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Libri. Il romanzo dolceamaro dell'autrice californiana Aimee Bender, perché anche le emozioni hanno un sapore

 

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crittrice di romanzi e racconti, Aimee Bender (nata nel 1969) vive e lavora a Los Angeles dove insegna scrittura creativa all'University of Southern California e collabora con prestigiose riviste pubblicando racconti. Vincitrice di due Pushcart Prizes, è scrittrice apprezzata dalla critica americana per la capacità di coniugare sapientemente il reale con il surreale e il fiabesco e di esplorare nuove strade per indagare le relazioni umane.

Ancora troppo poco conosciuta in Italia, lo scorso settembre - di ritorno dal Festivaletteratura di Mantova - l'abbiamo incontrata a Monza da “Libri e Libri” e ce ne siamo innamorati.

Nell'incontro alla libreria monzese Aimee Bender ci ha rivelato di nutrire una profonda considerazione della forma racconto perché le permette di concentrasi sulle azioni senza disperdersi in descrizioni che limitano la carica della narrazione. Ci ha svelato inoltre i suoi autori preferiti: Aruki Murakami, Lydia Davis e Italo Calvino.

La Bender è autrice di due romanzi, Un segno invisibile e mio (2002), L’inconfondibile tristezza della torta al limone (2011) edi due raccolte di racconti surreali, La ragazza con la gonna in fiamme (2012, ma già pubblicata nel 2002 da Einaudi il titolo Grida il mio nome) e Creature ostinate (2006). Tutte le sue opere sono pubblicate in Italia da minimum fax.

L’inconfondibile tristezza della torta al limone ha come protagonista una ragazzina, Rose Edelstein, depositaria di una magica dote che le permette - con un solo assaggio di una pietanza - di riconoscere gli ingredienti, la loro provenienza e lavorazione, ma soprattutto di percepire le emozioni più intime delle persone che hanno cucinato i piatti. Il rifugio (iniziale) a sentimenti troppo forti da mandar giù la giovane Rose lo trova nei cibi neutri del distributore automatico della scuola, negli asettici prodotti industriali e nei fast-food, in cui l'elemento umano nella preparazione è del tutto assente.

 

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Il libro è una sorta di romanzo di formazione senza spazio e senza tempo, narrato dalla protagonista in prima persona e che ci porta a seguirla da bambina di nove anni, alle prese con la difficoltà di convivere con le informazioni che gli alimenti le trasmettono, fino alla donna compiuta, che accoglie il dono ricevuto, trasformando questa sorta di empatia culinaria in un lavorosoddisfacente e nel modo per aiutare gli altri. Prima di riuscire a farlo Rose deve però vedersela con le conseguenze del suo talento/dannazione. Cosa si prova nel sentire il sapore vuoto della torta al limone, nel riconoscere che il roast-beef cucinato dalla mamma sa di un nuovo amore e ancora che sgranocchiare un biscotto arrabbiato fa emergere un impasto d'avena piena di fretta ?

“Un giorno vi costruirò una baita, in un bosco, disse [mamma] con i perni fatti solo di legno. Assaggiai un boccone del purè di patate. California settentrionale, una coltivazione di patate ben tenuta. L'eccitazione un po' disorientata di mamma per via del viaggio, unita alla solita spirale di piccolezza. Lo mangiai tenendolo su un lato della bocca. Non ce n'è bisogno, dissi, mandando giù. Preferisco i chiodi, spiegai. E le città aggiunsi.” p. 193

20130104-linconfondibile-tristezza-della-torta-al-limone-755x1024Nel crescere Rose racconta di sé, della sua famiglia e degli amici del piccolo microcosmo domestico: il fratello Joseph, un ragazzo geniale ed introverso che ci regala una delle pagine più intense e dolorose del libro (che non svelo per chi avrà il piacere di leggerlo); l'amico George, figura che accompagnerà Rose fino al suo affrancamento dal disagio nel sopportare il suo magico palato; l'iperattiva mamma con la passione per la falegnameria, che riversa la sua energia in una relazione fuori dal matrimonio; la nonna bizzarra e lontana e il padre distratto e abitudinario, forse il personaggio più sfuggente del romanzo.

Perché leggerlo ? Perché è un libro agrodolce ben impastato, da assaporare fino alla commozione, Cosa ci ho letto dentro, oltre all'elemento fantastico della storia ? Che i sentimenti altrui, anche quando nascosti, ci si imprimono in qualche modo addosso e che da giovani (o forse per tutta la vita) esistono virtù alle quali si è disposti a rinunciare per ottenere il consenso degli altri.

 

Aimee Bender, L’inconfondibile tristezza della torta al limone, minimum fax, 2011, (Sotterranei, 155), 332 pagine, € 16,50

 

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Disponibilità nelle biblioteche di Monza e Brianza al 3.01.2013

4 copie nel Sistema Bibliotecario Vimercatese http://www.sbv.mi.it/opac/first.do

6 copie in BrianzaBiblioteche http://webopac.brianzabiblioteche.it/web1/TitleView/CopyInfo.asp

 

Gli autori di Vorrei
Alessandra Scarazzato
Alessandra Scarazzato

Nasco a Milano alla fine degli anni Sessanta, ma vivo in Brianza dall'età di 8 anni. Laureata in Lettere moderne da sempre lavoro nel campo della promozione al libro e alla lettura. Le mie grandi passioni sono i libri, naturalmente, il teatro di narrazione e andar per mostre e musei. Abilissima nell'arte del giftwrapping (far pacchetti regalo) sono donna curiosa e impegnata.

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