, dimostrando una crescente centralità della questione culturale anche nel dibattito pubblico.
Del resto è l'articolo 9 della Costituzione, che sancisce che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, quello che che il Presidente Ciampi ha definito come il più originale della nostra Carta, parla di questo incrocio virtuoso tra patrimonio culturale, conoscenza e innovazione.
Investire in Cultura significa anche favorire la crescita economica, come ribadito anche dall'ultimo rapporto elaborato da Symbola e Unioncamere secondo cui ogni 1 euro investito in cultura ne produce 1,67.
La legge 13 luglio 2015, numero 107 di riordino del sistema scolastico prevede tra le altre numerose misure strategiche per l’alfabetizzazione alle arti, creatività e cultura, con provvedimenti ad hoc a supporto di queste politiche, a partire dai processi dell’autonomia scolastica, la carta per i professori, la digitalizzazione delle classi, i nuovi obiettivi formativi.
La carta per i consumi culturali riservata ai 18enni per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l'acquisto di libri nonché per l'ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo, ha fatto molto discutere e rappresenta sicuramente il primo provvedimento sul fronte della domanda che prova ad intervenire sul bisogno, sullo stimolo e l'induzione del bisogno culturale, mettendo in campo risorse per le strutture culturali attraverso le scelte e gli orientamenti dei più giovani.
L'aumento di 25 milioni di euro per i fondi per il tax credit cinematografico e audiovisivo, riconosce ulteriormente il formidabile ruolo dell'industria cinematografica e audiovisiva come veicolo di promozione dell'immagine dell'Italia nel mondo, per la costruzione dell'immaginario e delle coscienze, il ruolo anche civile, pedagogico, aggregativo e sociale del cinema.
Permangono notevoli disallineamenti in materia fiscale riferita al comparto culturale: IVA diversa tra segmenti culturali, crediti di imposta non armonizzati tra i vari settori, fiscalità locale eccessiva sui luoghi di cultura, differenziazione tra segmenti affini.
Questo è forse il primo e principale punto su cui occorrerà lavorare.
Anche nell'ottica di una lavoro comunitario sul reperimento delle risorse da investire in cultura, cui punta l'Art Bonus stabilizzato al 65% con questa legge, uno sgravio altissimo, che più che avere a che vedere con una carenza di risorse pubbliche come sostengono alcuni è piuttosto legato all'idea di un cammino comune per individuare dove allocare, non solo deciso centralmente ma costruito insieme alle diverse comunità e con la partecipazione crescente di tutti.
Non è solo il pubblico che va sostenuto, rinnovato è rafforzato, ma anche gli stessi artisti e la produzione di nuovi talenti, in questo senso va tra l'altro il 10% di risorse del diritto d'autore destinati a questi ultimi e l’incentivo introdotto dalla Legge 7 ottobre 2013, n. 112, con un credito d’imposta anche per le opere di artisti emergenti.
Occorre lavorare ancora perché la musica popolare contemporanea abbia pari dignità rispetto alle altre forme artistiche, inserendola ta le attività concertistiche di cui al Legge 14 agosto 1967, n. 800; e per semplificare e innovare le procedure e le normative per lo spettacolo dal vivo.
L'alto tasso di innovazione tecnologica e creativa del settore dei prodotti videoludici merita un ripensamento delle politiche in materia allo scopo di incentivare lo sviluppo dell'industria di riferimento che posiziona l’Italia tra i Paesi più innovativi in piena sinergia con i vari comparti culturali.
I percorsi di promozione della lettura vanno stimolati e organizzati in maniera più organica ed efficiente, posto il grande peso che rivestono per l'educazione dei ragazzi e delle ragazze.
Le imprese dell’esercizio cinematografico e teatrale sono, insieme alla scuola, uno dei primi driver dell’alfabetizzazione culturale delle giovani generazioni e rivestono un compito di protagoniste nelle politiche di promozione della cultura, del cinema e dell’arte nel suo complesso; queste imprese hanno subito un incremento dei tributi locali (IMU/TASI/TARI) pari al 300% che è chiaramente insostenibile per il settore, il cui tessuto imprenditoriale è gravemente compromesso, e questo è uno dei fronti su cui occorre intervenire anche attraverso una rimodulazione al ribasso delle attuali imposte dall'Imposta Municipale Unica (IMU), anche ai fabbricati utilizzati come sala cinematografica o teatrale.
Il cammino è ancora lungo, la direzione di marcia sembra via via più chiara, occorre rafforzare l'alleanza culturale che deve diventare più ampia e più diffusa a sostegno di un settore che è cruciale, molto più di quanto ancora in troppi ritengano, anche per la tenuta civile, democratica, etica del nostro Paese e non solo.