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Liquido Di Morte sono un gruppo multiforme, hanno base a Milano e da quando esistono – circa una decina di anni – hanno avuto varie formazioni.

Fanno un (heavy metal) a cavallo del post Rock/ Metal e il loro terzo disco, registrato e mixato da Nicola Manzan (BOLOGNA VIOLENTA) – che già in passato ha collaborato con loro – e Tommaso Mantelli (Lesder Studio), masterizzato da Matt Bordin all'OUTSIDE INSIDE STUDIO, è uscito lo scorso 11 ottobre.

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La particolarità è che l’album, anticipato dal brano Uomo Fa Cibo, è stato pubblicato con trecento copertine diverse che la band ha realizzato a mano sotto la direzione di SoloMacello & Eli Balconi .

In vista del release party che si terrà il 26 ottobre in Arci Scuotivento a Monza durante la prima serata della terza stagione della rassegna Tutto Il Nostro Sangue, abbiamo fatto loro qualche domanda per conoscerli meglio.

Generalmente la prima domanda che faccio, per far presentare una band è quella che indaga sul background musicale che l’ha formata. Questa volta invece mi piacerebbe sapere quali sono gli artisti “morte” che mal sopportate e che proprio non riuscite ad ascoltare.

Abbiamo possibilità di rispondere in due maniere: la prima partirebbe da una lunga dissezione del concetto di “artisti morte”, l'altra è molto più sintetica: i Dire Straits.

Com’è nata l’idea di far nascere i Liquido di Morte? Come vi siete pescati e messi insieme?
Quattro di noi sono amici da almeno vent'anni, in qualche caso ben più di trenta. L'ultimo arrivato nelle nostre vite e nel gruppo è Fabio Cuomo, che oltre a essere un musicista bravo in maniera difficile da credere è diventato un caro amico negli ultimi dieci anni. Abbiamo provato a suonare insieme un paio di volte, per dirvertimento: ci siamo divertiti, e lui ha aggiunto al suono dei primi due album una dimensione completamente nuova.

Il vostro terzo lavoro di studio è uscito lo scorso 11 ottobre: ci fate una panoramica di questi tre dischi? Cosa si deve aspettare da voi chi live non vi ha mai visti? 

Il primo disco era un salto nel buio: nessuno di noi era mai stato in studio, non sapevamo nulla, volevamo solo provarci. Voto: 6/10

Il secondo è dove abbiamo messo a fuoco quel che sappiamo fare e quel che non dovremmo provare a fare, ed è un disco che ci piace ancora tantissimo (c'è quello che almeno un paio di noi considerano il miglior pezzo dei LDM di sempre). Voto: 66/10

Il terzo è un'esplosione in mille direzioni diverse, con i nostri elementi tipici al proprio posto (pulsione ritmica costante, lavoro armonico dinamico) e in più il lavoro totalmente fuori dagli schemi di Fabio Cuomo ai sintetizzatori.

Dal vivo suoneremo quattro brani su cinque del nuovo album e una nuova versione, estesa e maltrattata, di un brano dal secondo disco. Voto: 666/10

Per il nuovo album avete realizzato trecento copertine diverse a mano. Come spieghereste il concetto di DIY a un ragazzino di oggi?

Che responsabilità!

Ci vorrebbero tre volumi di 700 pagine l'uno per farlo. Mettiamola così: ci sediamo intorno a un tavolo, ci versiamo un Braulio e gli diciamo: “Ragazzino, se non fai trap o hip hop mettiti subito l'anima in pace chè non guadagnerai mai un euro. Quindi manda tutto a quel paese, fai quello che vuoi quando vuoi e se qualcosa deve succedere, succederà.”

Molte band, raggiunta una certa età ma non determinati “successi” mediatici perdono l’entusiasmo e la voglia di suonare, complici anche i fatti della vita che si sovraffollano nella quotidianità. Perché invece è una bellezza riuscire nonostante tutto a trovare tempo e voglia oltre che energia e buttarsi su un furgone, su un’auto e girare in giro con gli ampli, chiudersi in saletta, scrivere, strimpellare? Quale motivo spinge le dinamiche del suonare superati i primi venti?
Sai che non sapremmo risponderti? Perché prima dei venti non suonavamo!
Per noi suonare è un modo di avere un appuntamento settimanale per vederci, e l'impegno che richiede è la garanzia che lo si debba prendere seriamente. Detto questo, chi scrive ha lavorato quindici anni in discografia e di stupidaggine ne ha viste troppe quindi questo mix di disillusione e iper-realismo ci toglie ogni pressione di dover raggiungere chissà quale traguardo.

 

Gli autori di Vorrei
Valeria Lucia Passoni
Valeria Lucia Passoni
Sagittario classe 1985, consuma dischi, divora libri e accumula biglietti di concerti, per non parlare delle tonnellate di cotone che lavora a maglia.