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Per festeggiare i 100 anni del Corriere dei Piccoli
una mostra e un numero speciale di "Mosso"

Alla Rotonda della Besana di Milano è stata allestita una grande mostra per il centenario del supplemento illustrato del Corriere della Sera. Anche gli autori di "Mosso" hanno pensato ad un tributo, così il secondo numero della rivista elettronica è arrivato nella casella di posta elettronica degli "abbonati" con un bell'articolo di Paolo Interdonato (che qui ripresentiamo per gentile concessione dell'autore) e le tavole di due bravissimi disegnatori, Chiara Dattola e Roberto La Forgia, oltre ad alcuni disegni orginali della compianta testata.

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Illustrazione di Chiara Dattola

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Alla conquista del ceto medio

Se non si fosse spento nel 1995, dopo oltre un decennio di agonia, oggi avrebbe cent’anni. Il primo numero del “Corriere dei Piccoli” apparve infatti in edicola il 27 dicembre 1908, con stampato in copertina un prezzo, 10 centesimi, che all’epoca non era certo popolare.

In effetti il prodotto non era pensato per ogni famiglia. Si trattava di un accurato progetto pedagogico, voluto da Silvio Spaventa Filippi, direttore della testata, e dalla scrittrice Paola Carraro Lombroso, costruito appositamente per educare i figli dei lettori del “Corriere della Sera” alla fedeltà verso il quotidiano milanese. Nel testo redazionale di presentazione, pubblicato a pagina 2 del primo numero, si poteva leggere questa solenne promessa ai giovani lettori: “Anche voi adesso potrete, accanto al babbo e alla mamma o al fratello, che già si vanta d’avere i baffi, mettervi con qualche solennità sotto la luce più chiara a leggere il vostro giornale. E questa è giustizia”.

Un periodico pensato appositamente per i bambini, che completava il progetto di affiancamento delle famiglie del ceto medio che il “Corriere della Sera” stava perseguendo con la pubblicazione del giornale e dei suoi supplementi. Tutti i giorni, il capofamiglia sedeva sulla poltrona e leggeva il quotidiano sotto “la luce più chiara”. La domenica, dal 1899, tornando dalla messa le signore acquistavano “La Domenica del Corriere”. Poi, appropriandosi di quella stessa poltrona mentre i capifamiglia erano in ufficio, formavano la propria coscienza di lettrici e di consigliere dei mariti elettori.

Il grande successo della “Domenica del Corriere” era attribuibile anche alle numerose e bellissime illustrazioni e fotografie che distinguevano il settimanale da tutte le altre pubblicazioni contemporanee. Una lettura più semplice e distesa, resa piacevole dagli elementi grafici e dalle strepitose copertine di Achille Beltrame, che avevano il compito di rappresentare il fatto più sensazionale della settimana.

La presenza di illustri predecessori e il successo della “Domenica” avevano spinto il “Corriere della Sera” a lanciare il “Corriere dei Piccoli”, settimanale capace di raccogliere testi di qualità (Rudyard Kipling, Anatole France, Renato Fucini e Ada Negri solo nel primo numero) e racconti illustrati.

Il settimanale, sebbene rivolto alla classe media, ebbe una strepitosa accoglienza che lo condusse in breve a una tiratura di 300.000 copie.

Caccia alle nuvole

La gran parte dei racconti illustrati veniva dagli Stati Uniti, dove già da tempo si era affermato l’uso di tavole a fumetti nei quotidiani e nei loro supplementi domenicali. Ciò nonostante, agli occhi di Paola Carraro Lombroso apparve immediatamente evidente che quella commistione di testi e immagini avrebbe potuto corrompere i giovani intelletti. Per prima cosa, via tutte quelle strambe nuvolette: l’immagine doveva essere chiaramente e regolarmente riquadrata, al servizio della parola.

I fumetti importati furono normalizzati e privati dei balloon. Parole e immagini furono distinte nettamente. Le pagine dal montaggio più accurato e dall’architettura grafica più straniante vennero scomposte per essere ingabbiate in squadrature regolari. Lo spazio lasciato libero dai balloon venne ridisegnato da illustratori italiani. Il testo del racconto venne sostituito da filastrocche in rima baciata, spesso composte da Antonio Rubino, uno tra i più grandi disegnatori italiani del Ventesimo secolo, presente sul “Corriere dei Piccoli” fin dal primo numero. Questa sorte toccò – solo per spendere i nomi più pesanti – a Buster Brown di Richard Outcault (Mimmo Mammolo), Happy Hooligan di Frederick Burr Opper (Fortunello), Bringing Up Father di Geo McManus (Arcibaldo e Petronilla), i Katzenjammer Kids di Rudolph Dirks (Bibì, Bibò e il capitan Cocoricò), Little Nemo di Winsor McCay (Bubi)… Grazie a questa rielaborazione i grandi personaggi del fumetto americano riuscirono, agli occhi dei pedagoghi, innocui e accettabili.

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Illustrazione di Roberto La Forgia

Il lettore responsabile

Scrive Antonio Faeti, per molti anni l'unico professore ordinario di Letteratura per l'infanzia nelle università italiane: “L’opposizione al fumetto come tramite espressivo nuovo, è forse giustificata, in Rubino, dal suo particolare modo di rendere gli spazi, riempiendoli di un’infinità di curve, di riccioli, di frammenti. Non c’era quindi posto, nei suoi disegni, per il vuoto grafico, diverso dal contesto espressivo, che il balloon poteva rappresentare. Ma più in generale, si tratta di un’ostilità di tipo pedagogico: la nostra letteratura per l’infanzia intendeva ridurre al minimo le possibilità di intrattenimento puro, che erano reperibili al suo interno. Il ‘contenuto’ doveva essere ‘guadagnato’ con una faticosa e impegnativa lettura, non ottenuto quasi in regalo con una rapida occhiata a una pagina, in cui testo e illustrazioni si confondono”.

È interessante osservare come questo tentativo di costruire un lettore responsabile, capace di accedere a messaggi difficili perché nascosti nelle parole e non nei disegni, abbia sortito uno straordinario effetto benefico: la creazione di una nuova categoria di lettori stravolgenti. Scrive Italo Calvino nelle Lezioni americane: “Il ‘Corriere dei Piccoli’ ridisegnava i cartoons americani senza balloons, che venivano sostituiti da due o quattro versi rimati sotto ogni cartoon. Comunque io che non sapevo leggere potevo fare benissimo a meno delle parole, perché mi bastavano le figure. Vivevo con questo giornalino che mia madre aveva cominciato a comprare e a collezionare già prima della mia nascita e di cui faceva rilegare le annate. Passavo le ore percorrendo i cartoons d’ogni serie da un numero all’altro, mi raccontavo mentalmente le storie interpretando le scene in diversi modi, producevo delle varianti, fondevo i singoli episodi in una storia più ampia, scoprivo e isolavo e collegavo le costanti di ogni serie, contaminavo una serie con l’altra, immaginavo nuove serie in cui i personaggi secondari diventavano protagonisti”.

Accanto ai fumetti statunitensi normalizzati, il “Corriere dei Piccoli” iniziò a ospitare una galleria di personaggi straordinari. Raccontini in versi apparentemente più tranquillizzanti e,poiché direttamente commissionati dal settimanale, più controllabili. In tempi assai brevi i racconti italiani iniziano a riecheggiare strutture e caratteri presenti nei fumetti importati. E fu così che apparvero molti personaggi profondamente ispirati a serie statunitensi.

Ma, accanto a questi prodotti sanamente derivativi, fin dalle primissime pagine, il “Corriere dei Piccoli” ospitò serie autarchiche cariche di originalità e spensierata genialità. È il caso di del negretto Bilbolbul di Antonio Mussino, apparso fin dal primo numero del settimanale, del sublime bambino geometrico Quadratino di Antonio Rubino (1910), del signor Bonaventura di Sergio Tofano (1917), dell’antimilitarista Marmittone di Bruno Angoletta (1928) e di molti altri.

Le ultime rime

Il “Corriere dei Piccoli” sopravvisse al fascismo che, con il suo controllo censorio e le sue pulsioni ideologiche, aveva oscenamente polarizzato le pagine del settimanale. Al termine della guerra, dopo aver sospeso le pubblicazioni per un solo mese, la testata si preparò ad affrontare la ricostruzione del Paese, cercando di recuperare la sua presa sull’immaginario nazionale.

Erano anni difficili per il supplemento del “Corriere della Sera”: la vocazione pedagogica, la scelta di mantenere i racconti in rima baciata e la minima presenza di fumetti con i balloon rendevano il settimanale uno dei prodotti più bolsi presenti in edicola. I chioschi nazionali, sempre più diffusi, presentavano ai ragazzi un’offerta di avventure a fumetti ricca ed eterogenea: le storie disneyane di “Topolino” nel suo nuovo e pratico formato tascabile; le avventure a strisce e in albo di personaggi come Akim, Capitan Miki, Blek, Tex; il “Giorno dei Ragazzi”, inserto a fumetti lanciato dal neonato quotidiano “Il Giorno” per opporsi alla supremazia del “Corriere della Sera”; e l’exploit, dal 1963, degli albi neri tascabili (“Diabolik”, “Kriminal”, “Satanik”…), destinati a un pubblico più adulto ma letti di nascosto dai ragazzi.

I lettori del quotidiano milanese continuavano ad acquistare il “Corriere dei Piccoli” ai propri figli (quasi si trattasse di uno status symbol), ma i ragazzi rivolgevano lo sguardo ad altre pagine capaci di presentare avventure e fantasia, impaginazioni ricche e storie al passo con i tempi.

La svolta arrivò a metà degli anni Sessanta con la direzione di Carlo Triberti e culminò, nel 1972, in un momentaneo cambio di testata (e poi in una fortunata filiazione): il “Corriere dei Ragazzi”, destinato a diventare il periodico per ragazzi più bello della seconda metà del Ventesimo secolo.

L’ultimo ventennio del “Corriere dei Piccoli” è un periodo tristissimo che non merita, caro lettore, la tua attenzione. In fondo, ci sono altri buoni motivi per vivere.

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Per gentile concessione degli autori
Per ricevere Mosso fai richiesta via email a questo indirizzo: rivistamosso@gmail.com

 

corrierino200.jpg22 gennaio – 17 maggio 2009

SEDE
Rotonda di Via Besana, via E. Besana 12 - 20122 Milano

VERNICE PER LA STAMPA
Mercoledì 21 gennaio 2009, ore 12.00

INAUGURAZIONE
Mercoledì 21 gennaio 2009, ore 18.00

ORARI
•  Tutti i giorni 9.30-19.30
•   Lunedì 14.30-19.30
•   Giovedì 9.30-22.30
La biglietteria chiude un’ora prima

INFORMAZIONI
•  www.fondazionecorriere.it
•  CallCenter Vivaticket: 899.666.805 (servizio a pagamento; dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, sabato dalle 8.00 alle 13.00; pagamento: solo con carta di credito)

PRENOTAZIONI SCUOLE
(BIGLIETTI, VISITE GUIDATE E LABORATORI)
(ai gruppi scolastici non si applica il diritto di prevendita)
•  Ufficio gruppi Charta: 199.112.112
(dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, sabato dalle 8.00 alle 13.00; pagamento: carta di credito o bonifico bancario)
•  Arte per Gioco: 02.67101162 - 02.66988418, fax 02.66719585, artepergioco@libero.it

PRENOTAZIONI GRUPPI
(BIGLIETTI, VISITE GUIDATE)
(diritto di prevendita € 0,50 a persona)
•  Ufficio gruppi Charta: 199.112.112
(dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 20.00, sabato dalle 8.00 alle 13.00; pagamento: carta di credito o bonifico bancario)
•  Aster: 02.20404175, fax 02.20421469, info@spazioaster.it

PREVENDITA BIGLIETTI
(diritto di prevendita € 1,00 a persona)
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BIGLIETTI
•  Biglietto Intero: € 8,00
•  Biglietto Ridotto*: € 6,50
•  Biglietto Gruppi: € 6,50
•  Biglietto Scuole (materne, elementari e medie): € 4,50
•  Biglietto Speciale Adulto + Bambino (sotto i 14 anni): € 10,00
Bambini aggiuntivi: € 4,50
•  Bambino da 0 a 3 anni: Omaggio
* over 65 anni, minori di 18 anni, studenti fino a 26 anni non compiuti con esibizione del tesserino universitario

LABORATORI VIAGGIANTI

Durante i weekend, acquistando il biglietto di ingresso alla mostra, i bambini dai 4 agli 11 anni possono partecipare gratuitamente alle attività didattiche a loro dedicate.
Per garantire un più agevole afflusso, è necessaria la prenotazione:
•  Arte per Gioco: 02.67101162 - 02.66988418, fax 02.66719585, artepergioco@libero.it

VISITE GUIDATE ADULTI
Durante i weekend, vengono organizzate visite guidate per i visitatori non in gruppo.
Prezzo della visita: € 5,00 a persona (oltre al biglietto di ingresso).
Prenotazione obbligatoria:
•  Aster: 02.20404175, fax 02.20421469, info@spazioaster.it