Musica. Il ritorno degli Stormy Six con un disco di inediti dopo 31 anni, un concept sulla rivolta del Ghetto di Varsavia registrato live assieme a Moni Ovadia.
Dopo ben 31 anni, tanto è passato da Al Volo, gli Stormy Six tornano con un disco di inediti. Questo tipo di ritorni, a distanza di decenni, spesso finiscono per risultare poco convincenti, operazioni per fare cassa o per rimembrare i bei tempi passati. Non è questo il caso, fortunatamente. Benvenuti nel ghetto è infatti un ottimo disco, che non si dimentica del passato della band guidata da Franco Fabbri, ma che ne recupera quella che probabilmente fu la fase migliore, quella più legata al folk oltre che al progressive, all’altezza di Un biglietto del tram. Il disco è registrato dal vivo, in occasione dello spettacolo dedicato alla rivolta del Ghetto di Varsavia del 1943 e portato in scena assieme a Moni Ovadia (i cui interventi sono presenti nel DVD che accompagna il CD) negli scorsi mesi. Rimane quindi importante per gli Stormy Six l’impegno politico, che li fece entrare nell’organizzazione Rock In Opposition, attraverso anche la memoria di quanto accaduto nel passato, e qui la mente non può che correre al loro classico eterno Stalingrado/La fabbrica. Ma soprattutto rimane importante la musica, la capacità di scrivere ed interpretare canzoni in grado di trasmettere al meglio il messaggio civile, in un equilibrio tra significato e significante non così facile da trovare in altre produzioni. Provate ad ascoltare per esempio Canto dei sarti ebrei della Wermacht o Devarim senza provare empatia per la storia raccontata o la bellissima Benvenuti nel ghetto senza sentirvi sulle barricate in prima fila a lanciare bottiglie molotov contro i nazisti. Un grande ritorno quindi, con la speranza che a questo punto gli Stormy Six ci prendano gusto e continuino a proporci dischi di questo livello, perché ce n’è bisogno oggi più che mai.