Cinema. Attesissimo nuovo film per Ron Howard: sullo sfondo del Mondiale di Formula 1, l'appassionante sfida tra due personaggi tanti diversi, quanto simili.
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onza, 12 Settembre 1976. Si corre il Gran Premio d'Italia di Formula 1 all'Autodromo Nazionale. Incredibilmente, dopo soli 42 giorni dallo spaventoso incidente al Nurburgring in Germania, che lo ha sfigurato in volto e portato ad un passo dalla morte, sul sedile della Ferrari numero 1 siede il Campione del Mondo in carica, l'austriaco Niki Lauda. Monza è teatro di uno dei giorni da leggenda dello sport: Lauda termina la gara al quarto posto, ma viene portato in trionfo come avesse vinto, mentre il suo acerrimo rivale nella corsa al Mondiale Piloti, l'inglese James Hunt, deve soccombere per un incidente meccanico e vede lo spettro della sconfitta sempre più vicino.
La rivalità sportiva e personale tra questi due ragazzi volanti, caratterizzata in particolare dall'annata 1976, è al centro del nuovo film di Ron Howard, "Rush", di recente uscito nelle sale italiane.
Premessa fondamentale: non è assolutamente un film per soli appassionati di Formula 1; il mondo delle 4 ruote fa solo da sfondo (per quanto rumoroso e ingombrante) alla sfida continua tra due personalità talmente agli antipodi da essere necessarie l'una per l'altra. Le loro storie, calate in un altro contesto, benchè profondamente meno entusiasmante, porterebbero comunque ad apprezzare i temi di fondo del film: il rispetto della diversità e la determinazione.
La scena finale (che non svelo per evidenti motivi) è il culmine dell'intero racconto; l'incontro-scontro tra i due amici-rivali riporta ad un mondo (dello sport senz'altro, ma non solo...) che non viviamo più come nostro, spinti come siamo a considerare sbagliato tutto ciò che non ci appartiene, a considerare nemici tutti coloro che non ci danno ragione o che non si schierano dalla nostra parte.
Niki Lauda, l'austriaco, geniale, preciso, ragionatore, e James Hunt, l'inglese, lo "schianto", il ragazzo da copertina, "sex, drugs and rock & roll", così lontani come personaggi, così vicini in pista, ma anche nella vita, così determinati a raggiungere il risultato della loro vita da spingersi, spesso involontariamente, oltre il limite. Una vita fatta di rischio e di divertimento, almeno finchè non si ha da perdere qualcosa, o qualcuno, al punto da imporre il dubbio anche nelle menti di due campioni del loro calibro: ha senso rischiare di perdere qualcosa di tanto grande per una semplice vittoria?