Teatro. Lo spettacolo di Aia Taumastica potrebbe stroncare, potrebbe essere un incubo soffocante, invece è un bel respiro, profondo. Non è conciliante con la vita. Ma riconcilia con l'arte.
L
a violenza non esiste. La morte non esiste. La malattia non esiste. Il dolore non esiste. Se ci sono: occulta, sotterra, copri, maschera. Non puoi permetterti di fermarti. Non puoi piangere. La tristezza è vietata. Rimuovi, cancella, nascondi. Sorridi, gioisci, vivi. La forma, l'apparenza, la superficie. Questo ti è dato, preservalo.
Massimiliano Cividati, con l'assistenza di Raffaella Bonivento, ha scritto e diretto “Il nulla – The void”, andato in scena nell'ultimo weekend di aprile 2013 alla Torre dell'acquedotto di Cusano Milanino, la casa della loro compagnia, Aia Taumastica.
“Il nulla” è uno spettacolo sorprendente. È agìto, ballato, cantato, raccontato. I cinque corpi in scena esplodono e stridono nel grigio di cui sono rivestiti. Tempi serrati e matematici, musica che incede ed esalta, come la vernice sui colori delle tele. Claudia Caldarano, Alex Cendron, Alice Redini, Adalgisa Vavassori e Matteo Vitanza danzano e si dimenano, si quietano e si picchiamo, si amano e si violentano. La rimozione è la catena che tiene insieme scene scandite dal rumore del passaggio di un treno. Fra una fermata e l'altra, o fra un vagone e l'altro, un corpo anziano che non sa rassegnarsi al decadimento e s'ingozza di pillole, l'alcolizzata che cerca se stessa sul fondo della bottiglia, il marito frustrato che distrugge la moglie, la coppia che proprio non concepisce la morte, neppure quella del cane di casa. Che non muore, smette di funzionare.
La fragilità, la caducità non sono più di questo mondo. Belli, sani, felici come in un perenne spot. Così ci vogliono, così ci vogliamo. E ci crediamo così tanto da non saper più concepire il difetto, la debolezza. Siamo spartani, nazisti. Sempre all'altezza, rimuoviamo l'imperfezione dalle nostre parole, dalle nostre vite. Incapaci di accettare peli superflui, gambe storte, nasi naturali, arriviamo a rifuggire il contatto fisico; proiettiamo noi stessi nell'artificiosità delle bambole e recludiamo i nostri orgasmi nell'immaginazione.
Attori molto bravi, Alex Cendron strepitoso. Le attrici, donne meravigliosamente femmine, forse ancor più “vittime” di questa follia contemporanea della perfezione. Scultorea Adalgisa Vavassori nel quadro più fisico dello spettacolo, quello dell'uomo schiacciato dal ricordo. Straziante Alice Redini, terminale, moribonda; da lei rifugge l'intero mondo intorno, come dalla peste.
“Il nulla” potrebbe stroncare, potrebbe essere un incubo soffocante, invece è un bel respiro, profondo. Non è conciliante con la vita. Ma riconcilia con l'arte, questo sì.
testo e regia Massimiliano Cividati
con Claudia Caldarano, Alex Cendron, Alice Redini, Adalgisa Vavassori e Matteo Vitanza
assistente alla regia Raffaella Bonivento
realizzazione tecnica Massimo Todini
produzione Aia Taumastica
con il sostegno della Regione Lombardia PROGETTO NEXT – Oltre il palcoscenico