Teatro. Marina Massironi in scena su testo di Roddy Doyle per la regia di Giorgio Gallione. La violenza del marito, l'alcol, l'Irlanda de The Commitments
L'
effetto è straniante. Il viso, il corpo che per tanti anni abbiamo associato a personaggi buffi, maldestri, teneri e comunque comici si muove come una formica sul prato – da un mobiletto sghembo al frigorifero, dal letto vuoto al tavolino e via così – raccontando 17 anni di soprusi, botte, punti, lividi e braccia slogate. Marina Massironi è Paula, la protagonista inventata da Roddy Doyle in "La donna che sbatteva nelle porte". Con la regia di Giorgio Gallione, l'attrice che in tanti film ci ha regalato una comicità fisica e delicata è in scena all'Elfo fino al 24 febbraio in un ruolo tosto, aspro. Non che manchino le risate, anzi. L'ambiente è lo stesso di The commitments, altro lavoro di Doyle, diventato film delizioso nelle mani di Alan Parker: una Irlanda operaia, squattrinata, sboccata e puzzolente di birra. Paula è sola sul palcoscenico; una donna alcolizzata e con tre figli a cui un poliziotto ha appena fatto sapere d'esser diventata vedova. Di un marito che ormai non viveva più in casa da tempo.
Così parte il racconto della sua vita. Dall'adolescente in guerra con la scuola, con la famiglia, con il quartiere, alla giovane donna che si innamora follemente del figo che tutte bramano, che la sposa rendendola orgogliosa e rispettata. La luna di miele che lascia presto, troppo presto il posto all'incubo di un marito violento, ottuso, che la picchia selvaggiamente, senza motivo. Che la mette incinta e la maledice per questo, che le distrugge la prima gravidanza e poi le fa mettere al mondo due maschi e una femmina. Una vita ricca solo di una razione quotidiana e inspiegabile di calci e pugni. Lei che spera, ogni volta che finisce in ospedale, che qualcuno la guardi negli occhi e le chieda cos'è successo perché avrebbe una gran voglia di sputtanare quell'orco infame. E invece nessuno le chiede nulla, l'annusano solamente, sentono l'odore dell'alcol e danno retta solo a quello: si fidano del loro naso, non dei loro occhi.
Lo spettacolo non è mai greve, i toni più drammatici trovano respiro nella tenerezza che questa donna semplice, forse stupida, riesce a trovare fra un angolo e l'altro del suo cuore enorme di donna che ama. Raccontando aneddoti divertenti spalma pomata sulle ferite di una vita distrutta da un uomo di merda.
C'è un epilogo, che non è la morte del marito annunciata in apertura. Coincide con la vera entrata in scena dei figli, di cui fino a quel momento Paula praticamente non racconta nulla. Quando la donna sottomessa lascerà la scena alla leonessa che protegge i suoi cuccioli. È lì che la tramontana si abbatte sul prato infinito, dentro e fuori la casa. Non lo raccontiamo. Perché la sorpresa di una Marina Massironi così è giusto non spacchettarla.
Uno spettacolo intenso, una protagonista impeccabile, un argomento mai abbastanza sviscerato.
Teatro Elfo Puccini Milano
5 - 24 febbraio 2013
mar-sab: 21:00 / dom: 15:30
la donna che sbatteva nelle porte
di Roddy Doyle © Roddy Doyle, 1996 © Ugo Guanda Editore
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
con Marina Massironi
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro dell'Archivolto