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Libri. L'arte del narrare esistenze in un paesino del Maine: Olive Kitteridge di Elisabeth Strout

Un piccolo paesino del Maine, Crosby, diventa una miniera di esistenze e di dialoghi grazie alla bravura di una autrice, Elisabeth Strout, in grado di costruire personaggi reali condendo il racconto delle loro esistenze con una introspezione psicologica indolore ma efficace.

C'è il figlio che sposa prima una donna prepotente e saccente, poi una “muccona” tonta, c'è il marito sempre buono e gentile e comprensivo con tutti ma mai un gesto di affetto, c'è la vicina di casa e la sua vedovanza, c'è l'ex alunna piantata all'altare con una madre che non accetta di invecchiare. Decine di esistenze che scorrono nel libro pubblicato da Fazi Editori, e al centro di tutto Olive, Olive Kitteridge, professoressa di matematica, poi pensionata, poi nonna assente e vedova, poi donna, sempre donna, sempre lucida in grado di tenere tutti i fili dell'intreccio narrativo con mano ferma e sguardo deciso. Quelli tipici di una “maestra”, proprio come la stessa Strout che esercita in modo magistrale l'arte di narrare esistenze.

La sua scrittura propone sempre parole scelte perché non sembrino stampate ma pronunciate direttamente all'interno del lettore e con esse Strout dipinge ritratti ricchi di spunti invitando inconsciamente il lettore ad osservare i propri conoscenti sotto una diversa luce, che tenga conto del loro vissuto. Certo, una volta alzati gli occhi dal libro, cosa non facile da fare, perché Olive Kitteridge è un romanzo che una volta finito, lascia quel senso di solitudine profondo. Arrivati alla fine ci si sente come ad aver imboccato la strada costiera salutando Crosby e i suoi abitanti dal vetro posteriore dell'auto con un gesto della mano, infantile e malinconico.

Della stessa autrice è da poco uscito “I ragazzi Barnes” Fazi Editore. Il sito ufficiale dell'autrice è http://www.elizabethstrout.com/

Perché leggerlo: è una grande prova di scrittura, distrae e coinvolge. Propone di valorizzare esistenze e vissuti di persone ordinarie, presenti inclusi.

OLIVE KITTERIDGE di Elisabeth Strout (Fazi Editore 2009)

tradotto da Silvia Castoldi, pag. 381