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Intervista ai Moscow. Le loro coordinate? La scuola americana della seconda metà anni Ottanta e di prima metà anni Novanta, come Jesus Lizard, Shellac e Fugazi

Noise punk e post-hardcore di scuola americana della seconda metà anni Ottanta e di prima metà anni Novanta come quello di Jesus Lizard, Shellac e Fugazi, sono le coordinate dei piacentini Moscow.

Aspetto volutamente, misterioso, un metodo di comunicazione social criptico, non amano etichette, e se proprio dovessero, si definirebbero come revoltingnoisebluespunkhardcore.

I primi live li hanno suonati nel 2018 ed a luglio dello stesso anno è uscito il loro ep omonimo (Moscow ep) al quale sono seguite le prime date estere ed una serie di concerti in tutta Italia. Il loro primo full-length album è pronto per uscire nei prossimi mesi.

Insieme ai milanesi Monteceneri, ai Muschio da Verbania ed ai bolognesi Action Dead Mouse, prima di partire per una manciata di date in Europa, saranno i protagonisti della quattordicesima serata di Tutto Il Nostro Sangue - versatile rassegna musicale con cadenza mensile ideata dalla band Requiem For Paola P. - venerdì 12 aprile in Arci Scuotivento a Monza. Per conoscerli meglio, ci abbiamo fatto una chiacchierata.

 

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Quando sono nati i Moscow? 

La band nasce alla fine del 2017, tutti proveniamo da svariati generi musicali e abbiamo collezionato progetti precedenti.

Come altre band, vi esibite con la maschera: come mai la scelta di quella antigas? C’è un significato?

Esibirsi con la maschera nasce dalla volontà di tenere un profilo basso, rimanere il più possibile nell’anonimato, non c'è dietro un significato particolare. 

In una recensione recente del vostro disco si citano Nirvana e Nine Inch Nails: quali sono gli artisti che influenzano la vostra musica? Come nasce un vostro pezzo?

Nelle diverse recensioni che sono state fatte sull’ep sono stati menzionati molti nomi alcuni dei quali c’entrano poco con noi… Questo, comunque, nonostante su certe cose scritte siamo poco d’accordo, ci fa piacere. 

Diciamo che il nostro è un work in progress aperto a varie influenze anche insospettabili - tipo Kenny Burrell - ma che parte da coordinate musicali precise: sicuramente l’ascolto di band storiche come Pere Ubu e Foetus oltreché le band proposte da Touch and Go tra la metà degli anni ‘80 e i primi ‘90 sono la nostra pietra angolare.

Quali sono i vostri obiettivi nel medio-lungo termine? Avete mai pensato di realizzare uno split? Con chi eventualmente vi piacerebbe?

Abbiamo appena finito di registrare il nostro primo LP, quindi per il futuro abbiamo in mente sicuramente di suonarlo dal vivo il più possibile. Abbiamo anche molte altre tracce in cantiere da sviluppare e sicuramente tra un live e l’altro inizieremo a lavorare sul materiale nuovo. Per quanto riguarda lo “split”, l’idea ci intriga, ma visto che esistiamo da poco non ci abbiamo ancora pensato: fare nomi è quindi impossibile, anche perché la scena noise italiana è piccola ma con una qualità alta…dovremmo fare troppi nomi!

Venite da Piacenza, com’è la situazione locali/circoli nella vostra zona? C’è del fervore? E in merito alle band? Qualcuna che volete segnalarci?

Riguardo Piacenza la situazione locali non è delle migliori, molti club storici sono chiusi da tempo e ne resistono solo pochissimi in città e provincia. Piacenza è una città sonnolenta purtroppo. Per quanto riguarda le band ci sono gruppi che apprezziamo anche se non usano il nostro linguaggio musicale, fra tutte Da Captain Trips  e  Crudelia.

Dopo la data a Tutto Il Nostro Sangue, partirete per UK e Francia: quali sono i suggerimenti per una band che vuole suonare all’estero? Come muoversi in concreto?

Al di là di un paio di date in Germania e Svizzera, sarà il nostro primo tour estero. A parte un piccolo aiuto per alcune date in UK, il resto del tour è stato creato tutto DIY, il che significa che se uno ha un obiettivo può raggiungerlo anche con le sue forze senza dover necessariamente passare attraverso un promoter o un booking, anche se di certo sarebbe molto meglio per motivi di visibilità e di entrature in club e collettivi. Nel nostro caso avendo fatto tutto da soli - purtroppo non abbiamo un booking che ci aiuti - è stato fondamentale stilare un piano d’azione nel quale stabilire tempistiche, percorso e tipologia di locali di riferimento. E poi bisogna avere tanta, tanta pazienza, scrivere tanto e prepararsi a molti no, senza mai demoralizzarsi (ma questo vale sempre quando si cercano delle date).

Ci lasciate con una compilation di 5 pezzi di band che vi piacciono del panorama indipendente ed underground italiano?

Come detto prima, il panorama noise italiano è di nicchia ma ha una qualità media abbastanza alta. Se parliamo di questo genere diventa quindi difficile mettere solo 5 pezzi di 5 band per due motivi: in primis perché siamo dell’idea che i dischi vadano ascoltati nella loro interezza e secondariamente perché in molte di questi gruppi troviamo qualcosa di interessante. Se però hai intenzione di metterci una pistola alla tempia, e, tralasciando band storiche tipo Uzeda e Putiferio consigliamo: “Dissipatio HC” dei Lleroy, “Stoned Immaculate” dei Kint, “Ultrakelvin” degli Ultrakelvin, “Polyposmic” degli Hibagon, e l'ep d’esordio dei Niet “Dangerfield”. Abbiamo sicuramente dimenticato altre band importanti della scena ma ci vorrebbe un articolo a parte!!!!

 

 

Gli autori di Vorrei
Valeria Lucia Passoni
Valeria Lucia Passoni
Sagittario classe 1985, consuma dischi, divora libri e accumula biglietti di concerti, per non parlare delle tonnellate di cotone che lavora a maglia.